Tutti i trend alimentari di cui faremo volentieri a meno nel 2025

31 Dic 2024, 09:05 | a cura di
Le tendenze alimentari da dimenticare, e che speriamo di non dover più vedere (e assaggiare) nell'anno che verrà

La cultura del palato è un riflesso del nostro tempo: incornicia le nostre passioni e i nostri sogni, ma ci propone spesso un campionario di inutili manie. Il cibo non è un esercizio di virtuosismo o un pretesto per seguire l'ultima moda. Se il 2024 ci ha portato i vini del futuro e piatti memorabili, di alcune tendenze più popolari facciamo invece volentieri a meno. Dai casi più innocui a quelli potenzialmente letali, come evidenziato dal consueto appuntamento con il sito Eater – che ogni fine anno mette in luce i peggiori – ecco una lista di trend sul cibo che speriamo di non vedere nell'anno che verrà.

Le peggiori tendenze gastronomiche del 2024

Se abbiamo accolto con un sorriso il croissant cubico de La Farmacia del Cambio a Torino, nel corso dell'anno la ricerca ossessiva della creatività forzata attraverso i tanti (troppi) croissant ha trasformato l'icona di pasticceria in un trofeo da Instagram, da divinizzare su TikTok. Da quel cubo in poi, abbiamo visto una profusione di architetture di burro e zucchero insopportabili, partoriti più dalla mazzetta dei colori Pantone© piuttosto che da mani umane. Il che non significa che non siano buoni. Ma se mentre li addentiamo ci domandiamo, «Perché?» è finita. Basta quindi a laminazioni estreme, forzature e geometrie impossibili. Nel 2025 vogliamo ricordarci che il piacere del cibo è anche nella sua imperfezione. E che dietro quel croissant c'è un artigiano, non un algoritmo.

Altra tendenza dalla quale speriamo di distanziarci l'anno prossimo è quella persistente presenza dei menu accessibili solo da QR code. Sono stati una soluzione pratica durante i tempi bui della pandemia, ma nel 2025 è arrivato il momento di lasciarli andare. Ristoratori, per favore non costringeteci a tirare fuori il telefono; è quello che facciamo tutto il giorno, e almeno al ristorante, vorremmo lasciarlo in tasca per qualche ora.

Speriamo che nel 2025 vedremo meno ingredienti "funzionali". Nel 2024 erano ovunque, ma se invece potessimo semplicemente mangiare? Ultimamente tutto quello che è ci viene suggerito di ingerire sembra debba avere uno specifico scopo. L'acqua di okra che promette fertilità e un buon travaglio, diete carnivore, yogurt con più probiotici di quanti ne possa processare il nostro corpo, il rimedio anti-fame dell'olio di cocco nel caffè: l'anno che sta finendo è stato dominato da cibi che promettono funzioni miracolose. La verità? Spesso questi claim sono più marketing che realtà, e il cibo sta perdendo la sua dimensione primaria: essere gustoso, nutriente e piacevole, senza secondi fini. Come sostiene Jesse Sparks, redattore anziano di Eater, «piuttosto che segnalare una maggiore trasparenza del settore, o una significativa deviazione dai modelli di "dieta" di un tempo, vediamo quanto la macchina del consumo sia disposta a fare per venderci più merce, informandoci meno su ciò che esattamente stiamo introducendo nel nostro organismo».

Sciatteria culinaria generata dall'intelligenza artificiale ne abbiamo? Non se ne può più del proliferare di contenuti culinari generati dall'IA, che siano essi ricette o immagini di piatti surreali dal risultato spesso inquietante: illustrazioni che sembrano uscite dal film The Substance e preparazioni che sfidano le leggi della decenza. Un'aberrazione cibernetica spacciata per umana: quelli che a prima vista sembrano gamberi, si rivelano essere forme generate in maniera scadente: dove dovrebbe esserci una coda, ci sono altre teste. E poi affidarsi all'intelligenza artificiale ci regala ricette che prevedono l'uso di "sherry tritato" o liste ingredienti con 9 kg di un prodotto, per non parlare di preparazioni metafisiche come i brownie il cui ingrediente segreto è il rafano. Auguriamoci di tornare, nel 2025, alla vera creatività in cucina, generata da esseri in carne e ossa, che sanno cosa significa cucinare con cibo vero.

Ma forse il trend più terrificante da archiviare nel 2025 è quello della glorificazione del latte crudo. L'ossessione per il naturale ha portato molti a ignorare i rischi associati al consumo di un prodotto non pastorizzato. Non c'è nulla di "puro" e romantico nel mettere a rischio la salute della gente con alimenti che possono veicolare batteri pericolosi come salmonella ed E. coli. Nel 2025, diciamo basta a questa moda anacronistica, mettendo uno stop all'informazione raccolta da fonti come trad wives e altri influencer inaffidabili. Meno hype, più sostanza.

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