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Le Marche da Ascoli Piceno all’Adriatico tra arte, sapori e cultura di terra e di mare

Il paesaggio plasmato dalla storia e dalla cultura contadina dell’Ascolano si trasforma lungo le colline del Piceno e arriva all’Adriatico, su cui si affaccia Fermo con le sue antiche cisterne romane e i suggestivi borghi

  • 09 Aprile, 2025

In collaborazione con regione Marche

Incastonata tra l’Appennino e l’Adriatico, la regione Marche rappresenta un tesoro nascosto nel cuore dell’Italia. Una terra ancora autentica, di rara bellezza, dove il paesaggio plasmato dalla storia e dalla cultura contadina si fonde con una tradizione culinaria millenaria. “Terra filtrata, civile, la più classica anzi delle nostre terre”, quello marchigiano – come scrisse nel secolo scorso il letterato Guido Piovene – e il più tipico dei paesaggi italiani che si sviluppa in un susseguirsi armonioso di colline e valli che dall’Appennino si aprono verso il mare.

Viaggio nelle Marche: un’esperienza che nutre il corpo e l’anima

Uno scenario tutto da scoprire, dominato da campagne punteggiate da case coloniche, da coste lambite da spiagge dorate e disseminato di eccellenze artistiche espressione di un pluralismo culturale, sedimentato nei secoli, che rende le Marche una delle regioni più ricche di beni culturali. Tra dolci colline, borghi medievali e il blu intenso del mare, un viaggio nelle Marche è dunque un’esperienza che nutre non solo il corpo ma anche l’anima, lasciando ricordi indelebili e la voglia di ritornare al più presto.

Ascoli Piceno: l’oliva e il Caffè Meletti

Mentre i fianchi delle colline marchigiane sono ridisegnati da distese di vigneti da cui originano alcuni dei vini più rinomati d’Italia, il patrimonio gastronomico locale offre un viaggio attraverso un ricco ventaglio di sapori che variano dalla costa all’entroterra.

Una rinomata tradizione culinaria che ha come portabandiera la famosa oliva tenera all’ascolana, già nota in epoca romana. Ripiena di carne e fritta, la preparazione dell’oliva all’ascolana è lunga e laboriosa: innanzitutto bisogna scegliere il frutto giusto – polposo, tenero, non amaro e della grandezza adatta -, occorre poi saperlo snocciolare ad elica con lo spelucchino (uno specifico coltellino), ricomporlo con il ripieno a base di maiale, pollo, manzo, vino, uova, parmigiano e olio, impanarlo e poi friggerlo. Le olive così realizzate sono il piatto forte del famoso “fritto misto“, una preparazione tipica della zona dell’ascolano a cui è dedicata una fortunata manifestazione culinaria, giunta alla ventunesima edizione.

“Fritti, non frottole!” è il claim dell’edizione 2025 di “Fritto Misto”, la manifestazione che si terrà dal 24 aprile al 4 maggio, presso la monumentale Piazza Arringo di Ascoli Piceno. Protagonisti della kermesse saranno le iconiche olive ascolane, i panzerotti pugliesi, gli arancini siciliani, il celebre “cuoppo” napoletano con crocchè, palle di riso e pasta cresciuta, e le irresistibili fritture romane tra baccalà, supplì e fiori di zucca. Non mancheranno le specialità regionali italiane come lo gnocco fritto modenese, gli agnolotti piemontesi e le fritture di paranza; mentre per gli amanti dei sapori dal mondo, spazio a tacos, burritos, gyoza, empanadas e involtini primavera. E per i più golosi un trionfo di dolci fritti, dai cremini ascolani ai cannoli siciliani, dalle bignole piemontesi alle graffe napoletane e i cornetti fritti. Infine la novità dell’edizione 2025 sarà l’Osteria della Cotoletta, dove degustare le cotolette più famose al mondo, accompagnate da vini e birre artigianali rigorosamente marchigiane.

E chi ha la fortuna di visitare la “città delle 100 torri”, sorta quasi 2500 anni fa in epoca pre-romana, non può non concedersi una sosta presso la rinascimentale Piazza del Popolo, considerata una delle più belle d’Italia. Ed è proprio qui che sorge il Caffè Meletti, un locale che è un capolavoro in stile liberty, fondato nel 1907 da Silvio Meletti, produttore dell’omonima anisetta, raffinato liquore locale a base di anice.

