Qual è la differenza tra una pizza all’ananas e una tonda con Roquefort e riduzione di aceto balsamico o di mosto cotto? O tra l’ananas e la Nutella? La differenza, a quanto pare, è solo Gino Sorbillo: è lui che riesce a imbucare sempre colpi riusciti sui social anticipando tendenze o surfando su polemiche e topics: dal granchio blu alla Ferragni, dalla pizza dedicata a Silvio (il Cavaliere) a quella – ultima sfornata – all’ananas. Così lo scugnizzo furbetto e marpioncello dal cuore di Napoli lancia i suoi giochi mediatici puntando a coinvolgere il mondo intero: più sta in superficie e più attrae, più è pop e più piace, più intercetta la mediocritas collettiva e più vince. Certo, poi ci siamo noi comunicatori che lo spazio comunque glielo diamo: perché porta lettori anche a noi, perché piace anche ai nostri lettori, perché incuriosisce e perché alla fine contribuisce a determinare stili e discussioni nel mondo dell’enogastronomia.
Pizza all'ananas o risotto alle fragole?
La pizza all’ananas – invenzione global passata alle scene internazionali grazie al meccanismo social – alla fine non è poi tanto distante dal risotto alle fragole (nato negli anni della Milano da bere, tra ’80 e ’90) e anch’esso inviso ai puristi del risotto. Ma in fondo, perché l’ananas dovrebbe essere così odiato? Alla fine, è un frutto dolce e acido insieme che con il salato gioca bene (come i datteri col prosciutto, per esempio) e che sta bene anche con la pasta della pizza così come in un ipotetico strudel “creativo”. Il fatto che sia stata inventata in Canada (o comunque in Nord America) e – sembra – da un greco, non ne scalfisce di per sé la validità. Ma è chiaro che questa pizza all’ananas fa un po’ il paio con la pasta al ketchup del mitico Albertone in Un Americano a Roma. Se ci pensate bene, però, non è mica che l’ananas sia poi così distante da quei pomodorini gialli dolcissimi che ormai impazzano sulle tonde (d’autore e non) e per altro con risultati non sempre eccelsi (per chi, ad esempio, non ama i piatti eccessivamente dolci).
I mancati spunti creativi ed evolutivi
È evidente che la pizza all’ananas di Sorbillo è più una boutade per cercare di stare sempre sull’onda social (un po’ come quella dedicata a Barbie) e scaldare il suo pubblico, piuttosto che tentare un approccio più creativo e di qualità alla pizza partenopea. Non so, penso per esempio a una pizza-tatin all’ananas: un gioco culinario che potrebbe avere un senso e produrre una pizza-dessert fresca, moderna e classica al tempo stesso. O uno strudel di pizza all’ananas e/o ai frutti esotici. O anche costruire un contrasto ad hoc tra – per esempio – un ananas caramellato e un formaggio pungente (un mix con erborinati e pecorini, per esempio) che riuscisse ad amplificare profumi, sapori e contrasti. No, questa di Sorbillo è una uscita social, mediatica e basta. I suoi fan nei commenti (stimolati ovviamente dal pizzaiolo) dicono di tutto di più: da chi consiglia la chiusura del locale Presepe Napoletano by Sorbillo nel cuore del centro storico a chi invece non ha dubbi: “Fatta da te… anche la pizza con l’ananas è buona!”. Che dire? Lunga vita alla pizza, comunque e sempre!