Quando nel 2018 The Student Hotel inaugurò a Firenze il suo primo hotel italiano, la curiosità travolse come un’onda la città: il suo design ultra moderno – soprattutto se confrontato con l’offerta storica cittadina - appariva come una rivoluzione, dando anche al capoluogo toscano il modo di inserirsi in quella corrente di rinascita dell’hotellerie che rende questi spazi aperti all’accoglienza tanto dei turisti quanto dei locals, ripensando il concetto stesso di albergo e rendendolo meta ideale per lunghe permanenze o per uffici delocalizzati. Chi ricorda quei giorni d‘inizio estate di quattro anni fa non può non ricordare bacheche social tempestate di foto di quella location: era l’inizio del predominio di Instagram, e il coloratissimo e simmetrico The Student Hotel sembrava il sogno di ogni influencer con mille angoli alla Wes Anderson. E su tutto a primeggiare era il rooftop con il suo bar da cui si gode della vista più ampia sulla città mai messa a disposizione della popolazione, con l’iconica piscina col fondale the beach is boaring e, dietro, la cupola del Brunelleschi.
Il destination place delle estati fiorentine divenne prima celebre per la sua bellezza, poi per i cocktail colorati e carichi, eseguiti con maestria. La storia dello Student (come spesso lo abbreviano i fiorentini) pareva destinata a un susseguirsi di successi, se non fosse arrivato il cigno nero del Covid a travolgere il mondo, in special modo quello dell’hotellerie e dell’hospitality.
Negli ultimi due anni, lo scopo di TSH come di quasi tutte le strutture alberghiere, è stato di rendere al meglio nei periodi in cui era possibile stare aperti, e stringere i denti nel resto del tempo, superando momenti di sconforto, e ricalibrando la proposta per trovare un giusto equilibrio tra le disponibilità del personale e la soddisfazione degli ospiti, soprattutto interni. Oggi finalmente è arrivato il momento della ripartenza, e scaramanticamente l’hotel non solo ha deciso di riprendere in mano in modo diretto il cocktail bar dell’ultimo piano, ma anche di ristrutturarlo completamente, dandogli un nuovo nome e una nuova anima grazie ai nuovi arrivi nel team.
Il nuovo Rooftop Pool & Bar del The Student Hotel
Il Rooftop Pool & Bar, questo il nuovo nome scelto da The Student Hotel, risorge come la fenice dalle proprie ceneri, interamente ristrutturato con un progetto firmato da Rizoma trasformando il locale in un elegante jungle club che gioca su una palette cromatica nera e verde, ripresa da un rigoglio di piante all’esterno. Il nuovo bancone bar, spostato sulla parete opposta rispetto a prima, risulta più grande, ma con la nuova disposizione non pare rubare spazio alla dei clienti.
Se durante le ore diurne questo pool club resta a uso esclusivo degli ospiti interni dell’hotel, la sera si trasforma aprendosi anche agli esterni, che possono venire a godere di un drink dal tramonto fino a tarda notte. L'obiettivo è di affiancare alla location, da sempre uno dei punti forti del TSH, un'offerta di livello, che sia motivo di viaggio tanto quanto lo skyline, e per farlo sono arrivati una barmanager dal respiro internazionale e uno chef capace di rivoluzionare la proposta di cucina.
