Tutte le volte che Squid Game ha usato il cibo per raccontare la società

31 Dic 2024, 16:46 | a cura di
È disponibile su Netflix la seconda stagione del fenomeno di culto coreano sulla divisione di classe illustrata attraverso il cibo

Che la penisola coreana nell'ultimo decennio sia sempre più percepita come polo culturale è innegabile. Dal genere musicale K-Pop, alla fantasiosa cucina della Corea del Sud, alla tradizionalmente più blanda e controversa gastronomia nordcoreana, passando per la settima arte con opere cinematografiche come Parasite, prima pellicola sudcoreana ad aggiudicarsi la Palma d'Oro a Cannes e ben 4 Oscar (tra cui Miglior Film) a Hollywood. Ad aver traghettato la Corea nell'olimpo culturale sta contribuendo anche la popolarissima serie Netflix del 2021, Squid Game. Quest'anno, il giorno dopo Natale la piattaforma ha rilasciato la seconda stagione del fenomeno globale, registrando nuovamente un grande successo, posizionandosi al primo posto in tutti i 93 paesi in cui il servizio streaming on demand è disponibile. Il mortale gioco-reality al centro della storia racconta uno scontro ideologico e di classe, dove lo strumento della narrazione è spesso il cibo.

Squid Game, il gioco dei bambini coreani

Oltre a regalare a tutto il mondo ore di intrattenimento, Squid Game offre una critica pungente del sistema capitalistico in cui viviamo, con un'ampia frattura tra i ricchi agiati e il sottoproletariato disperato disposto a fare qualsiasi cosa per soldi, compreso partecipare a una sequenza letale di giochi per bambini.
La serie infatti trae il titolo da ojingŏ (오징어) (in inglese squid) un gioco per bambini praticato in Corea del Sud chiamato così perché la forma del campo di gioco disegnato sul terreno ricorda quella di una seppia, formata da un quadrato, un triangolo e un cerchio (simboli presenti anche nella serie). È un gioco a squadre i cui scopi principali sono due: o che gli attaccanti raggiungano l'obiettivo, o che le squadre si annientino a vicenda.
Per chi non avesse visto la prima stagione di Squid Game, alla base del racconto c'è una gara a eliminazione che vede i partecipanti impegnati in una serie di "giochi" che si svolgono su un'isola sconosciuta al largo delle coste della Corea del Sud, e in palio, una montagna di soldi. Gli organizzatori del gioco restano nell'ombra, e il protagonista, Seong Gi-hun scopre presto il perché. Pochi secondi dopo l'inizio della prima sfida, infatti, emerge il lato oscuro della gara. Una serie di giochi infantili, come "uno, due, tre stella" ma con un risvolto dark: chi perde la sfida viene ucciso dalle "tute rosa", soldati mascherati che hanno il compito di assicurare il corretto proseguimento delle sfide. Ma oltre le scenografie colorate e la violenza che rendono la visione inquietante, il tono viene stabilito anche attraverso il cibo consumato nel corso delle puntate, dove i diversi oggetti trasmettono lo status di ciascun personaggio, e il divario che li separa. Ecco le occasioni in cui la serie Squid Game ha usato il cibo per approfondire la narrazione.
Attenzione, spoiler!

Tteokbokki, cibo spazzatura

Il primo episodio della prima stagione utilizza il cibo come stenografia dello status di classe inferiore del protagonista Seong Gi-hun. Per il compleanno della figlia, Gi-hun le offre una cena a base di cibo di strada a basso costo: ovvero il tteokbokki, gnocchi di riso glutinoso saltati in padella e conditi con una salsa piccante. «Volevo comprarti qualcosa di più delizioso», le dice Gi-hun, mentre la bambina gli racconta della steakhouse in cui l'hanno portata la madre e il patrigno. Vedendo che questo lascia il padre ancora più sconfortato, la figlia lo rassicura dicendo che tteokbokki è molto più buono, dal momento che non le è permesso mangiare junk food. Il divario sociale è sottolineato dal cibo di strada e le ricche steakhouse, nonché l'uso del termine "cibo spazzatura" che implica una cucina di basso livello. Il tteokbokki incarna la netta separazione delle classi che presto sarà resa molto più evidente nei giochi.

Il primo pasto dei giocatori e delle guardie

Nel terzo episodio della prima stagione, Gi-hun, insieme ad altri 455 concorrenti, ha accettato di partecipare al misterioso gioco che promette un enorme premio in denaro. Il primo pasto che viene servito nelle loro camerate è una sorta di bento box contenente riso, kimchi, verdure e un uovo fritto, che ricevono facendo la fila. È un pasto senza fronzoli, pensato per nutrire i giocatori quanto basta per superare le sfide successive, e il cibo evoca ricordi diversi per i vari giocatori. Il cibo è distribuito in modo uniforme, servito in scatole di metallo tutte uguali. I giocatori stessi sono visti come meri componenti numerici del gioco. Il fatto che il riso non venga riscaldato dimostra quanto i giocatori siano in basso sulla piramide sociale, senza che venga fatto nemmeno uno sforzo per rendere il loro cibo più gradevole.
Ma nello stesso episodio, ci viene rivelato un altro dettaglio legato al cibo. La sottotrama principale della prima stagione riguarda il detective Hwang Jun-ho che si finge una delle guardie mascherate del gioco per infiltrarsi nel gioco e cercare il fratello scomparso. Grazie a Jun-ho, gli spettatori vengono a conoscenza della vita delle guardie quando non stanno terrorizzando i giocatori. Si scopre che le guardie con le uniformi del Cerchio non sono in realtà molto meglio dei loro capi: le loro stanze sono minuscole, hanno orari rigidi e i loro pasti sono solo leggermente più sostanziosi di quelli destinati ai giocatori. Le giardie Cerchio non ricevono nemmeno l'uovo fritto. Il vassoio di Jun-ho assomiglia all'archetipo della mensa di una prigione e gli viene consegnato come tale, attraverso una fessura nella porta.

