Convertire materiali di scarto in prodotti ad alto valore aggiunto come gli amminoacidi: è l’obiettivo del progetto Meat from Wood, finanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca, al quale hanno lavorato ricercatori dall’Università degli Studi Milano Bicocca e dall’Università dell’Insubria. Da quest’ultimo ateneo abbiamo intervistato la ricercatrice Elena Rosini del laboratorio The Protein Factory 2.0
Come nasce il progetto "Carne dal Legno"?
Il progetto Meat from Wood è nato dalla consapevolezza della necessità di sviluppare processi sostenibili basati sull’utilizzo di materiali rinnovabili e biomasse per ottenere prodotti utili alla società e di alto valore. Questo nostro progetto, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca, intende sviluppare processi biotecnologici innovativi che permettano di utilizzare in modo efficiente dei materiali di scarto disponibili in grandi quantità, che altrimenti verrebbero bruciati per essere smaltiti. In particolare, ci proponiamo di valorizzare la lignina che è un sottoprodotto dell’industria cartaria, attualmente sottoutilizzato e regolarmente bruciato, e la crusca di frumento, un sottoprodotto della lavorazione agricola, disponibile in grandi quantità in Italia.
Come è possibile che legno e crusca si trasformino in carne?
Il progetto non è rivolto alla produzione di carne, sebbene generi i suoi componenti fondamentali. Il progetto intende sviluppare un processo innovativo in cui cellule batteriche progettate opportunamente da noi, saranno in grado di comportarsi come una sorta di “fabbrica” in cui la vanillina ottenuta dalla lignina o dalla crusca di frumento viene convertita in amminoacidi. Questi sono i componenti base delle proteine, e quindi anche della carne. La produzione degli amminoacidi attraverso questo processo innovativo permetterà di evitare, per gli usi industriali, l’uso di tali molecole da fonti che possono invece essere usate per l’alimentazione umana e animale.
Come potrà essere usato questo prodotto? Sarà utile nella composizione di alcuni alimenti o si prevede un suo utilizzo da solo?
Gli amminoacidi sono sostanze biochimiche importanti ed estremamente utili, con un mercato in costante aumento. Gli amminoacidi così prodotti potrebbero anche essere utilizzati (con adeguati controlli) nella preparazione di alimenti, ma in particolare si pensa a usi diversi, come additivi per mangimi animali ed esaltatori di sapidità. In particolare, gli amminoacidi così prodotti potranno essere utilizzati come ingredienti di prodotti cosmetici, farmaceutici e medici, evitando così di andare a recuperarli da materiali adatti all’alimentazione.
Come immagina il sostentamento proteico delle persone nel prossimo futuro? Continueremo a mangiare carne da allevamenti intensivi o inevitabilmente ci sarà sempre più cibo "plant based" nei nostri piatti?
Le proteine sono componenti indispensabili della nostra alimentazione, e la loro origine determina l’impatto che produrle ha sull’ambiente. Ridurre l’uso della carne nell’alimentazione sarà perciò inevitabile e le proteine di origine vegetale avranno sempre più rilevanza.
Lei è vegetariana? In futuro sostituirebbe mai la carne con prodotti come quello pensato da lei e dai suoi colleghi? O con la carne coltivata o con altri cibi a base vegetale?
Non sono vegetariana e per il futuro mi auspico la produzione di alimenti a minor impatto ambientale: nelle quantità richieste dall’incremento della popolazione e di qualità sempre migliore. Ciò sarà difficilmente ottenibile attraverso processi basati sulla carne coltivata. Penso invece che questa prospettiva sarà resa possibile dall’innovazione nel settore dell’allevamento ed agricolo, e da processi biotecnologi innovativi che permetteranno di usare scarti e biomasse.