Ne è passata di acqua (ma anche di coca cola e di caffè e tè) sotto ai ponti che uniscono l’invenzione di un matematico di 2000 anni fa, Erone di Alessandria, per distribuire automaticamente e a pagamento l’acqua sacra di un tempio attraverso l’attivazione di un meccanismo a leve, a quella dei modernissimi distributori (alias vending machine) che ti propongono di tutto, dal caffè al sandwich o al piatto pronto gourmet, che fanno pagare wireless, ordinare attraverso un’app dal telefonino e ti indicano se nelle vicinanze c’è un altro distributore con meno fila.
Dai giornali al chewing gum
La prima cosa simile a una moderna dispensatrice automatica di bevande a pagamento nasce in Usa nel 1884: il 16 dicembre a Minneapolis William Henry Fruen deposita il brevetto per il primo distributore di acqua. Il funzionamento era semplice e utilizzava lo stesso concetto meccanismo a leve di Erone: il peso di una monetina azionava gli ingranaggi che portavano a far cadere l’acqua nel bicchiere sotto a un beccuccio erogatore. Una sessantina di anni prima di lui, però, un venditore di libri inglese, Richard Carlile, approntò la prima macchina che distribuiva quotidiani a pagamento, mentre nel 1867 Simeon Denham brevettò la prima macchina automatica per la vendita di francobolli. Dopo di lui, il londinese Percival Everett inventò un dispenser automatico a pagamento di cartoline, poi una bilancia a monete; dopodiché partì per l’avventura americana e lavorò all’espansione ed evoluzione di quel mondo fatto di automazione che in quegli anni stava già sfornando le prime slot machine, i primi flipper e i primi juke-box (anno di nascita San Francisco, 1899).
Intanto, a New York la Tutti-Frutti aveva già colonizzato le stazioni della metropolitana di New York con i suoi distributori di chewing-gum e la tedesca Stollwerck stava piazzando le sue 15mila macchine automatiche per la distribuzione del suo cioccolato. Eppure, già in piena Rivoluzione Industriale, nell’Inghilterra del Settecento, nelle taverne funzionavano le prima macchinette che per mezzo penny offrivano tabacco: ma l’automatismo era ancora di lì a venire, perché queste “honour box” ricevevano l’halfpenny, ma poi l’apertura e la richiusura dello sportello e la dose giusta da prelevare erano appunto lasciate “all’onore” del cliente.
Dalla Coca-Cola al caffè
Agli albori del Novecento, comunque, la strada era ben aperta. Da quelle prime avventure, fu poi l’espansione di un nascente colosso come Coca-Cola a determinare la moltiplicazione dei distributori automatici a pagamento, nei primissimi anni del secolo. Nel 1946 nasce il primo distributore automatico di caffè e nel 1950 arriva il distributore refrigerato di sandwich.
Il primato italiano
I primi distributori automatici di caffè in Italia arrivano nel 1963: la firma è quella di Faema che brevetta un meccanismo in grado di macinare il caffè tostato e di versarlo previa infusione nel bicchierino. Bastava metterci dentro 50 lire. È il primo fondamentale mattoncino nella storia della produzione di caffè di qualità nei distributori automatici. Cinque anni dopo, per marcare la sua presenza nel business della distribuzione automatica di caffè, la friulana Zanussi acquisisce la bergamasca IMD, la ditta da cui avrà poi origine l’attuale e sofisticata generazione di macchine Necta, quelle all’avanguardia nel mondo delle vending machine che proprio in Italia segna un primato: siamo il Paese europeo col maggior numero di distributori automatici (uno ogni 73 abitanti contro una media Ue di uno ogni 190) e con un “parco macchine” che fino al 2017 cresceva a una media di circa 12mila macchine l’anno. Insomma, tra uffici e luoghi pubblici – dai comuni agli ospedali, tra scuole e uffici amministrativi vari – si contano oltre 830 mila vending machine per un giro d’affari che si attesta sui 4 miliardi di euro annui per oltre 12 miliardi di consumazioni tra food, bevarage e caffè in capsule o cialde.
La leadership del Gruppo Evoca con Necta
Oltre al primato dei distributori, l’Italia dà sede anche al gruppo leader a livello mondiale nella costruzione di macchine automatiche: parliamo di Evoca Group – con sede a Valgrembo in provincia di Bergamo – che oltre al primato per la produzione di macchine professionali per il caffè è anche uno dei principali operatori internazionali nei settori Horeca e OCS (Office coffee service). EVOCA commercializza i suoi prodotti attraverso dieci brand (Necta, Wittenborg, Saeco, Gaggia, Ducale, SGL, Newis, Cafection, Futurmat e Visacrem) e conta più di 10.000 clienti in oltre 140 Paesi in tutto il mondo, 2.000 dipendenti e ricavi superiori a 450 milioni di euro. Il gruppo opera a livello globale con 9 siti produttivi, 8 centri di ricerca e sviluppo e ha al suo attivo oltre 600 brevetti registrati.