"GialloZafferano? Mi sono sentita messa in panchina". Lo sfogo della fondatrice Sonia Peronaci

10 Dic 2024, 18:11 | a cura di
L'ex volto di Giallo Zafferano si confessa nella nuova puntata di Million$, il podcast di Joe Bastianich e Tommaso Mazzanti: "Quando ci hanno acquisito ho capito che loro volevano mandare avanti GialloZafferano, non Sonia Peronaci"

Era il 2015 quando Sonia Peronaci decise di dire addio a Giallo Zafferano, il sito di ricette fondato con il compagno Francesco Lopes e divenuto in poco tempo una delle più famose piattaforme editoriali di cucina in Italia. Una decisione dettatata un po' dall'espansione di Banzai Media, la società che l’aveva acquisita in parte nel 2009 e che dal 2010 ne è proprietaria , un po' dalla «voglia di provare altre strade per la divulgazione culinaria», come sostenuto dall'ex commercialista all'epoca della rottura con GZ. Oggi, nove anni più tardi, la food blogger si racconta ai microfoni di Million$, cogliendo l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa:«Quando ci hanno acquisito ho capito che loro volevano mandare avanti GialloZafferano, non Sonia Peronaci. E  ho pensato: "Che cosa ci sto qui a fare?"».

Gli inizi scettici di Giallo Zafferano

A catturare l'attenzione nel nuovo episodio del podcast condotto da Joe Bastianich e Tommaso Mazzanti, ceo e fondatore dell'Antico Vinaio, è la ricostruzione "dietro le quinte" dell'avventura Giallo Zafferano, il sito web dato alla luce da Peronaci nel lontano 2006. «All’inizio devo dirti la verità era tutta passione, però avevamo l’idea che quello doveva diventare il nostro lavoro», confessa a Bastianich il primo volto italiano della gastronomia online. Ma precisa: «Non l’abbiamo fatto per dire facciamo una cosa di passione e poi come va va. Anzi. Avevamo in mente che quello dovesse diventare il nostro lavoro».

«Ovviamente era molto prematuro il tempo, in quegli anni non c’erano smartphone, non c’erano tablet, la gente non credeva nel web, mi dicevano che era un fenomeno passeggero. All’epoca era questo il sentore. La cosa che racconto sempre è che quando sono andata in banca ad aprire il nostro primo conto ci hanno chiesto ‘Ma voi cos'è che fate?’ e gli abbiamo spiegato un sito di cucina e ci hanno risposto ‘Bhè non durerete molto’», racconta.

Il ruolo chiave di Banzai

Una previsione decisamente errata col senno di poi. «Nel 2015 solo con la mia faccia siamo arrivati a fare 2 milioni e mezzo di utenti unici. Avevamo già un bel traffico anche prima che ci comprassero, ma da soli io e Francesco non ce l’avremmo mai fatta. Non avevamo tutte le competenze che poi abbiamo acquisito e anche il supporto di un’azienda come Banzai, tant’è che poi ci siamo anche quotati in borsa con loro».

Ed è forse da qui che sono iniziate le incomprensioni:"Quando ci hanno acquisito ho capito che loro volevano mandare avanti GialloZafferano, non Sonia Peronaci. Quando ho capito che io ero messa un po’ in panchina, visto che avevo anche tante altre richieste da altre aziende di sviluppare progetti che stando dentro GialloZafferano non potevo fare - confessa - ho deciso di andarmene. Da lì hanno stravolto un po’ la cosa, hanno iniziato a fare questa piattaforma con su gente di ogni genere. Tutto si è trasformato: se prima GialloZafferano ero solo io, ora è un insieme di tante persone".

Il dopo GialloZafferano

Così è arrivato un nuovo percorso, o meglio un nuovo progetto in cui la foodblogger si è messa in prima persona e che infatti porta il suo nome. Anche qui in molti hanno avuto però da ridire. «Non ti dico quando ho chiamato il mio sito SoniaPeronaci, tutti a dirmi ‘ecco ma cosa vuoi fare tu’, adesso si chiamano tutti col nome e cognome. Ecco la critica è la prima cosa che ti arriva»,  racconta a Joe Bastianich. E sulla possibilità di una nuova acquisizione, Peronaci chiosa «Possiamo dire per adesso che Sonia Peronaci non è in vendita». Sempre a patto, come suggerito dal ristoratore americano, che «non arrivino offerte allettanti».

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