È la principale festa d’Irlanda: il 17 marzo persone da tutto il mondo si radunano per celebrare San Patrizio, tra pinte di birra e Irish coffee, cappelloni verdi e tantissimi brindisi. Ma ogni occasione è buona per fare un salto in un tipico pub irlandese, format esportato e apprezzato in tanti altri paesi. Ecco 7 divertenti curiosità su questi locali.
Sette curiosità sui pub irlandesi
Perché i nomi si somigliano tutti
Ci sono dei simboli comuni per gli Irish pub di tutto il mondo, a cominciare dalle insegne. Un motivo c’è: nel 1872 una legge irlandese impose a tutti i locali di esporre il nome del proprietario sulla porta, per regolare le vendite di alcol e rendere più semplice la riscossione delle tasse mentre il paese era sotto il controllo britannico. La maggior parte dei pub sono stati per tempo passati di generazione in generazione, mantenendo così il nome originale.
Un tempo erano aperti 24 ore su 24
Altra legge, altra curiosità. La Brehon Law era una norma medievale che imponeva a tutti i lord irlandesi di possedere una struttura che potesse fare accoglienza, offrendo da mangiare, bere e dormire. I pub, infatti, un tempo fungevano anche da locande ed erano principalmente sfruttati da viaggiatori stanchi in cerca di un riparo per la notte.
Il pub più antico d’Irlanda
Sono tante le strutture secolari. Ma il primato per il pub irlandese più antico va al Sean’s Bar di Athlone, sulle sponde del fiume Shannon, presente dal 900 D.C., quando tale Luain Mac Luighdeach costruì una locanda vicino al grande guado della cittadina. Negli anni ’70 il pub subì una ristrutturazione, durante la quale vennero scoperte tante monete d’epoca, oggi esposte al Museo Nazionale d’Irlanda.
I pub obitori
Non si tratta di un antico racconto celtico, ma di un fatto storico: i pub irlandesi un tempo potevano, anzi dovevano, ospitare i cadaveri. Una legge del 1846 prevedeva che i corpi venissero messi nel locale, prima di ricevere nuove disposizioni al riguardo. Le temperature basse delle cantine dove veniva stoccata la birra, infatti, rallentavano il processo di decomposizione. Una tradizione andata avanti fino al 1962, quando la legge venne finalmente abrogata.
Il rompicapo di James Joyce
Orgoglio letterario irlandese, James Joyce non poteva mancare tra le curiosità sui tipici pub. «Sarebbe un vero enigma attraversare Dublino senza passare davanti a un pub» dice Leopold Bloom, protagonista di Ulisse. Ebbene, c’è chi ha provato davvero a risolvere questo rompicapo: nel 2011 lo sviluppatore di software Rory McCann ha utilizzato un algoritmo informatico per cercare un percorso che non passasse di fronte a un pub. Escludendo tutti i ristoranti con licenza per servire alcolici, McCann è riuscito infine a trovare una soluzione.
I wine bar portati dai normanni
La parola taverna in Irlanda è stata usata per la prima volta dai Normanni, che hanno occupato parti dell’Irlanda nel Dodicesimo secolo. Erano amanti del vino, bevanda che veniva consumata abitualmente nei castelli dei signori, che col tempo iniziarono a vendere le eccedenze. Le cantine signorili si trasformarono così in taverne, punti di incontro per i più importanti membri della società, dove bere, mangiare e discutere delle tematiche del momento.
I viaggiatori in buona fede
Entrare in un pub a notte fonda e chiedere una pinta era un’abitudine consolidata nei secoli passati. La legge obbligava i titolari a servire i viaggiatori a qualsiasi ora, purché dimostrassero di essere in «buona fede». Non dovevano, quindi, aver viaggiato appositamente per racimolare un po’ di cibo, dettaglio che causò non pochi grattacapi ai gestori delle locande. La legge, comunque, fu cambiata nel 1943, imponendo l’interruzione del servizio tra la mezzanotte e le 6 del mattino, fino a essere abrogata nel 1963.