Croce e delizia per tutti gli americani nel periodo prefestivo, il pan di zenzero è molto più di un dolcetto: con questa frolla speziata, che profuma di Natale, tanti si sfidano a colpi di spatola per realizzare casette gigantesche e veri villaggi dolci. Jon Lovitch l’ha presa seriamente, tanto da trascorrere circa tremila ore l’anno a costruire paesini di pan di zenzero.
Un villaggio di frolla da record
Nel suo studio di Forest Hills, nel Queens, il 47enne Lovitch si dà un bel da fare. Più o meno 60 ore a settimana sono dedicate alla costruzione di casette, un lavoro impegnativo, ma mai quanto il loro trasporto: durante l’ultimo percorso fino a Houston, per evitare di urtare un cervo ha perso 10 delle sue dolci costruzioni. Per fortuna, è riuscito comunque a portare in città il suo GingerBread Lane, il villaggio dolce più grande di sempre, un progetto che porta avanti da anni e che nel 2013 gli ha fatto guadagnare il Guinness dei Primati con un totale di 1251 casette commestibili.
Ora il paesello di frolla è esposto allo Houston Farmers Market, dove rimarrà fino al 14 gennaio, ma l’ex chef Lovitch porta spesso in giro le sue creazioni, da Philadelphia a Manhattan. Una vera passione, quella di Lovitch, che durante tutto l’anno lavora aspettando con ansia il Natale. Originario di Kansas City, nel Missouri, Jon ha iniziato a sfornare casette ispirandosi alle esposizioni natalizie del Crown Center, il quartiere dello shopping della sua città, ma poi si è fatto prendere la mano, fino a creare un villaggio di pan di zenzero da record.
Professione costruttore (di pan di zenzero)
Tutto quello che costruisce è interamente commestibile: non ci sono supporti di cartone o neve finta, ogni elemento è costituito da ingredienti diversi. Da cuocere in un normale forno: nessun effetto speciale, solo tanta voglia di stupire e un amore sfrenato per questa tradizione. “Credo di essere l’unico al mondo a mantenersi costruendo case di pan di zenzero” ha raccontato al giornale Houston Chronicles, anche se la paga non è paragonabile a quella della sua precedente vita da chef. Certo, la soddisfazione personale è maggiore, considerando anche che Lovitch fa tutto da solo, tranne nei periodi più intensi, durante i quali assume persone della zona per rifinire gli ultimi tocchi. E dopo Natale? Si rompe tutto, ahimè, ma stiamo parlando di cibo vero, impossibile da conservare per sempre. E poi, che gusto ci sarebbe senza ripartire da zero?