Probabilmente, dovremo abituarci a questo nuovo Trump. Quello di prima i dazi li annunciava e li metteva. Quello più moderno li annuncia e li congela. Senz'altro è tutta tattica e dietro ci sono precise strategie, per ora poco leggibili. Ad ogni modo, Canada e Messico - primi nemici in ordine cronologico del nuovo presidente americano - tirano un sospiro di sollievo perché non c'è nessuna tassa da pagare agli Stati Uniti. L'odiata Cina, invece, subirà un rialzo del 10% dal 4 febbraio, ma Pechino ha già risposto disponendo nuovi dazi su carbone, petrolio e gas made in Usa (dal 10 febbraio), denunciando al Wto quelle che definisce misure ostili e sperando, da un altro lato, nell'apertura di un confronto.
Le speranze per l'Ue
Se le premesse sono queste, ovvero quelle di un Trump solo apparentemente umorale ma, al fondo, attento calcolatore, l'Europa a 27 ha qualche possibilità in più che i tanto temuti dazi generalizzati all'import del 10%, annunciati lo scorso anno e recentemente ribaditi dall'inquilino della Casa Bianca, non saranno applicati. Ci sperano sia il vino sia l'agroalimentare made in Italy. Da Bruxelles, infatti, è filtrato nelle ultime ore un certo ottimismo dopo questo dietrofront con Messico e Canada. Anche perché Giorgia Meloni, attualmente la premier di riferimento per l'Europa, sia per le difficoltà di Germania e Francia, sia perché politicamente la più vicina al tycoon, potrebbe giocarsi con Trump l'arma della persuasione e del dialogo e indurre la Commissione europea a una strategia più morbida. Se così non sarà, la presidente Ursula von der Leyen ha già pronte le contromosse, seguendo una linea dura che, probabilmente, è l'unica per far ragionare il presidente americano.
Titoli di borsa in altalena
Le borse mondiali, da Sydney a Tokyo, da Shangai a New York, hanno reagito male il 3 febbraio agli annunci del presidente americano. I titoli sono andati giù con un rosso generalizzato che è proseguito anche il 4 febbraio, ma con l'area asiatica che è tornata a risalire, fiduciosa nell'avvio di un dialogo Usa-Cina. Allo stesso tempo, gli andamenti e le quotazioni di dollaro e oro sono in rialzo, segno che gli investitori stanno già apprezzandoli come beni rifugio. Intanto, l'euro si è indebolito nei confronti della moneta americana. Ma al di là dell'altalena degli ultimi giorni, l'economia internazionale si dovrà preparare a un periodo di elevata volatilità proprio per la difficoltà di interpretare nel medio periodo le politiche - che in qualche modo suonano assurde - del presidente Trump.