Per le vie di Sanremo si è presentata con un maggiolino giallo per far conoscere la Puglia attraverso la birra Raffo, brand con cui collabora. Per il Festival si è rinnovata il look sfoggiando un taglio corto biondo platino, ma la sua verve musicale è rimasta la stessa: sono ormai lontani i tempi del dissing per colpa del baccalà, ora Serena Brancale è tornata sul palco più importante d’Italia a fare conoscere il suo groove e, perché no, anche l’attaccamento alle tradizioni culinarie pugliesi.
A tavola che mangiatrice è?
Non mangio tanto, però sono molto curiosa, non sono una di quelle persone che va all’estero e va a mangiare in un ristorante italiano, sono una che spazia, che gioca con le spezie, cerco la pietanza pazza, il posto strano. E poi se mi siedo a tavola e devo decidere io cosa mangiare prendo sempre un antipasto.
Pesce, carne o sfiziosità?
Pesce, ma faccio sempre scegliere allo chef del ristorante.
A Sanremo si è portata il pacco da giù?
Una radio pugliese mi ha portato orecchiette e taralli che custodisco nel van.
Se il suo brano del Festival di Sanremo, Anema e Core, fosse un piatto, quale sarebbe?
Un grandissimo primo piatto: orecchiette fatte in casa con ragù di brasciole.
Per quale motivo?
Perché il ragù è quel sugo che ci mette tanto tempo a cucinare in pentola e mi ricorda anche il tempo che ci è voluto per ritornare e per lavorare su quello che volevo trasmettere dopo dieci anni con il brano giusto. Il ragù è rosso, saporito, è del Sud, lo faceva mia nonna: sono vari i motivi per cui è il piatto di questo mio Sanremo.
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Ha menzionato sua nonna, qual è il piatto che le ricorda la sua famiglia?
Mia nonna faceva le lumache nel sugo con pomodoro. Una cosa che farebbe un po’ schifo ma è una cosa che da piccola mangiavo perché mi piaceva.
Tutti abbiamo ascoltato i versi del testo di Baccalà in loop, ma non abbiamo capito la ricetta. Come se l’è immaginato questo baccalà cotto?
In umido con olive taggiasche, un baccalà caldo non fritto.
A Bari ha un posto del cuore dove va a mangiare?
C’è un posto incredibile che si chiama N' dèrr'a la lanze dove ci sono i pescatori e il pescato viene messo sui tavoli di legno, è una vera e propria pescheria all’aperto dove però fai aperitivo.
Il suo posto ideale, insomma?
Sì: aperitivo con frutti di mare, birretta e focaccia barese. Buonissimo.
Le orecchiette con le cime di rape sono il vero piatto rappresentativo della Puglia?
Certo che lo è. Ce ne sono tanti poi: gli unici pugliesi che mangiano pesce crudo sono i baresi, il polpo crudo non lo mangiano a Lecce, per dire. Il piatto con i frutti di mare è proprio una specialità barese. Poi ci sono anche altri piatti, come il ragù di brasciole, che menzionavo, quello si mangia a Bari, ma anche Alessandra (Amoroso, ndr.) lo mangia a Lecce.
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C’è un rito culinario che fa prima o dopo i concerti?
Prima di esibirmi bevo un bicchiere di vino rosso perché mi rilassa, e mangio pezzetti di radice di zenzero per la voce, perché lo zenzero è un potente antinfiammatorio.
E dopo il concerto?
Mangio qualcosa di salato come tartare o insalata, ma non mangio dolci.
“Decisamente pugliese”, si è presentata a Sanremo con un maggiolino sponsorizzato da birra Raffo, che è la birra di Taranto. Non pensa che alcuni baresi se la prenderanno a male?
La Raffo è una grandissima birra pugliese, voglio rappresentare una terra piena di sfaccettature. E poi la Raffo è buonissima, viva la Raffo!