Tutti pazzi per lo sriracha, l’altra faccia della piccantezza. Sta iniziando a spuntare anche nei menu italiani questa salsa di origine thailandese a base di peperoncini piccanti, aglio, zucchero, sale e aceto bianco che ha un gusto agrodolce che in tutto il mondo insaporisce a dà sprint a pietanze a base di pesce (destinazione d’uso iniziale) ma anche uova, zuppe, hamburger e perfino caramelle, marmellate e drink.
Guerra industriale
Lo sriracha è rispettabilmente piccante. A seconda dei casi può andare dal 1000 ai 2500 scoville, secondo la scala che misura il modo in cui i cibi attentino alle nostre papille. Il suo nome deriva dalla città di Si Racha, nella Thailandia dell’Est, dove era stata inventata per accompagnare i piatti di pesce locali. Alcuni danno il merito a una donna, tale Thanom Chakkapak, altri invece attribuiscono l’innovazione ai lavoratori di una segheria birmana. Quel che certo è che i barattoli di sriracha oggi riempiono gli scaffali dei supermercati thailandesi e di tutto il Sud-Est asiatico e anche giganti dell’industria alimentare come Heinz e McCormick hanno preso da qualche anno a produrre la loro versione occidentalizzata della salsa. Negli Stati Uniti è spesso commercializzata con il marchio Huy Fong, una realtà da 20 milioni di bottiglie l’anno, che però è vietnamita, dettaglio che non è piaciuto ai thailandesi, che si sono visti scippare la paternità di un cibo di cui sono orgogliosi. Un sovranismo alimentare che noi italiani conosciamo bene, del resto.
Una ricetta facile facile (ma lunga)
La sriracha si sta diffondendo anche in Italia. Il ristorante cinese Gong, per esempio, la utilizza sotto forma di maionese per elettrizzare il tacos all’anatra, una mezzaluna di lattuga con una brunoise del volatile, verdure e anacardi. La salsa sriracha (a proposito, minuscolo o maiuscolo? Da tempo gli americani si interrogano su questo dilemma senza trovarvi soluzione) è anche uno dei condimenti bestseller della catena di fast food Jollibee, molto amata dalle comunità filippine delle nostre città ma frequentate anche dagli italiani che vogliono provare un hamburger esoticheggiante. Da noi si trova anche in molti negozi specializzati in cibi orientali, ma pare si facile da realizzare anche in casa: bastano tre cucchiai di zucchero di canna, tre spicchi d’aglio, un cucchiaino di sale e dell’acqua, da tritare assieme a una copiosa quantità di peperoncini di tipo Thai, Habanero e Jalapeno. Poi bisogna far maturare per tre giorni, filtrare e cuocere con 200 ml di aceto di vino bianco.