Ci sono gli street food fest, le kermesse di moda, i food truck party e poi c’è il Festival Internazionale del Cibo di Strada di Cesena. Marchio registrato, il primo ad essere stato organizzato in Europa (era l'anno 2000), il più longevo: in questa dodicesima edizione, appena conclusa, a un importante giro di boa, perché orfano del suo fondatore, Gianpiero Giordani, funzionario della Confesercenti nonché figura storica di Slow Food (le due anime fondamentali nell'organizzazione dell'evento), scomparso la scorsa primavera.
La genesi del Festival Internazionale del Cibo di Strada di Cesena
Fu proprio Giordani nel Duemila ad avere la straordinaria idea di mettere insieme in un unico luogo i migliori produttori di cibo di strada, quello più vero e più democratico, dall'Italia e dal mondo (“Gianpiero ha aperto le frontiere e il dialogo con altre culture”, ha ricordato Graziano Gozi, Direttore della Confesercenti Cesenate), precorrendo di oltre 15 anni i tempi e le mode. Un evento che, se, al principio, incontrò molte resistenze, poi in città ha portato indiscutibilmente turismo e crescita, diventando un punto fermo del calendario autunnale e riscontrando successo e numerose imitazioni in ogni parte della Penisola.
Il premio dedicato a Gianpiero Giordani, l'ideatore del festival
Compianto, ma non certo dimenticato, Giordani: a lui è stata intitolata la novità di quest’anno, un premio che, tra le decine di delegazioni che animano il grande mercato di Piazza del Popolo, intende valorizzare l’attività che meglio testimonia la veracità del cibo di strada, ma che, al contempo, svetta per qualità della proposta, il punto cardine sul quale il Festival di Cesena vuole dstinguersi dai tanti omologhi/epigoni. Il “Gianpiero Giordani Street Food Award” nasce quindi per mantenere viva la memoria sull'operato del suo ideatore, ma anche per ricordare che il Festival ha come valori fondanti nella ricerca dell’eccellenza e della qualità e su questi intende sempre più crescere in futuro.
I due premi conferiti
Una giuria di giornalisti ed esperti, presieduta da Vittorio Castellani (alias chef Kumalè), storico consulente del Festival, ha emesso il suo verdetto, dopo una giornata di assaggi itineranti nei 23 stand in concorso (non erano chiamati a gareggiare i produttori dolciari, pur presenti in piazza, e i food truck, ai quali quest'anno, per la prima volta, è stata dedicata un'apposita area in Piazza della Libertà). La giuria ha preso in considerazione un solo piatto per ogni delegazione, con una griglia di valutazione che chiedeva di esaminare il cibo dalla prospettiva di gusto, materia prima, salubrità, portabilità e aspetto.
Due i premi conferiti: per la sezione “Italia” ha trionfato la delegazione ligure, con la mitica Focaccia di Recco proposta dal Consorzio della Focaccia di Recco; per la sezione “Internazionale” il vincitore è stata la Cina, con i ravioli di manzo della Ravioleria Sarpi di Milano, la prima popolarissima insegna di Hujian Zouh Agie (già premiata dalla guida Street Food del Gambero Rosso nel 2015).
I numeri in crescita
Oltre alla qualità, anche i numeri si sono rivelati in crescita: migliaia di persone hanno affollato le strade di Cesena durante i tre giorni del Festival, affascinate dalla variegata rassegna di cibi di strada da tutto il mondo, che ha portato sotto la quattrocentesca Rocchetta di Piazza, spalla a spalla, tamales e arrosticini, pizza e bombette, bao, tandoori, tortelli alla lastra e così via.
Gli incontri divulgativi
A far da scenario per gli incontri divulgativi l'adiacente Mercato Coperto, struttura che da qualche anno è stata riqualificata con attività di somministrazione, nello stile dei gastromercati europei, e che ha ospitato una manciata di laboratori e di showcooking. È proprio questo aspetto di narrazione e formazione quello sul quale, in futuro, probabilmente il Festival dovrà concentrarsi, per differenziarsi dalla massa degli eventi dedicati allo street food (ormai centinaia, semplicemente fiere di espositori) e attestarsi come l'appuntamento imprescindibile, anche dal punto di vista culturale, per gli appassionati della vera tradizione di strada.
a cura di Pina Sozio