Biscotti, fiocchi d’avena, pancake, pane tostato, yogurt greco, ma soprattutto porridge. Sono queste le parole chiave che delineano la prima colazione italiana di oggi, in cui è cresciuta l’attenzione alla salute e al mondo del proteico. Insomma, il primo pasto della giornata è diventato davvero importante anche di più del pranzo o della cena. Ma come è cambiata negli anni la prima colazione nel nostro paese? «Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con il benessere del miracolo economico e con un’educazione alimentare crescente, entra nel costume della nostra alimentazione anche la prima colazione», racconta l’antropologo Marino Niola. Si parla di un periodo che va dagli anni Cinquanta fino alla prima metà degli anni Sessanta quando «gli italiani diventano ricchi e cambiano le abitudini. Entrano nel mercato nuovi prodotti», basti pensare che nel 1953 nacque il Buondì, una delle prime merendine/brioche prodotte dalla Motta.
La colazione: la guerra e il miracolo economico
Durante gli anni della guerra, la colazione non era ancora percepita come un’abitudine consolidata, quando si avevano le possibilità di poter consumare un pasto al mattino, questo consisteva negli avanzi del pranzo o della cena del giorno precedente. «C’era gente che si alzava la mattina e se era rimasta pasta e fagioli, mangiava quella a colazione», racconta Niola. La colazione dei contadini era a base di formaggio, polenta, pane raffermo e pomodoro. Dopo il miracolo economico, la situazione cambia: «Negli anni Settanta cominciano a diffondersi prodotti sempre più specializzati e specifici, come cornflakes e anche i biscotti».
Latte e biscotti non tramontano mai. I secondi sono un must e iniziano la loro scalata verso le tavole della colazione già nei primi anni Cinquanta – gli Oro Saiwa, ad esempio, furono introdotti sul mercato già nel 1953. Quello che è successo ai biscotti nel corso del tempo è un processo di trasformazione, non sono mai scomparsi, ma da «semplicissimi, neanche troppo dolci, perché sono biscotti austeri, poveri, lentamente diventano sempre più ricchi, sontuosi, si arricchiscono ulteriormente di altri ingredienti, sul mercato avremo biscotti allo yogurt, alla frutta secca, e via dicendo».
Gli anni delle merendine
Il latte non è mai mancato sulle tavole della colazione, da sempre, magari sostituito dagli yogurt verso gli anni Settanta. Negli anni Ottanta inizia il boom delle merendine: dopo la crisi, le donne hanno ripreso a lavorare e la merendina rappresenta un modo per velocizzare la colazione dei figli: «Anziché fare come si faceva una volta con pane e marmellata che richiedeva tempo di lavoro da parte della mamma, la merendina è già pronta». Tra gli anni Ottanta e Novanta, anche se c’è un interesse maggiore per le merendine, «i prodotti cominciano a diversificarsi, sono più profilati: arrivano le diete alimentari, ci sono i tabù alimentari e l’industria tiene conto anche di queste esigenze immettendo sul mercato prodotti sempre più diversificati», racconta Niola.
La colazione oggi
«Continua l’attenzione al benessere cominciata qualche anno fa in questa categoria», fanno sapere da Esselunga e a conferma di questo, c’è anche la testimonianza storica, come spiega Marino Niola: «Dai primi Duemila oggi è cresciuta sempre più la richiesta salutistica: come le bevande “diversamente latte” a base di soia, riso, avena, mandorle, consumate da chi ha delle reali intolleranze alimentari, cresciute nel tempo, o da chi segue determinate diete alimentari». L’ossessione per il porridge che spopola su tutti i social ha dei dati a conferma, come spiegano da Esselunga: «Continuano a crescere i cerali in tutte le declinazioni, soprattutto il segmento protein e l’avena che viene usata per il porridge».
«Per quanto riguarda i biscotti comuni da colazione - spiegano da Esselunga - cresce l’attenzione per il benessere più che altro legato alle intolleranze (ad esempio senza lattosio), nonostante rimangano ai primi posti i pilastri classici della colazione come i frollini al cioccolato». Il trend del benessere, poi, si rispecchia anche nella scelta delle fette biscottate: «Negli ultimi anni c’è stato un progressivo passaggio dalle classiche alle integrali o altre tipologie come orzo, cereali. Sono entrate nel mercato fette con inclusioni di frutta o cioccolato che hanno trovato una buona risposta dai consumatori», è quello che spiega Esselunga che poi conclude con una grande sorpresa: «Tendono a diminuire le merendine ad eccezione del Pancake che si è ben introdotto nelle colazioni degli italiani».
Il salutismo a colazione
Il fenomeno del salutismo degli ultimi anni si è concretizzato nell’ossessione per i piatti proteici e la colazione salata che, paradossalmente, richiedono più tempo per essere preparati. «È un lusso e si tende a concedersi. Oggi avere tempo è una delle cose che vale di più, vale più del denaro. Dopo il Covid quando le persone hanno avuto più tempo a disposizione e hanno cominciato a provare cose che non avevano mai provato, sono piaciute e ora tendono a farlo». L’alimentazione proteica e la colazione salata, nuove tendenze, «vanno di pari passo con l’avanzata dei dolci non dolci». E poi conclude: «La colazione salata è una fissazione degli ultimi tempi, e probabilmente è un segno del tempo perché c’è un eccesso di informazione alimentare; si pensa sempre di aver scoperto qualcosa che cambierà il modo di mangiare. Io non sono convito che durerà moltissimo perché la colazione, tradizionalmente, da quando si è imposta è stata sempre dolce».