Riuscite a immaginare il Capodanno senza il binomio lenticchie e cotechino? Una coppia inossidabile che si materializza sulle tavole degli italiani allo scoccare della mezzanotte, quando ormai anche le migliori forchette della famiglia hanno perso ogni traccia di appetito. Impossibile, però, non assaggiarne almeno una cucchiaiata: è pur sempre un simbolo di ricchezza e buon auspicio, senza cui il cenone perderebbe tutta la sua magia. Di esempi simili se ne potrebbero fare tanti, perché durante la notte di San Silvestro il cibo si carica di un forte valore metaforico, scandendo le ultime ore che separano l’anno vecchio da quello nuovo in ogni angolo del globo (a proposito: qui gli chef ci hanno svelato le ricette tipiche dei loro paesi d’origine da preparare in casa). Ma quali piatti si cucinano nel resto d'Europa per festeggiare questa ricorrenza? Prevalgono i banchetti luculliani o le cene frugali con i cibi di tutti i giorni? Per scoprirlo, abbiamo intercettato le tradizioni gastronomiche più interessanti dell’intero continente (e qualche piccola superstizione, come quelle diffuse nella cultura popolare nostro paese).
Il dopo-cena di Capodanno in Spagna: l’uva de la suerte
Nochevieja. Così gli spagnoli chiamano l’ultimo giorno dell’anno, che si conclude con una sfida godereccia a colpi di uva. Si, avete letto bene. La tradizione vuole che nei 12 secondi prima della mezzanotte le persone mangino più velocemente che possono una dozzina di acini, tenendo il ritmo con i rintocchi battuti dall’orologio della Puerta del Sol a Madrid. Nella tradizione, coloro che rimangono in casa assistono al countdown in diretta televisiva, mentre gli altri si riversano nelle piazze provvisti di cestini contenenti frutta. Parliamo del rito beneaugurale più sentito del paese: secondo gli abitanti, infatti, chi riesce a mangiare tutti gli acini dell’”uva della suerte” ha di fronte a sé un anno ricco di successi e piacevoli sorprese.
Diverse le ipotesi circa l’origine dell’usanza; secondo alcuni storici si diffuse negli anni ’80 del secolo scorso, quando un gruppo di madrileños protestarono contro l’abolizione delle feste serali da parte del consiglio comunale, che aveva proibito al pubblico di scendere in strada nella notte fra il 5 e il 6 gennaio. I giovani ribelli, dunque, si riunirono per divorare pubblicamente gli acini d’uva, a imitazione dei nobili che erano soliti consumarla insieme allo Champagne come gli esponenti dell’aristocrazia francese. Un gesto provocatorio ripreso dalla stampa negli anni a seguire, fino a entrare nell’uso collettivo. Forse, però, la sua popolarità si deve anche all’intraprendenza degli agricoltori, che nel 1909 lanciarono questo rito per smaltire l’uva avanzata da una vendemmia troppo abbondante.
Capodanno in Inghilterra. Giochi gastronomici per tutti
Nel Regno Unito la notte di Capodanno è l’occasione ideale per organizzare giochi gastronomici in compagnia, senza mai prendersi troppo sul serio. Le idee più bizzarre? Mettere a scaldare il liquore sul fuoco fino a renderlo (quasi) bollente, per poi immergervi dei pezzetti di frutta secca; a turno, i presenti dovranno estrarli con delicatezza cercando di non scottarsi troppo. Se questa gara è chiaramente riservata a un pubblico adulto, anche i bambini hanno il loro bel daffare durante la cena del 31 dicembre. Fra le competizioni più gettonate troviamo quella che consiste nel saltare a piedi pari in un cerchio di candele accese disposte sul pavimento, senza farne spegnere nemmeno una. Il premio? Una fetta di Christmas Pudding e i tanto amati biscottini di pan di zenzero (qui trovate la loro storia)
Sulla tavola di San Silvestro, poi, non possono mancare i dolci fatti in casa, all’interno dei quali vengono nascoste delle monete: chi le trova (durante il taglio o l’assaggio, con seri rischi per la dentatura al verificarsi della seconda ipotesi) potrebbe accumulare cospicue fortune nei mesi a seguire. Un’altra curiosità: secondo gli inglesi, la prima persona che varca la soglia di casa dalla mezzanotte del primo gennaio in poi porta fortuna alla famiglia ospitante. Per ringraziarla le vengono offerti in dono pane appena sfornato, pacchi di sale e carbone dolce.
