Chi è nato negli Stati Uniti, li conosce e ci è probabilmente cresciuto. Ma ci sono delle specialità americane – bevande, spuntini o dessert, bollati come cibo spazzatura – che sono meno conosciuti nel vecchio continente. Oltre ai biscotti, caramelle e patatine c'è di più.
Passione junk food
Per la maggior parte di noi, l’espressione junk food evoca cibi americani: cose fritte, prodotti colorati e industriali, e dolci al limite dello stucchevole. Ma perché alcuni cibi grassi, salati o dolci sono definiti "spazzatura", mentre altri non lo sono? I gastrosnob guardano con disprezzo le patatine fritte di McDonald's (che contengono circa 5 grammi di grassi a porzione) ma non battono ciglio nei confronti dell'anatra all'arancia (che invece ne può contenere 15-20 grammi a porzione). Ragiona secondo lo stesso principio Peter Marsh, del Social Issues Research Centre di Oxford, "Le autorità competenti sostengono che il junk food si definisce come qualsiasi alimento ad alto contenuto di grassi, sale o zucchero. E allora si deve riflettere sul fatto che anche prelibatezze come il foie gras, le Îles flottantes, e la maggior parte dei paté sono classificati come cibo spazzatura”.
Il junk food meno conosciuto in Italia
Qualunque sia la definizione, l’associazione mentale va immediatamente alle bibite gassate, agli hamburger colanti formaggio fuso e salse, agli snack salati come chips e salatini, e i dolci e biscotti ricoperti di glassa, codette e zuccherini. Eppure c’è un universo di merendine e spuntini d’oltreoceano meno noti, e dalle curiose origini. Abbiamo raccolto una manciata di prodotti che in Italia devono ancora arrivare, ma che ritraggono un’America di frontiera alle prese con la rivoluzione industriale, e anche un’America in qualche modo influenzata dall’Italia e i suoi piatti cardine.
Pop-Tarts, la merenda da tostapane
La Kellogg's, famosa per i suoi cereali da prima colazione, ha debuttato sul mercato delle merendine nel 1964 con lo snack da tostapane. Le Pop-Tarts sono tasche di frolla farcite con un sottile ripieno: i gusti originari erano una manciata, fragola, mirtillo, cannella, mela. Mancava la glassa sulla superficie ma quando si scoprì che resisteva al calore del tostapane, si decise di aggiungerla nel 1967. Le Pop-Tarts si mangiano a colazione, merenda o dopo cena, con un bicchierone di latte gelato, consumate calde dopo qualche minuto nel tostapane in modo da sciogliere la farcitura all’interno. Adesso ne esistono centinaia di gusti: quelle autunnali alla zucca e spezie; al cioccolato fondente per Halloween; alla ciliegia; al gusto “pretzel” o e persino al gusto “cupcake” con tanto di codette colorate, oppure al gusto “Eggos” dopo il successo dei waffle da tostapane tornati in auge dopo la serie Netflix, “Stranger Things.” Mentre la Kellog's si prepara a celebrare i 60 anni della merendina, le Pop-Tarts, rimangono un'icona culturale. Nel 2022, secondo l’azienda, ne sono state vendute più di due miliardi. Sono state raffigurate su murales d'arte, esposte nei musei e parodiate su "Saturday Night Live". Il comico di stand-up e celebrità televisiva anni ‘80 Jerry Seinfeld ci ha persino costruito intorno un film. "Unfrosted: The Pop-Tart Story" è una cronaca demenziale della faida fra l'azienda Post che aveva lanciato il proprio biscotto da tostare, i “Country Squares,” sei mesi prima che Kellogg's lanciasse le Pop-Tarts. Oggi sulle Pop-Tarts si scrivono recensioni su Food Network, si fanno assaggi alla cieca su YouTube, e intere community le valutano su Reddit, stilando classifiche e cantando odi sui social.
String cheese, la mozzarella da sfogliare
Negli Stati Uniti, lo "string cheese" è uno snack monoporzione molto popolare fra i bambini. Si tratta di sottili cilindri di formaggio lunghi circa 15 cm e con un diametro di circa 2 cm, solitamente realizzati con una sottospecie di mozzarella a basso contenuto d'umidità o una combinazione di mozzarella e cheddar. Il nome "string" (filo) deriva dal fatto che questo tipo di formaggio può essere consumato tirando via dei filamenti dalla sua lunghezza. L'idea di questo cibo-gioco è stata sviluppata nel 1976 dalla Baker Cheese, piccolo caseificio a St. Cloud, nel Wisconsin – stato americano noto per la sua produzione lattiero-casearia. L'azienda nata nel 1916 come produttrice di cheddar, si è adattata all'aumento della domanda di mozzarella per la pizza che nel dopoguerra spopolava grazie ai soldati di ritorno dall’Italia, inizialmente, rifornendo le neonate pizzerie da asporto con grandi blocchi da 3 kg o 10 kg per condire le pizze. Tuttavia, la crescente richiesta da parte dei consumatori per porzioni più piccole ha portato alla creazione “delle corde di mozzarella” tagliate in segmenti più piccoli, che dopo la salatura diventavano filamentose. Questa invenzione ha dato origine a uno degli snack più amati dai bambini americani, presente in tutti i panierini di scuola.
