Quanto zucchero consumiamo?
Quanto zucchero si nasconde in un pacco di biscotti? E in un innocuo cioccolatino ripieno di nocciole? O in una tavoletta di cioccolato al latte come quelle che mettiamo nel carrello senza pensarci troppo quando vogliamo coccolarci un po’? Lo zucchero è croce e delizia della nostra alimentazione: cercando i colpevoli di una cattiva forma fisica o dei problemi di salute dipendenti da cattive abitudini a tavola, il dito punta subito i grassi. Ma gli zuccheri “nascosti” nella maggior parte dei cibi di cui ci nutriamo – specie i prodotti industriali lavorati, e quindi tutta la grande famiglia di dolciumi, snack al cioccolato, salse come il ketchup – possono essere altrettanto dannosi se l’abuso diventa un’abitudine. E perché il consumo di zuccheri possa risultare eccessivo per il fabbisogno giornaliero di un individuo, non serve molto: secondo i Larn (le linee guida redatte dalla Società Italiana di Nutrizione Umana) le calorie dagli zuccheri semplici non dovrebbero superare il 15% del totale di quelle assunte.
Gli zuccheri aggiunti fanno male. Ecco perché
Ma come abbiamo rilevato qualche tempo fa in occasione di un confronto tra le creme spalmabili alla nocciola attualmente in commercio in Italia, lo zucchero è pericolosamente il primo ingrediente della lista nell’etichetta di feticci alimentari come Nutella e simili. E il dato è tanto più allarmante considerando che il consiglio dei nutrizionisti per vivere meglio è proprio quello di evitare gli zuccheri aggiunti, contenuti in prodotti elaborati come snack e bevande dolci, ma anche in tutti gli alimenti ricchi di conservanti, dai salumi industriali ai salatini in busta. Lo zucchero aggiunto, infatti, viene percepito con lentezza dal nostro organismo, e così le calorie sono recepite con tempi dilatati; fenomeno che spesso ci induce ad assumere una quantità eccessiva di quell’alimento. Con conseguente rischio di assuefazione al gusto dolce. Insomma, un cane che si morde la coda.
Sucrez vos fraises. Il profilo Instagram
Hanno scelto di scherzarci su, con l’obiettivo però di sensibilizzare sull’argomento attraverso uno dei canali di comunicazione più diffusi tra i giovani e i giovanissimi (Instagram), gli ideatori del profilo IG Sucrez vos fraises, letteralmente “addolcite le vostre fragole”, pagina francese aperta alla fine del 2018 e già molto seguita nel Paese. L’idea è semplice, come il messaggio che trasmette: per ogni alimento confezionato preso in considerazione, il contenuto di zuccheri nascosti è rappresentato in foto attraverso un numero di zollette di zucchero che traduce la quantità indicata in etichetta (ricordando che una zolletta standard è pari a 5 grammi di zucchero).
Quante zollette di zucchero mangiamo?
E il profilo passa in esame, senza pietà, molti degli snack più celebri del comparto dolciario. Come le colorate M&M’s: il formato famiglia da 374 grammi contiene soprattutto zuccheri, per una quantità pari a 41 (!) zollette di zucchero. Ma anche in un semplice Ferrero Rocher si nasconde un’intera zolletta, mentre una bottiglia di ketchup da 340 grammi porta in dote ben 13 zollette. E un Magnum alle mandorle? 5 zollette. Le foto che accostano il prodotto in esame alle zollette corrispondenti sono immediate ed efficaci: se l’OMS suggerisce un consumo giornaliero di zuccheri semplici non superiore ai 25 grammi, come la mettiamo con tutti quegli snack che ci offrono più di 5 zollette da ingerire nel tempo di uno spuntino? Sulla base del successo ottenuto, i ragazzi di Sucrez vos fraises sono già al lavoro su un progetto visivo altrettanto efficace per raccontare il mondo del sale e più in generale si propongono di analizzare (e smascherare se necessario) le strategie di marketing che regolano la redazione di un’etichetta, spesso piena di specchietti per le allodole. E sono già quasi 80mila i follower che hanno scelto di affidarsi ai ragazzi per capirci qualcosa di più.
https://www.instagram.com/sucrezvosfraises/?hl=it
a cura di Livia Montagnoli