dalgona squid game

La merendina dei bambini e la caramella

La mattina della seconda sfida, i giocatori ricevono una soboro, una merendina al gusto di arachidi insieme a una bottiglietta di latte per la colazione, il classico spuntino che si da ai bambini a scuola. Servirlo ai giocatori è un tentativo di infantilizzarli, ribadendo quanto siano al di sotto della classe dirigente. Inoltre, questo pasto è molto misero rispetto al precedente. Ai giocatori viene intenzionalmente dato sempre meno cibo, per manipolare il loro comportamento. Il cibo (o la mancanza di esso) usato come mezzo per controllare la popolazione, è pratica comune nei regimi totalitari.
Nello stesso episodio, il terzo della prima stagione, i giocatori si sfidano al terribile gioco del Dalgona. Popolare in Corea del Sud, questa caramella a base di bicarbonato di sodio e zucchero fuso, forma un disco rigido e friabile in cui è possibile premere delle forme. È anche il fulcro della seconda sfida, in cui ogni giocatore deve ritagliare perfettamente la forma da un disco di dalgona con un ago, pena ovviamente la morte. Questa come ogni sfida dei giochi illustra come la classe sfruttata non può permettersi di commettere nemmeno il più piccolo errore. Ma nella sfida della dalgona, in particolare, la soluzione di Gi-hun - leccare lo zucchero dal retro in modo che si sciolga lungo la perforazione della forma, copiata poi dagli altri concorrenti - appare particolarmente disumanizzante e umiliante.

Pannocchie, come per i cavalli

Nel quinto episodio, il terzo round di prove vede i giocatori impegnati in un'estenuante partita di tiro alla fune in cui la metà dei concorrenti muore. I sopravvissuti ricevono un generoso pasto post-partita: pannocchie di mais. In diversi punti, Squid Game allude al fatto che i giocatori sono simili a cavalli da corsa: competono ferocemente l'uno contro l'altro mentre le alte sfere li osservano e scommettono su di loro. Il mais è molto simile alla carota data in premio ai cavalli che hanno fatto una buona corsa. È interessante notare che Gi-hun stesso scommette su una corsa di cavalli nel primo episodio, complice di un simile sfruttamento degli esseri viventi, e il suo debito è ciò che lo spinge in primo luogo a partecipare al gioco.

Alcolici d'alta gamma per i VIP

Cosa c'è di più orribile che guardare persone disagiate che si sfidano in giochi per bambini e chi perde ci lascia le penne? Il pubblico, ovvero quelle persone che si divertono a guardare la carneficina e a scommetterci sopra. Nel settimo episodio della prima season, un gruppo di depravati, noti come "VIP", arriva in una misteriosa sede per assistere alle sfide. Lo fanno da una confortevole area lounge, sorseggiando vini e scotch pregiati attraverso maschere dorate che nascondono la loro identità. Gli alcolici di alta qualità sono la perfetta linea di demarcazione tra chi se li può permettere e chi no.

Bistecca per i finalisti

Semifinale: i tre giocatori rimasti in gara (Gi-hun, Sang-woo e Sae-byeok) nell'ottavo episodio sono invitati a consumare una sontuosa cena a base di succulente bistecche, diversi contorni e vino rosso, il tutto servito dalle guardie. I finalisti sono stanchi e troppo in là con gli anni per assaporare la cena, hanno in mente solo la morte e la vittoria. I tre giocatori sono assurti allo status di élite - persino vestiti in smoking per consumare il loro pasto - ma le orribili azioni compiute per arrivarci rendono la vittoria insapore.

Neanche un caffè

A chiusura della prima stagione di Squid Game, Gi-hun sopravvive vittorioso e con miliardi di dollari in banca, ma non ne spende nemmeno uno. Ancora traumatizzato dalla prova, è praticamente insensibile durante un incontro con il suo banchiere e non riesce nemmeno ad accettare la tazzina di caffè che gli viene offerta. La bevanda è un riflesso di tutto ciò a cui Gi-hun ha accesso ma che non riesce a rivendicare come suo. Alla fine, l'unico antidoto alla sua infelicità è usare i soldi per aiutare i cari delle persone uccise nel gioco.

collaborazione squid game bialetti mcdonald's

La stagione 2, che i nuovi giochi abbiano inizio

Ancora pima di essere disponibile su Netflix il 26 dicembre, la seconda stagione di Squid Game prometteva già di essere uno dei format più attesi dell'anno da quando i primi del mese è stata candidata ai Golden Globe, nella categoria "Best Television Series", a scatola chiusa. In sede di candidatura infatti nessuna puntata era ancora stata trasmessa. Non volendo spolierare anche questa, diciamo solo che nell'attesissima seconda stagione – malgrado le prove della gara siano diverse – di cibo ce n'è nuovamente in abbondanza, a partire dalla campagna di comunicazione. Netflix infatti ha avviato negli ultimi mesi un'imponente campagna di marketing in tutto il mondo. Dalla pizza di Domino's all'Happy Meal di McDonald's, molti sono i brand che hanno lanciato collab per promuovere la nuova serie. A Parigi le guardie mascherate in tuta hanno sfilato lungo i Champs Elysées, in Italia, il colosso dell'intrattenimento ha stretto una partnership con Bialetti, che ha realizzato una capsule collection ispirata a Squid Game: una moka, una travel mug e una bottiglia termica. Il brand di scotch whiskey Johnnie Walker, infine, ha presentato una bottiglia Black Label in edizione limitata con design ispirato ai giocatori della serie.

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