Platatine. E se le chips di platano fossero più buone delle patatine?
25 ottobre 1986. Eydi Amador, fanciulla honduregna giunta in Italia per amore, sposa l'uomo della sua vita, Pier Gavino Perre, e si trasferisce stabilmente nella Penisola. Al momento del trasloco, insieme a una discreta quantità di valigie, porta con sé anche diverse cassette di platano, un frutto ricco di amido e vitamine dall'aspetto simile alla banana e il gusto che ricorda le patate a pasta gialla. Così, quasi per gioco, dopo il matrimonio inizia a usarlo per preparare delle chips leggere e sfiziose, dall’effetto crunch assicurato. Il procedimento è semplice -basta friggere la polpa tagliata a fettine sottili in abbondante olio d'oliva- e il sapore talmente gradevole da conquistare persino i vicini di casa più diffidenti: in breve tempo, Eydi diventa la regina delle "patatine di platano" in versione rigorosamente artigianale. Poi, un giorno, Alberto Ceccarelli -grande amico di Pier Gavino, nonché ingegnere gestionale- suggerisce alla coppia di lanciare lo snack sul mercato. Detto, fatto! Oggi Platatine, il marchio creato dai tre sulla base di questa felice intuizione gastro(eco)nomica, rappresenta un unicum a livello europeo, e quasi non riesce a pubblicizzare i propri articoli per via dell'alto numero di richieste, a fronte di una produzione ancora limitata.
La squadra e la filosofia di Platatine
Ora che siamo entrati nel vivo del racconto, andiamo a conoscere la squadra al completo: oltre a Eydi, da sempre attiva in ambito imprenditoriale, Pier Gavino, ex membro della Guardia di Finanza con il pallino per la ristorazione, e Alberto, attuale responsabile dell’area marketing, il gruppo Platatine è composto da Alessandro, esperto in management e sistemi industriali, e Maximiliano, specializzato nelle tecnologie IT. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, alla base del loro recente successo non c’è solo un piano di sviluppo aziendale ben congegnato.
“Il valore aggiunto del prodotto sta proprio nel tentativo di conciliare benessere fisico, ambientale e sociale”, spiega Alberto. “La polpa del platano, infatti, è ricchissima di fibre, vitamina C e potassio; la buccia, invece, si può impiegare nella realizzazione di bioplastiche performanti e rispettose della natura. Quanto alla provenienza della materia prima, siamo in contatto con degli intermediari che effettuano controlli molto rigidi per tracciare la filiera dei frutti raccolti nelle piantagioni, ma in futuro vorremmo rivolgerci direttamente agli agricoltori, in modo da supportare le comunità rurali”. Le chips di platano, dunque, coniugano qualità e sostenibilità (qui trovate altri esempi di snack realizzati in modo simile). Ma cosa le differenzia dalle comuni patatine in busta?
Platatine. Dal platano alle chips in busta
Anzitutto, l’etichetta corta, perché “la ricetta messa a punto da Eydi dopo il matrimonio prevede l'impiego di soli tre prodotti: platano verde, olio di oliva e sale rosa dell'Hymalaya”. E poi, le potenzialità espressive in campo gastronomico: come ci spiega Alberto, infatti, ogni tipologia si presta a usi differenti. "Le chips classiche, chiamate Tajaditas, hanno una forma allungata particolarmente elegante che le rende ideali per arricchire le poké bowls e i burger, ma a noi piacciono molto anche al naturale, come spezzafame; poi ci sono le Redondas, sagomate a rondelle -perfette per le ciotoline dell'aperitivo- e il Musa Crunch, un crumble dai grani irregolari che conferisce una croccantezza unica alla panatura di carne e pesce". Col tempo, però, la gamma degli snack si è ampliata, e oggi include anche finger food a base di batata viola a pasta bianca, manioca e barbabietola. E la lavorazione? "I passaggi vengono eseguiti interamente a mano. Si inizia lavando, sterilizzando e sbucciando il platano, per poi tagliare la polpa a fette sottili. Segue la frittura in olio di oliva e, da ultima, l'asciugatura con un'apposita centrifuga".
Il profilo sensoriale delle chips di platano artigianali
Che siano Redondas o Tajaditas, le chips di platano regalano il piacere del morso e, al tempo stesso, una serie di nutrienti preziosi per l'organismo. "Non solo: i nostri amici chef e nutrizionisti ci hanno fatto notare come riescano a stimolare in modo amplificato tutti e 5 i sensi”, spiega Alberto. “A prima vista, infatti, il colore giallo acceso e l’aspetto genuino le rendono ancor più appetibili rispetto alle classiche patatine; quando le si afferra, poi, non ungono le mani, grazie al passaggio in centrifuga che drena tutto l'olio in eccesso lasciandole asciutte e porose (al punto da suscitare l'interesse di alcune librerie con bar annessi, come la Feltrinelli, in cui la degustazione durante la lettura è parte dell'esperienza!); inoltre, hanno un profumo freschissimo e stimolano l'udito con un “crunch” persistente, dovuto all'utilizzo dell'olio di oliva e alla particolare texture del platano. Quanto al gusto, bisogna assaggiarle per farsene un'idea...ma abbiamo riscontrato che piacciono praticamente a tutti". Non meno importanti, i benefici per la salute: le chips di platano, infatti, diversamente da quelle di patate hanno un basso indice glicemico e un elevato contenuto di fibre ("non a caso, molti chef le aggiungono ai piatti in uscita per renderli sani e bilanciati dal punto di vista nutrizionale").
Non solo chips. Gli altri prodotti di Platatine
Il platano vanta talmente tante virtù che sarebbe un peccato non sfruttarlo per proporre al pubblico un'intera linea di cibi healthy. Il team di Platatine, dunque, ha già avviato la produzione di una farina priva di glutine ricavata dalla macinatura del platano verde, con tutta una serie di accortezze. "A iniziare dalla lavorazione del frutto integro: vogliamo evitare di utilizzare le bucce essiccate e la polpa dei platani maturi -come fanno alcune grandi aziende attraverso processi di macinatura massivi- perché compromettono sia il sapore finale, sia lo spettro di applicazione dell'ingrediente. Tra i suoi punti di forza, infatti, c'è proprio quello di poter essere utilizzato per preparare un discreto numero di pietanze dolci e salate, dai muffin al pane, fino ai pancakes". Ancora in via di sperimentazione, invece, la pasta, "ma speriamo di lanciarla sul mercato a breve: siamo alla ricerca di investitori. Nel frattempo, l'abbiamo testata con ogni sugo possibile, dalle zucchine trifolate al ragù. Buonissima!"
Platatine- Vicolo Vittorio Veneto 10 – 00036, Palestrina (RM)- www.platatine.com
A cura di Lucia Facchini