Dodici specialità islandesi che tutto sommato potreste anche perdervi

9 Gen 2025, 11:18 | a cura di
L'Islanda è una terra meravigliosa che consente esperienza uniche, dai geyser alle balene ai bagni termali. Ma malgrado il boom turistico la sua cucina resta piuttosto modesta

Cascate, geyser, balene, ghiacciai perenni, aurore boreali, sorgenti calde in cui perdere i sensi, lagune ghiacciate. Sono tanti i motivi per visitare l’Islanda, ma tra questi non troverete mai la sua cucina. Gli ingredienti sono pochi, la fantasia limitata, i ristoranti interessanti si contano sulle punte delle dita di una sola mano, al punto che molte liste online di posti dove mangiare senza svenarsi (perché tutto costa carissimo ai bordi del Circolo Polare Artico) segnalano come mèta il ristorante di Ikea, che poi è pure lontano dal centro di Reykjavìk. Insomma, per qualcuno le polpette svedesi sono tutto sommato una buona opzione in confronto a quello che può proporre la capitale più a Nord del mondo.
Ma siccome mangiare si deve, ecco undici specialità islandesi che, tutto sommato, potreste anche perdervi.

Hákarl
Lo squalo putrefatto più che un cibo è una sfida. Trovarlo, intanto. E poi, una volta trovato, mangiarlo. Che poi putrefatto non è ma fermentato a terra per alcuni mesi, ciò che lo pone in linea con i dettami più avanguardisti dell’alta cucina. La carne dello squalo è coriacea e inoltre, non avendo il temibile pescione un sistema urinario ed essendo quindi la sua urina dispersa nel sangue, ha un forte odore di ammoniaca che il lungo trattamento attenua solo in parte. Si presenta in forma di cubetti biancastri (lo potete vedere nella foto di apertura di questo articolo, ndr) che assomigliano a zollette di zucchero e se lo proverete vi guadagnerete rapidamente il rispetto degli islandesi.

Harðfiskur
Sono sono strisce di eglefino essiccato all’aria aperta e si mangiano con il burro come spuntino. Si trovano anche imbustate come patatine in qualsiasi supermercato o negozio di souvenir. Il sapore non è il massimo e nemmeno la consistenza ma grazie alla scarsità di grasi e di calorie e alla ricchezza di proteine e di nutrienti si può parlare certamente di un superfood

Fiskìsupa
Una più rassicurante zuppa di pesce e verdura molto densa e per la quale si utilizzano i pesci disponibili, prevalentemente l’ubiquo merluzzo, il salmone e i gamberetti. Si trova più o meno dovunque.

La Fiskìsupa

Kjötsúpa
È una zuppa di carne, in cui l’ingrediente principale è l’agnello, che in Islanda ha un sapore meno selvatico rispetto all’Italia e più simile al manzo. Aspettatevi una crema densa nella quale galleggiano pezzi di carne, patate e altre verdure. Un comfort food affatto gourmet ma alla fine piacevole.

Hangikjöt
Sempre agnello, in questo caso affumicato grazie a un lungo processo che un tempo avveniva nelle case e ora in appositi locali dove la carne viene appesa al soffitto avvolta da una rete. Si serve a fette, calde o fredde e in varie ricette. Un piatto povero e tradizionale amatissimo dagli islandesi, che ne consumano tanto soprattutto a Natale.

L'hangikjöt

Plokkfiskur
È un pasticcio di pesce che ha sfamato generazioni di islandesi. Nato come piatto povero si è ora “gentrificato” e se ne trovano versioni quasi gourmet. Resta comunque la base di pesce comune, merluzzo, halibut o eglefino, tagliato a cubetti e rafforzato da patate lesse, il burro, la farina, la cipolla e del pepe nero.

Fish and chips
È un altro piatto nazionale, del resto la disponibilità di merluzzo spinge a utilizzarlo in molte ricette diverse. La frittura è di solito leggera e con imponente panatura, ma per tre piccoli pezzi di merluzzo e una montagna di patatine potreste pagare fino al corrispondente di 25 euro. Uno street food a caro prezzo.

Hot dog
E a proposito di street food, Reykjavìk vanta una certa traduzione nel “cane caldo”, qui realizzato con un mix di carni miste che comprende anche l’agnello. Il baracchino più famoso è in pieno centro è tutto rosso e si chiama Bæjarins Beztu Pylsur (ovvero “il miglior hot dog in città”) e anche il Guardian, qualche anno fa lo incoronò come tale addirittura in Europa. I tipi un po’ si sono montati la testa e hanno aperto un baracchino anche nell’aeroporto di Keflavìk, ma con i suoi circa 5 euro resta la cosa più economica che mangerete in Islanda. E questo spiega le lunghe file anche con 6 gradi sotto zero.

Bæjarins Beztu Pylsur

Skyr
Un formaggio vaccino fresco e denso che assomiglia più allo yogurt ti tipo greco per consistenza e acidità. Può essere mangiato da solo, zuccherato o meno, oppure accompagnato con frutta, cereali, cioccolato, spezie. È ricchissimo di proteine e spesso potreste trovarne di fresco e artigianale.

Liquirizia
È sorprendente la passione islandese per i derivati della aromatica radice. In ogni negozio troverete confezioni della Appolo Lakkrìs (il fondatore era un appassionato di missioni spaziali ma evidentemente non di greco) con liquirizie di ogni foggia. Ma la loro vera passione è mangiarla come ripieno della cioccolata. E va detto che il mix di dolcezza e balsamicità, di croccantezza e morbidezza funziona abbastanza.

La liquirizia islandese

Sale
Terra vulcanica e con una intensa attività geotermica, l’Islanda produce sale con metodo antico nelle saline della penisola occidentale di Reykjanes. Ce ne sono molti tipi, tutti con una spiccata nota sapida e minerale. C’è quello nero di lava, quello aromatizzato alla liquirizia, quello mescolato con erbe e spezie. Un souvenir interessate ma anche qui dimenticate i prezzi italiani: per un piccolo barattolo di sale potreste spendere oltre 10 euro.

Brennivìn
In islandese vuol dire “vino che brucia”. Si tratta di un distillate di cereali o patate aromatizzato con il cumino. Gli islandesi lo chiamano anche svarti dauði, ovvero la morte nera, ciò che qualche indizio sulla sua potenza (siamo attorno ai 40 gradi). Viene servito con l’hákarl in particolate durante tra cui la tradizionale festa di metà inverno del Þorrablót.

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