Tradizioni gastronomiche del Capodanno in Germania e in Francia
Bevande calde e piatti confortevoli: i tedeschi non hanno alcun dubbio sullo spirito con cui affrontare la notte di San Silvestro. Per brindare niente di meglio che la versione teutonica del nostro amato vin brûlé (qui trovate la ricetta originale con tutte le varianti europee del caso), l’impronunciabile Feuerzangenbowle, un drink composto da vino rosso, rum, bucce di arancia, cannella e chiodi di garofano. Allo scoccare della mezzanotte, inoltre, i parenti si scambiano prelibatezze ad alto tasso glicemico, fra cui scatole di praline assortite e maialini di marzapane (sapete da dove proviene questa pasta dolce? Ve lo spieghiamo qui), piccoli talismani edibili che oggi vengono anche preparati lavorando la pasta di zucchero o il cioccolato. Al momento di coricarsi, bisogna lasciare sulla tavola apparecchiata un piatto colmo di cibo, che servirà ad attirare la fortuna nei primi giorni dell’anno nuovo.
Anche i francesi giocano in casa con piatti e ricette di stampo tradizionale, puntando sui prodotti più ricercati d’Oltralpe: Champagne, ostriche, foie gras, tartine al burro e formaggi a pasta molle. Durante il cenone - le Réveillon de Saint-Sylvestre - dev’essere sempre presente la frutta secca di 13 tipi diversi, e accanto al presepe trova spazio il cosiddetto “grano di Santa Barbara” (Blé de la Sainte-Barbe); quest’ultimo è costituito da tre piccoli germogli, coltivati a partire dai primi giorni di dicembre ed esposti a tavola in occasione del pranzo natalizio. A Capodanno, tuttavia, i francesi li utilizzano per abbellire la natività, in attesa di piantarli il giorno dell’Epifania.
Olanda e Svezia: piatti tipici per un Capodanno antigelo
Fin qui abbiamo parlato soprattutto di usanze legate ai singoli cibi, fra evergreen e riti portafortuna, ma il Capodanno negli altri paesi europei prevede anche la preparazione di piatti più complessi. In Olanda, ad esempio, si cucina l'Erwtensoap, una zuppa corroborante studiata per ritemprare il corpo dei cittadini più intrepidi, che si lasciano alle spalle l'anno appena trascorso tuffandosi dal molo di Scheveningen nelle gelide acque del Mare del Nord. Questo piatto caldo è composto in gran parte da piselli, cui si aggiungono alcuni tagli di carne misti - pancia, piedino, collo e stinco di maiale - cipolla, porro, sedano, chiodi di garofano e alloro. Per renderlo più sostanzioso, gli olandesi reduci dall’impresa vi immergono il rookworst, un grande wurstel affumicato che necessita di una cottura analoga allo zampone. Ecco qui: abbiamo trovato il parente alla lontana della coppia lenticchie e cotechino.
Tutt'altra storia in Svezia, dove il freddo non consente di improvvisare tuffi notturni. Per riscaldarsi gli svedesi fanno ricorso a un rimedio alcolico sempre valido: l'Odarka Taffel Aquavit, un distillato di patate aromatizzato con cumino, coriandolo, finocchio e sherry. Il primo dell'anno, invece, preparano una sorta di porridge nordeuropeo con riso o grano cotto nel latte, zucchero, cannella e pezzetti di mandorle (chi ne trova molte nella propria scodella avrà un anno fortunato).
Piatti per la famiglia. Capodanno in Grecia e Bulgaria
In Grecia la notte fra il 31 dicembre e il primo gennaio è simile al nostro 24 dicembre. Con l'anno nuovo, infatti, i bimbi ricevono i doni di San Basilio (il "Babbo Natale greco"), in onore del quale le famiglie portano in tavola la torta Vassilopita, un comune ciambellone con latte, uova, burro e zucchero, che nonostante la semplicità della ricetta viene frequentemente acquistato nelle pasticcerie cittadine. Nell'impasto si inseriscono delle monetine e il taglio del dolce segue un rituale ben preciso: le prime tre fette spettano a Cristo, la Madonna e San Basilio, mentre quelle a seguire vengono assegnate secondo la gerarchia domestica, dal padre all'ultimo nato in casa.
Anche in Bulgaria la condivisione dei piatti in famiglia gioca un ruolo fondamentale. Ne sono un esempio i Zelevi Sarmi, involtini di cavolo o vite che racchiudono un gustoso ripieno a base di riso e vengono cotti a lungo in una padella dai bordi alti fino a rendere morbide le foglie dell'involucro (un procedimento simile ai nostri involtini di verza: qui una ricetta da provare); è tradizione prepararne grandi quantità e posizionare il tegame ancora fumante al centro della tavola, in modo che ognuno possa servirsi da solo. Anche il taglio del pane è una piccola cerimonia: anziché affettarlo con il coltello, i bulgari preferiscono spezzarlo con le mani e distribuirlo agli ospiti (prima gli adulti, poi i piccini). Ognuno, però, dovrà farne avanzare un pezzetto, per metterlo sotto al cuscino prima di addormentarsi e veder realizzati i propri desideri. Talvolta anche i cibi più semplici possono portare fortuna!
a cura di Lucia Facchini