Storia del successo del tartufo più famoso d'Italia: memorie di quando la cena fuori in pizzeria con l’Antica gelateria del corso

27 Lug 2024, 08:12 | a cura di
Il guscio del cocco per i fumatori diventava un perfetto posacenere casalingo, ma c’era anche il gusto limone, servito nella sua stessa scorza. La star, però, era una soltanto, dalla duplice scelta: bianco o nero?

Quattro scritte sbiadite facevano capolino dalla sezione del menu plastificato, sempre le stesse. Panna cotta (frutti di bosco o cioccolato), creme brulée, tiramisù, in primavera fragole con la panna altrimenti frutta mista o una crostata casereccia. Talvolta neanche questi, ma poco importava: bastava guardare nel frigo schiacciato all'angolo della sala, e lì sì che c’era l’artiglieria pesante. Tartufi bianchi dal ripieno scuro al caffè, neri al cioccolato con cuore alla crema, cocco, limone e le «tentazioni», bicchierini sormontati da granella o amarene sciroppate. Erano i dessert delle pizzerie di una volta, semplici e immancabili insieme al sorbetto al limone «per sgrassare». Ripetitivi, inamovibili, eppure non stancavano mai.

Quell'elegante caffè di Parma

Oggi il mondo della pizza è – per fortuna – molto cambiato. Impasti e topping si sono evoluti e così anche la carta dei dolci. A cominciare dalle stesse pizze dolci, novità degli ultimi anni molto apprezzata dalla clientela. Oltre a creazioni più leggere ed elaborate, eleganti e sempre diverse a seconda delle stagioni. Però quei dessert freddi targati Antica Gelateria del Corso rimarranno sempre nella memoria di noi italiani. E pensare che il brand divenuto simbolo delle cene in famiglia era nato come un piccolo ed elegante caffè nel cuore di Parma: erano i primi del Novecento, al tempo ci si incontrava in Piazza Garibaldi, il gelato artigianale richiamava grandi folle e quello era veramente speciale.

E poi arrivò il Tartufo

Il successo fu incredibile. Negli anni ’60 è nata la fabbrica che produceva tonnellate di gelati, impiegando sempre più dipendenti, e nel 1982 è arrivato il prodotto che avrebbe segnato per sempre la storia dell’azienda, e di tantissime cene di lì a venire: il Tartufo. L’unico e solo, il dessert amato da tutti, goloso e fresco quanto basta per non appesantirsi troppo dopo la pizza. Che poi, il tartufo gelato esisteva già a Pizzo Calabro, creato nel 1953 dal pasticcere messinese Giuseppe De Maria in occasione del matrimonio della figlia dell’allora direttore del Banco di Napoli, Bruno Cirillo di Pizzo. Una sfera di gelato alla nocciola coperta da cioccolato fuso e cacao in polvere, non proprio uguale al prodotto di punta dell’Antica Gelateria del Corso, ma sicuramente molto simile.

Pochi gusti per poche pretese

Oggi la linea di gelati-dessert esiste ancora, sotto la proprietà di Froneri, joint venture tra il gruppo inglese R&R e Nestlé, e i prodotti si trovano spesso nei negozi di surgelati. Il loro boom, però, c'è stato negli anni '90 e primi 2000: la formula era perfetta per i ristoratori, i gelati confezionati si conservavano a lungo e garantivano una degna conclusione del pasto a prescindere dai gusti di ogni cliente. Non erano elaborati, certo, ma del resto non lo erano neanche le pizze: tavoglie di carta, fritti misti per tutti (spesso congelati) e birre industriali non richiedevano poi un dessert coi fiocchi. Il tartufo era l'ideale per i più golosi, il limone per chi non voleva esagerare, e il cocco... beh, il cocco piaceva ai fumatori: in quegli anni non era raro imbattersi nei gusci usati come posacenere nelle case o ai tavolini esterni dei locali.

C'era poca scelta, ma ce n'era per tutti. Quella che bastava per ripulire il palato dopo una tonda (classica anche quella: Margherita, Marinara, Capricciosa, Diavola...). Pochi gusti e poche pretese. Certo, immaginare di mangiare un tartufo oggi dopo aver provato il percorso degustazione del pizzaiolo, i fritti dalla doppia panatura e i ripieni creativi, gli impasti al vapore e al padellino, tutto abbinato a un rifermentato in bottiglia o una birra artigianale locale, fa sorridere. I tempi si sono, per fortuna, evoluti. Però, ammettiamolo, chi ha vissuto quelle serate tra amici, ritrovi con i parenti, cene organizzate all'ultimo minuto in vacanza, non potrà fare a meno di sorridere ogni volta che ritroverà un guscio di cocco.

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