Mia mamma, Daniela, รจ quella che oggi viene definita una ยซboomerยป. Figlia degli anni '60, ha imparato a cucinare da bambina per necessitร , preparava il sugo per la sorella mentre nonna era al lavoro alla mensa scolastica. Lo ha fatto per quel senso di responsabilitร che caratterizza tutte le donne della mia famiglia, poi perรฒ ha continuato per amore, trovando un suo modo di stare ai fornelli, riuscendo a conferire il suo tocco magico a qualsiasi ricetta: da un semplice sugo di pomodoro a un hummus, il piรน internazionale dei piatti, qualsiasi cosa faccia porta la sua firma indelebile, inconfondibile. I piatti di mamma li riconoscerei tra mille: sapori semplici, pochi ingredienti, tanto (buon) olio extravergine d'oliva, uno spicchio d'aglio a insaporire, un po' di peperoncino. Un gusto mediterraneo fino all'osso che riporta anche nelle ricette straniere.
Quando si cucinava per dovere
Vengo da una famiglia dove il cibo ricopre sรฌ un ruolo importante, ma non รจ mai stato poi troppo valorizzato: la mia non รจ la classica ยซNonna Paperaยป, e non lo era nemmeno la mia bisnonna, nonna Franca, da me soprannominata ยซNonna Ohยป: romana incallita, mi sfidava a carte e apostrofava tutti in questo modo, testarda e spiritosa. Per mangiare bene mi portava al ristorante, ero la sua unica bis-nipote, la cocca di turno, offrirmi quel piattone di ravioli per lei era il massimo.
Quelle nella mia famiglia sono donne risolute, soprattutto la vecchia guardia. Mia mamma รจ stata la prima a sperimentare, copiare le beniamine dei programmi TV, sbirciare su internet, farmi tradurre le ricette dai libri stranieri. La Vigilia a casa nostra, quando ci si riuniva ancora tutti, era una festa grande, con la tavola apparecchiata in pompa magna e quegli antipastini che sembravano cosรฌ innovativi. L'umiltร di fondo l'ha sempre fatta mettere in ascolto e la sua cucina รจ cambiata col tempo, insieme a lei. Insieme a noi.
Gli anni '90 e l'ossessione per i cibi light
Negli anni '90 sono arrivata io, e con me un modo diverso di cucinare in quel pazzo decennio a metร tra due epoche, dopo il muro di Berlino ma prima del nuovo Millennio, un limbo culturale confuso e pieno di contraddizioni. Era l'era dei Nirvana e delle boy band, ossimori continui anche a tavola, con un'attenzione maniacale ai corpi che cominciava a sedimentarsi. E cosรฌ, mentre Stefano Accorsi ci ricordava che ยซdu gust is megl che uanยป, tutto il resto diventava light, dal Philadelphia alla Coca Cola. Ognuno รจ vittima della sua epoca, e nell'onda del salutismo sfrenato per un lungo periodo ci sono finiti anche i miei genitori.
A casa nostra il grasso era severamente bandito: lo yogurt era magro, il latte scremato, la margarina (con il suo bel carico di grassi idrogenati) aveva sostituito il burro. Gli acerrimi nemici di mia mamma? Panna e mascarpone, che forse non ha mai comprato. Ma poi eccola lรฌ, la contraddizione di quegli anni, la crostatina Mulino Bianco sbriciolata in fondo al mio zaino, ridotta in polvere dal peso del sussidiario.
Una vegetariana inconsapevole
Mentirei se dicessi che ho imparato a cucinare grazie a lei: il suo fare premuroso non me l'ha mai permesso, ho iniziato quando sono andata via di casa. Avevo diciott'anni e nessuna esperienza, eppure in cucina sono riuscita a muovermi subito con scioltezza. Ero a Londra, bombardata di sapori da tutto il mondo, il mio gusto si รจ evoluto, e cosรฌ anche il suo. Ha assaggiato prodotti nuovi, ha iniziato a usare il curry (non benissimo, lo ammetto) e abbracciato una diversa concezione del cibo.
La scelta del vegetarianesimo l'ha sempre supportata, in parte condivisa. L'abbondanza di verdure รจ una costante per lei, chili e chili di broccoletti, verza, bietole... e i suoi adorati peperoni arrosto. D'inverno zuppe di legumi e cereali erano la norma quando tornavo da scuola, minestrone e vellutate la facevano da padrone, i vegetali non sono mai stati solo un contorno, ma parte principale del pasto, cosรฌ come i legumi, quelle lenticchie al sugo che mangiavo a gran bocconi con il pane.
Oggi sono spesso io a cucinare per mia mamma, le preparo fettine panate di farina di ceci, avocado toast con uovo in camicia. La porto al mio forno di fiducia per assaggiare il pane contemporaneo, ci scambiamo consigli e insieme continuiamo a crescere, dentro e fuori dalla cucina. Con il cibo ci lavoro, รจ parte della mia quotidianitร , oltre che una passione. Ma per quanti piatti possa assaggiare, per quanti prodotti nuovi possa scovare, il sapore della cicoria ripassata in padella di mia mamma resterร sempre il piรน nitido, il piรน confortevole. Una poesia dolcissima, con una punta di piccante, ยซun po' di peperoncino ci vuole sempreยป.
Buona Festa della Mamma, alla mia e tutte le mamme del mondo.