Da Hemingway a Guttuso, passando per Sartre e Pertini: è lunghissima la lista dei personaggi storici che hanno frequentato le sale di questo caffè storico d’Italia, decretato dal Re Vittorio Emanuele “fornitore della Real Casa”. Un’icona di eleganza e stile che ha ispirato persino Trilussa che, golosissimo di anisetta, scrisse “quante favole e sonetti m’ha ispirato la Meletti”. La ricetta originale di questo apprezzato liquore, custodita gelosamente dai maestri distillatori, risale all’Ottocento e prevede l’utilizzo esclusivo di semi di anice verde di Castignano: una varietà pregiata che conferisce un profumo delicato e un gusto ancor più morbido all’anisetta, tradizionalmente servita con l’aggiunta di un chicco di caffè.

Un viaggio attraverso il Piceno

Prima di lasciare il cuore del Piceno e dirigersi verso la costa adriatica, merita una visita il borgo medievale di Offida, famoso per il merletto a tombolo, per un carnevale storico, oltre che patria dei vini Pecorino e Passerina e dei famosi funghetti: un dolce che ha ottenuto la De.Co.( denominazione comunale), opera dell’ingegno culinario delle donne marchigiane che in un periodo di stenti, nel XIV secolo, idearono questi semplici dolcetti fatti solo con acqua, farina e zucchero, a cui più tardi venne aggiunto anche l’anice. Vale una visita anche il borgo panoramico di Ripatransone che vanta il vicolo più stretto d’Italia (solo 43 centimetri) e una vista spettacolare sulla Val Tesino. Tra l’altro questo piccolo centro noto anche come “il belvedere del Piceno” ospita una fra le manifestazioni folkloristiche e pirotecniche più antiche e singolari d’Italia, la festa del cavallo di fuoco, che anche quest’anno si svolgerà la prima domenica dopo Pasqua, il 27 aprile.

Il fermano, tra cultura e gusto

Affacciato sull’Adriatico e incorniciato dalle dolci colline marchigiane, il territorio fermano è una delle aree più affascinanti delle Marche. Il capoluogo Fermo, con la sua splendida Piazza del Popolo, è un autentico gioiello rinascimentale, ma il vero tesoro qui sono le Cisterne Romane, un sistema sotterraneo di raccolta dell’acqua realizzato nel I secolo d.C, tra i più grandi e meglio conservati d’Europa, che testimonia il rilevante ruolo dell’antica Firmum.

E anche la cucina fermana è espressione della possenza di questo territorio che spazia dal mare alla montagna: qui uno dei piatti simbolo è la cacciannanze, una focaccia cotta nel forno a legna, il brodetto alla fermana, una zuppa di pesce densa e saporita, e il frustingo, una torta a base di fichi secchi, noci e miele, tipica del Natale fermano. Tra le specialità anche le ciambelle dolci dalla caratteristica forma a clessidra, chiamate “strozzose”. La preparazione di questi dolci inizia il Venerdì Santo, giorno in cui le “vergare”, le donne di casa marchigiane, iniziano ad impastare; vengono poi fatte riposare il fine settimana e cotte il giorno di Pasqua, possibilmente nel tradizionale forno a legna.

Ma il Fermano, grazie a un clima favorevole e a suoli variegati, è anche una terra di eccellenze vinicole e tra le denominazioni più prestigiose spicca il Falerio DOC, un bianco elegante ottenuto da uve Trebbiano, Passerina e Pecorino, apprezzato per il suo equilibrio e la sua mineralità. Più recente è la riscoperta del Pecorino, antico vitigno autoctono che vive un momento di rinnovato splendore grazie alla dedizione di alcuni produttori locali.

Maccheroncini di Campofilone; un’eccellenza IGP

Il territorio fermano ospita alcuni borghi storici dal grande fascino, testimonianza dell’imponente passato, come Torre di Palme, considerato uno dei più belli d’Italia, Servigliano, con la sua pianta urbanistica settecentesca perfettamente conservata, e Montappone, noto per la produzione artigianale di cappelli.

Spostandosi verso la costa, si trova Campofilone, un paesino medievale dalla storia millenaria, famoso soprattutto per i Maccheroncini di Campofilone IGP, una pasta realizzata seguendo l’antica ricetta tramandata dai monaci: solo uova e semola di grano duro, senza l’aggiunta di acqua. La particolarità dei Maccheroncini di Campofilone sta nella loro lavorazione: l’impasto, ricco di uova, viene steso sottilissimo e tagliato in fili finissimi, che si sciolgono in bocca una volta cotti. La ricetta tradizionale prevede di servirli con un ragù di carne a lenta cottura che permette di esaltare la consistenza e il sapore autentico di questa eccellenza fortemente legata alla storia e al territorio marchigiano.

Regione Marche
Ancona
via G. da Fabriano, 9
www.letsmarche.it
fb: marche.tourism
IG: marche.tourism
Tik Tok: marchetourism

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