Root beer, il soft drink al sassofrasso
Si traduce letteralmente in “birra di radice” ma non è altro che una bevanda analcolica molto dolce e gassata, senza caffeina, preparata principalmente con l’aroma della radice o della corteccia di sassofrasso, pianta molto diffusa negli States. La caratteristica è il suo sapore del tutto inaspettato: dolce, floreale, ma anche leggermente saponato. Non esiste un’unica ricetta per la root beer, ma attualmente i vari marchi che la producono combinano al meglio le aromatiche che l’hanno caratterizzata nel tempo: corteccia di betulla, coriandolo, ginepro, zenzero, luppolo, radice di bardana, radice di tarassaco, corteccia di ciliegio selvatico, radice di sassofrasso, baccelli di vaniglia, erba canina, melassa e liquirizia. Un dessert molto amato in USA è il curioso root beer float. Il float (letteralmente “galleggiare”), è una bevanda tradizionale americana che consiste nell’aggiungere a un boccale di bevanda gassata (solitamente un soft drink), una o due palline di gelato alla vaniglia o al cioccolato. La carbonazione della bevanda fa montare il gelato in superficie, facendolo galleggiare, appunto.
Dr Pepper, la bibita gassata di Spider-Man
Nel 1885, nella cittadina di Waco, in Texas, il giovane farmacista Charles Alderton inventa una nuova bevanda analcolica gassata che presto avrebbe dato filo da torcere alla più celebre Coca-Cola nata l’anno dopo, ad Atlanta. Nota come “Dr Pepper“, il soft drink poco conosciuto in Italia è invece molto famoso in patria soprattutto grazie al suo sapore particolare. Così come per la Coca-Cola, la ricetta della Dr Pepper è estremamente segreta ed è conservata in due diverse banche a Dallas. La Dr Pepper è una miscela unica di aromi naturali e artificiali, dove prevale la ciliegia. Oltre al gusto classico, col tempo sono nate tantissime varianti dai gusti più vari: cream soda (con aggiunta di vaniglia), cherry vanilla, la versione zero senza zucchero, e la Dark Berry, un’edizione limitata al gusto di frutti di bosco, creata per promuovere il lancio del film Spider-Man: Far From Home. La bibita gassata si presta anche come ingrediente per la preparazione di pietanze sia dolci che salate: torte al cioccolato, nell’impasto delle polpette, per laccare le costolette di maiale piccanti, e per rendere più soffici i brownies.
Red Vines vs. Twizzlers, la faida della non-liquirizia
Le Red Vines e le Twizzlers sono le tipiche caramelle intrecciate al gusto di frutta che si mangiano al cinema in America. Negli States le conoscono come “liquirizia rossa” nonostante non contengano radice di liquirizia. Insieme al secchiello di popcorn e il gallone di bibita gassata, le lunghe trecce rosse e gommose sono sempre in vendita nei multisala. Prodotte a Union City, in California, le caramelle Red Vines, sono simili alle concorrenti Twizzlers, e hanno entrambe sfruttato la rivalità per raggiungere il successo. Secondo l'azienda, “il gusto e la consistenza sono molto diversi e la rivalità tra Twizzlers e Red Vines è molto sentita dai fan. Esiste da così tanto tempo che la gente dimentica come è iniziata". Si ipotizza che la rivalità sia essenzialmente geografica, in quanto le Red Vines sono più popolari sulla costa Ovest dove sono originarie, mentre le Twizzlers, avendo la sede centrale in Pennsylvania, sono più di tendenza sulla costa Est.
S’Mores, il sapore dell’estate
Questa è una ricetta che ogni bambino americano conosce. La prima ricetta ufficiale degli s'mores viene pubblicata nella guida delle Girl Scout nel 1927. È il rito di passaggio di quando per la prima volta si va in campeggio, magari d’estate al campo estivo, senza genitori. È l’iconico snack da campeggio da consumare attorno al falò, il sapore è quello dell’estate e dell’infanzia. Gli ingredienti sono tre: marshmallow (soffici cilindretti di zucchero e gelatina animale, forma evoluta di un dolce antico ricavato in origine dal lichene Althaea officinalis) cotto sullo stecco al fuoco, due biscotti graham cracker e un quadratino di cioccolato fondente. Si fa un “panino" con due biscotti, farcito di marshmallow arrostito e cioccolato. Il tutto si scioglie meravigliosamente. Il nome è la contrazione dell’espressione Some More, ovvero “di più” visto che uno solo non basta.