In principio è stato Li Somari. Una “Trattoria fori porta” nella quale il manager della ristorazione Andrea La Caita ha coinvolto un pezzo da novanta come lo chef Adriano Baldassarre. Poi è arrivata la Mangiatoia e ora sta per aprire Al Madrigale, con il talentuoso duo Daniele Lippi-Gian Marco Bianchi.
Adriano Baldassarre e Li Somari
Per chi non lo conoscesse, Baldassarre a soli 28 anni rese la campagna romana, precisamente Zagarolo, una meta gourmet con il suo Tordomatto. Nome che si rifà a un piatto tipico (un involtino di carne equina con all'interno un battuto di grasso di prosciutto, aglio, prezzemolo, coriandolo e altre spezie) proprio di Zagorolo, e che lo chef s'è portato a Roma con l'apertura dell'omonimo ristorante nel 2016 a qualche passo da San Pietro. Qui c'è stato sei anni - duplicando nel 2018 i suoi impegni capitolini con la Trattoria L'Avvolgibile, tuttora aperta ma che nulla ha a che vedere ora con lui - trovando una sorta di stabilità nonostante una carriera inquieta e movimentata. Poi il richiamo della provincia, la proposta di La Caita di prendere le redini - è proprio il caso di dirlo - de Li Somari e di mettere a punto il suo bagaglio di spessore e tecnica sicura, con ironia, divertimento e al tempo stesso solidità e concretezza.
La Mangiatoia, da Tivoli a Ponte Milvio
Immancabili i classici di Adriano, dalle polpette di coda alla vaccinara e sedano alle fettuccine burro, parmigiano, limone e maggiorana, e poi una parte dedicata al quinto quarto. Un pasto da trattoria, ma anche una avventura nel profondo della cucina laziale senza troppe complicazioni. Non a caso Li Somari, dall'estate 2022, quando ha inaugurato, a oggi, ha conquistato una piazza non facile come quella di Tivoli. Tanto da aver cambiato ben presto location, trasferendosi in un grazioso palazzetto sulla piazza centrale, e da aver ispirato un secondo locale dedicato a proposte di rosticceria e cibo di strada, con pizza scrocchiarella, al padellino o focacce ripiene. «Stiamo spostando anche La Mangiatoia affiancandole un cocktail bar (Donkey's Bar) e tra qualche mese la apriremo pure a Roma, vicino a Ponte Milvio», anticipa Andrea La Caita, che al Gambero Rosso annuncia l'imminente apertura ufficiale, dopo qualche settimana di rodaggio soft, di Al Madrigale con il duo Lippi-Bianchi.
Al Madrigale apre a Tivoli
Il primo, Daniele Lippi, è ormai nome noto nella ristorazione capitolina e italiana (con la conquista della seconda stella e un costante percorso di crescita nella guida ristoranti del Gambero Rosso), executive chef di Acquolina in The First Roma Arte Hotel, di anno in anno ha convinto anche i più scettici grazie a una tecnica eccelsa e uno studio certosino di culture e ingredienti, materializzati in due menu degustazione dedicati al Mediterraneo. Il secondo, Gian Marco Bianchi, un curriculum di tutto rispetto, al fianco di Lippi da ormai tre anni. Cosa si mangerà Al Madrigale? «La nuova cucina rurale», spiega La Caita, «ovvero una cucina che trae spunto da piatti rurali, in ottica gastronomica». Due i menu degustazione (85 e 105 euro), più una carta da cui attingere per un minimo di due portate, uno dedicato ai pastori e alla transumanza, uno ispirato all'ingegno dei contadini e alla loro capacità di creare piatti gustosi a partire da materie prime povere. E legate al territorio anche la maggior parte delle materie prime utilizzate e dei vini, «di piccoli produttori», e tutto il contesto, dalle opere in terra cotta dello scultore tiburtino Gianni Lopez, alle composizioni di fiori che richiamano la campagna romana. Campagna che sembra attrarre sempre più chef.