“Prima di cantare? Bevo un bicchiere di vino e mangio zenzero”. Intervista a Serena Brancale

15 Feb 2025, 15:19 | a cura di
È una delle sorprese del Festival di Sanremo 2025, con un brano dalle mille sfaccettature musicali ha portato sul palco il suo groove, ma anche le tradizioni pugliesi legate anche al cibo.

Per le vie di Sanremo si è presentata con un maggiolino giallo per far conoscere la Puglia attraverso la birra Raffo, brand con cui collabora. Per il Festival si è rinnovata il look sfoggiando un taglio corto biondo platino, ma la sua verve musicale è rimasta la stessa: sono ormai lontani i tempi del dissing per colpa del baccalà, ora Serena Brancale è tornata sul palco più importante d’Italia a fare conoscere il suo groove e, perché no, anche l’attaccamento alle tradizioni culinarie pugliesi.

A tavola che mangiatrice è?

Non mangio tanto, però sono molto curiosa, non sono una di quelle persone che va all’estero e va a mangiare in un ristorante italiano, sono una che spazia, che gioca con le spezie, cerco la pietanza pazza, il posto strano. E poi se mi siedo a tavola e devo decidere io cosa mangiare prendo sempre un antipasto.

Pesce, carne o sfiziosità?

Pesce, ma faccio sempre scegliere allo chef del ristorante.

A Sanremo si è portata il pacco da giù?

Una radio pugliese mi ha portato orecchiette e taralli che custodisco nel van.

Se il suo brano del Festival di Sanremo, Anema e Core, fosse un piatto, quale sarebbe?

Un grandissimo primo piatto: orecchiette fatte in casa con ragù di brasciole.

Per quale motivo?

Perché il ragù è quel sugo che ci mette tanto tempo a cucinare in pentola e mi ricorda anche il tempo che ci è voluto per ritornare e per lavorare su quello che volevo trasmettere dopo dieci anni con il brano giusto. Il ragù è rosso, saporito, è del Sud, lo faceva mia nonna: sono vari i motivi per cui è il piatto di questo mio Sanremo.

Ha menzionato sua nonna, qual è il piatto che le ricorda la sua famiglia?

Mia nonna faceva le lumache nel sugo con pomodoro. Una cosa che farebbe un po’ schifo ma è una cosa che da piccola mangiavo perché mi piaceva.

Tutti abbiamo ascoltato i versi del testo di Baccalà in loop, ma non abbiamo capito la ricetta. Come se l’è immaginato questo baccalà cotto?

In umido con olive taggiasche, un baccalà caldo non fritto.

A Bari ha un posto del cuore dove va a mangiare?

C’è un posto incredibile che si chiama N' dèrr'a la lanze dove ci sono i pescatori e il pescato viene messo sui tavoli di legno, è una vera e propria pescheria all’aperto dove però fai aperitivo.

Il suo posto ideale, insomma?

Sì: aperitivo con frutti di mare, birretta e focaccia barese. Buonissimo.

Le orecchiette con le cime di rape sono il vero piatto rappresentativo della Puglia?

Certo che lo è. Ce ne sono tanti poi: gli unici pugliesi che mangiano pesce crudo sono i baresi, il polpo crudo non lo mangiano a Lecce, per dire. Il piatto con i frutti di mare è proprio una specialità barese. Poi ci sono anche altri piatti, come il ragù di brasciole, che menzionavo, quello si mangia a Bari, ma anche Alessandra (Amoroso, ndr.) lo mangia a Lecce.

C’è un rito culinario che fa prima o dopo i concerti?

Prima di esibirmi bevo un bicchiere di vino rosso perché mi rilassa, e mangio pezzetti di radice di zenzero per la voce, perché lo zenzero è un potente antinfiammatorio.

E dopo il concerto?

Mangio qualcosa di salato come tartare o insalata, ma non mangio dolci.

“Decisamente pugliese”, si è presentata a Sanremo con un maggiolino sponsorizzato da birra Raffo, che è la birra di Taranto. Non pensa che alcuni baresi se la prenderanno a male?

La Raffo è una grandissima birra pugliese, voglio rappresentare una terra piena di sfaccettature. E poi la Raffo è buonissima, viva la Raffo!

 

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