La prima cocktail list di Palmira Bertuca al The Student Hotel
Nata in Calabria e cresciuta a Bologna, Palmira Bertuca ha cominciato a lavorare dietro il bancone da giovanissima, prima nei club durante i week end e poi in un cocktail bar a Marina di Ravenna. A 21 anni si trasferisce nella capitale europea dei cocktail, Londra, dove si forma al London Edition, un hotel a cinque stelle, per poi spostarsi dopo tre anni in Australia (Four Seasons e poi al Bar Macchiavelli, un popolare ristorante italiano dove ha lavorato come Supervisor, appassionandosi al mondo del vino e conseguendo il secondo livello del WSET, Wine & Spirit Education Trust) continuando al da Cecconi’s della Soho House di Barcellona, per poi spostarsi a Singapore come Head Bartender da Marcello’s, cocktail bar dell'Intercontinental con focus sugli amari. Infine, diventa Bar Manager all’Adrift, ristorante dello star chef americano David Myers, al Marina Bay Sand. Rientrata in Italia nel 2021 è ora – appena trentenne e con 10 anni di esperienza nei banconi di mezzo mondo - pronta a far emergere il suo nome anche in patria, in uno scenario come quello della capitale della mixology toscana, proprio grazie al bancone di The Student Hotel.
La sua prima cocktail list, oltre ai classici internazionalmente più amati, propone 14 signature drink ordinati in una carta molto chiara, in cui scegliere tra cocktail divisi per gradazione alcolica ma accomunati dalla ricerca dello zero waste, utilizzando tutte le parti degli ingredienti in un’ottica di sostenibilità e stagionalità. Per esempio, in perfetta coerenza con questi valori, non si utilizza il lime, che deve percorrere lunghe distanze, in favore dei limoni: una piccola differenza che costringe però a ripensare le ricette di moltissimi cocktail internazionali. Dei vegetali utilizzati non si butta nulla, e molti drink sono realizzati con le parti di scarto e fibre di frutta e verdura utilizzate per altre preparazioni: così, tra i drink “no abv” c'è il So Ambitious, un cocktail sour a base analcolica realizzato con la fibra dell’anguria, ingrediente presente sia nei piatti che in altri drink. Da provare il So Fresh, so clean che si ispira all’Hugo ma a base di vino ippocratico al sambuco, e poi, si passa a Purple hearts, una rivisitazione del Negroni con parti di barbabietola, assolutamente da non perdere la versione di Palmira dell’Espresso Martini, candidato a diventare il migliore della città.
Gianluca Esposito: l’executive chef del The Student Hotel
Il rinnovamento dell’offerta di The Student Hotel passa anche dalla parte food, gestita da Gianluca Esposito, originario di Castel S. Pietro Terme in provincia di Bologna, ma di origini napoletane. Esposito vanta trascorsi nelle cucine di La Pernice e la Gallina con Marco Fadiga e alla Locanda del Sole a Trebbo di Reno, prima di diventare – era il 2008 - chef della Terrazza Bartolini di Milano Marittima. A dicembre 2008 inizia la sua avventura con Eataly come chef della trattoria del megastore di Bologna, per poi spostarsi nel 2020, quando entra a far parte di The Student Hotel con l’apertura sempre all'ombra delle due torri, un anno dopo diventa cluster chef Italia gestendo anche The Student Hotel Firenze. A lui il compito di affiancare cocktail con una proposta dinamica e moderna, in linea con lo spirito del TSH, la sua idea di pairing è di tapas all’italiana, con un menu che condivide con la drink list i concetti di stagionalità, sostenibilità e rispetto delle materie prime: molto pesce, crudi, vegetali per un'offerta variegata e completa, che permette di accompagnare i drink in modo giocoso e informale, con un concetto sharing che punta alla qualità sposata al divertimento, ma senza sottovalutare le notevoli proposte vegane, come per l’anguria marinata, pomodoro crudo, basilico, mandorla e germogli.
The Student Hotel di oggi, e di domani
Basta fare un giro sul sito internet del colosso olandese per capire che le ambizioni di crescita della compagnia non sono da poco, e quelle che riguardano il nostro paese ancor di più. Firenze è il punto zero, ma da qui gli obbiettivi sembrano chiari. E pare che dalla casa madre un messaggio sia passato in maniera ben chiara: per conquistare gli italiani serve una proposta enogastronomica di qualità, ed è proprio nel segno del piatto e del bicchiere che parte il Rinascimento fiorentino di The Student Hotel.
a cura di Federico Silvio Bellanca
foto di Martino Dini