Il consumo di soia come una delle cause del tumore al seno: un assunto recentemente smentito da autorevoli studi scientifici. La rivista Critical Reviews in Food Science and Nutrition ha pubblicato i risultati di una nuova ricerca curata dal professor Mark Messina, secondo cui le donne che hanno ricevuto diagnosi di tumore al seno possono consumare derivati dalla soia senza subire effetti negativi.
Il timore degli isoflavoni
L’allarme nasce dalla presenza nella soia degli isoflavoni, o meglio fitoestrogeni, considerato che questi hanno una struttura chimica vicina agli ormoni sessuali femminili. E tutto è partito dal fatto che i fitoestrogeni possono essere causa di alcuni tipi di cancro. Tuttavia un’indagine sulle donne asiatiche è giunta questa conclusione: la soia non aumenta il rischio di cancro. Anche per chi ha un tumore al seno un consumo modesto di soia non esporrebbe il paziente al rischio di un peggioramento.
A tavola in Oriente da cinquemila anni
Appartenente al genere delle Leguminosae, la soia è conosciuta e consumata in Oriente da più di cinquemila anni: originaria della Manciuria e considerata tra le cinque piante fondamentali come riso, frumento, orzo e miglio. In Europa fu portata dai padri Gesuiti nel XVII secolo. È in sostanza uno dei pochi alimenti vegetali che possono offrire una qualità proteica paragonabile agli alimenti animali. I semi di soia sono considerati un cibo ad alto valore nutritivo: contengono fino al 40% di proteine e amminoacidi, tanto da essere considerati alimento base della dieta, dall’antico Oriente ad oggi.