Chi era Sant’Antonio di Padova
Si celebra ogni 13 giugno, giorno della sua morte, Sant’Antonio di Padova, festa molto sentita nel Paese (specialmente in Veneto) che, come ogni occasione che si rispetti in Italia, viene corredata da dolci e prodotti tipici per omaggiare la figura religiosa. Conosciuta anche come il “taumaturgo” o il Santo dei Miracoli, per via dei tanti prodigi fatti in vita. Originario del Portogallo e proclamato santo da papa Gregorio IX nel 1232, Sant’Antonio viaggiò molto nel corso della sua vita, soprattutto in Italia. Ad Assisi, dove conobbe San Francesco, e poi Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì, Bologna e infine Padova, dove morì. Fra i suoi miracoli più importanti, si ricordano il piede riattaccato a Leonardo, uomo padovano che confessò al Santo di aver dato un calcio alla propria madre e poi, preso dal rimorso, lo tagliò via: il Santo lo riattaccò, benedicendolo e perdonandolo. E poi il miracolo di Tommasino, da cui nasce una delle tradizioni più antiche della festa, quella del pane benedetto. Uno dei pochi ma significativi prodotti tipici della festa: ecco quali sono.
I prodotti tipici per Sant’Antonio di Padova
Dolce Santantonio
Detto anche, semplicemente, il “dolce del Santo”, questo involucro di pasta sfoglia nasce dall’antica usanza dei frati di donare del pane ai poveri e i viandanti fuori la chiesa. Col tempo quel pane si è arricchito sempre di più, trasformandosi in un dolce da pasticceria grazie agli artigiani del luogo che hanno creato un guscio di sfoglia ripieno di confettura e mandorle. Secondo la tradizione, se ben fatto, dovrebbe ricordare nella forma alta e rigonfia proprio la cupola della Basilica di Sant’Antonio di Padova. Come sempre, ogni famiglia e laboratorio ha la sua ricetta, ma gli ingredienti base sono pasta sfoglia, confettura di albicocche, uva passa, arancia candita, mandorle e uova.
Torta pazientina
Due strati di pasta bresciana, uno strato di pan di Spagna aromatizzato con una bagna al rum, e due strati di crema allo zabaione: è così composto il dolce padovano, ricetta lunga e laboriosa. Due le teorie principali circa l’origine del nome: c’è chi dice che venisse inizialmente offerta ai malati, che dovevano portare pazienza e attendere per rimettersi in forma, chi ritiene che si chiami così perché occorre molta pazienza per realizzarla. Forse non proprio un dolce strettamente legato alla festa, ma spesso preparato per l’occasione per omaggiare il Santo patrono della città.
Pani benedetti
“Santo bbello si m’aiuti, faccio pure mille vute, si me siente e m’accuntiente te dongo ‘o ppane pè pezziente”. Recita così la canzone popolare napoletana, che fa riferimento proprio al gesto di donare il pane ai bisognosi. Una tradizione legata al miracolo della resurrezione di Tommasino, il bimbo salvato dal Santo su preghiera della madre, che in cambio promise di donare pane ai poveri ogni anno, in una quantità pari al peso del figlio. È così che nacque il pondus pueri, rituale con cui i genitori chiedevano protezione per i loro bambini, offrendo al Santo del pane pari al loro peso. Un’abitudine che si è persa nel tempo, ma ancora oggi il pane gioca un ruolo fondamentale nel giorno di festa: il 13 giugno vengono infatti benedetti dei piccoli pani, distribuiti poi ai fedeli, in Campania e in diverse regioni del Sud Italia.
Merletti di Sant’Antonio
Di nuovo a Padova, un pasticcino semplice e dal gusto genuino, fatto con uova, farina, burro, mandorle a scaglie e marsala. I dolcetti vengono cotti in forno ricoperti di mandorle e generalmente accompagnati da vino dolce, talvolta ricoperti di miele.
Amarettoni di Sant’Antonio
Concludiamo ancora con una ricetta tipica di Padova – del resto, è la città in cui il Santo ricopre un ruolo fondamentale, con la basilica a lui dedicata – gli amarettoni di Sant’Antonio. Una specialità più recente, probabilmente nata negli anni ’70 per accogliere i pellegrini che ogni anno si recano alla chiesa per rendere omaggio al Santo. Si preparano con mandorle tritate, zucchero, arancia candita e albumi d’uovo e il risultato è un biscotto friabile e profumato, molto croccante.
a cura di Michela Becchi