Quattro soci, quattro appassionati di caffè (e buon cibo), ma prima di tutto una famiglia. Chi dice che mescolando lavoro e relazioni non può uscirne niente di buono, dovrà ricredersi: Bap è la nuova caffetteria specialty di Roma, con cucina di ricerca e piatti di ispirazione internazionale. Ed è il frutto di un grande gioco di squadra, di una lunga tradizione familiare, quella della Torrefazione 68, storica realtà romana che da un po’ di tempo ha iniziato anche a lavorare gli specialty, e che sentiva ora il bisogno di avere un contatto diretto con i clienti.
Bap, il nuovo bar specialty di Roma
L’occasione buona è arrivata in zona Piazza Fiume, un quartiere felice dal punto di vista caffeicolo: proprio qui, Faro ha spianato la strada a tanti altri colleghi romani creando la prima, vera caffetteria specialty della città, senza compromessi. Da poco c’è anche la seconda sede de Le Levain, che ai dolci francesi ha affiancato i caffè di pregio, e ora tocca a Bap tenere alto il nome della zona, con una selezione curata e adatta a tutti. «Vogliamo riportare un po’ di spirito internazionale nel locale» spiega Giulia Mauceri, classe ’90, che insieme a Marianna Gallo (donna di sala e sommelier) e Matteo Anselmi (chef), ha ideato il locale (150 mq, di cui 110 di sala e 40 di cucina e laboratorio) partendo da un nobile obiettivo: far apprezzare il buon caffè, senza pressare il cliente. «Avremo un’offerta a 360 gradi, ci sarà un blend 100% arabica, poi 7 singole origini diverse. Siamo convinti che il cliente italiano abbia bisogno di tempo per approcciarsi agli specialty, e noi non abbiamo fretta».
Uno specialty per tutti
Le estrazioni saranno tutte presenti (affidate al latte artist Gianmarco Frosoni), dal V60 alla French Press, l’espresso naturalmente e poi le bevande al latte, anche in versione vegetale, come quella con latte di patata. La voglia di confrontarsi con i clienti è tanta, «abbiamo sempre venduto il caffè a bar e ristoranti, ora sentiamo il bisogno di fermarci a scambiare qualche chiacchiera con il consumatore finale». Il locale, però, non è solo caffè: «Vogliamo cercare di essere “specialty” in tutto, a cominciare dal pranzo, pensato soprattutto per i lavoratori d’ufficio, con materie prime ricercate lavorate in maniera semplice, poi le opzioni per il brunch, la colazione con piatti alla carta e la cena, che sarà più elaborata, ma inizialmente disponibile solo nei weekend».
Cucina internazionale e vini (anche) naturali
L’impostazione del menu è di stampo internazionale. La suddivisione è tra antipasti e portate principali, la cucina lavora a tutte le ore e non ci sono limiti per ordinare, «i pancakes li consigliamo a colazione, ma se arriva un cliente che li desidera alle 13, non ci sono problemi. Dall’apertura alla chiusura, si può ordinare qualsiasi pietanza in carta». Dalla cucina arriveranno piatti con qualche tocco straniero, specialmente le influenze giapponesi tanto care allo chef (che, tra le varie esperienze, annovera Acquolina e Il Convivio Troiani). Un esempio? «I gyoza all’ossobuco, la tecnica nipponica che si unisce alle materie prime italiane».
A pranzo, insalate fresche, selezione di formaggi, salmone Ora King affumicato in casa «e altri piatti golosi ma semplici, di cui non ci si stanca». Al vino penserà Marianna, che ha alle spalle diverse esperienze in tutta Europa, «prediligeremo la mescita, ci piace l’idea di poter variare il più possibile e assaggiare bottiglie nuove con i clienti, far girare le etichette». Vini convenzionali, ma anche molti rifermentati e orange, «Marianna ha un’attenzione particolare al naturale». E poi bevande analcoliche selezionate con cura, dalle sode ai succhi.
Cornetti all'italiana e croissant francesi
La mattina, invece, oltre alle opzioni al piatto ci saranno i lieviti di Lorenzo Spavone (che ha fatto scuola con il pastry chef Fabrizio Fiorani). Alla base, l’ottimo burro d’Isigny francese, e le farine del Molino Pasini: materie prime che, insieme a una bella tecnica, daranno vita a croissant in stile francese, sfogliati e friabili, pensati per accogliere ingredienti salati. Per tutte le farciture dolci, invece, ci sarà il caro vecchio impasto all’italiana.
Ma, insomma, che significa Bap? «Mio nipote lo usava al posto di “top”. È rimasto uno scherzo tra noi in famiglia, lo ripetiamo sempre… è una parola che ci rappresenta».
Bap – Roma – via Raffaele Cadorna, 5 – dal 4 luglio 2024
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