Qualcuno lo utilizza per cucinare, soffriggere o condire l’insalata. Altri lo mettono da parte in frigo o in dispensa per usarlo all’occorrenza. Altri lo gettano via in modi più o meno appropriati. Sono gli usi, e non usi, dell’olio di conservazione di tonno, sgombro, sardine e acciughe. La domanda è: quest’olio può essere utilizzato o è meglio buttarlo? Facciamo il punto con Lucilla Ricottini, medico omeopata, nutrizionista e pediatra.
Composizione dell’olio avanzato
«L’olio dove è stato conservato il pesce è ricco di nutrienti, in particolare le vitamine A e D, in minore quantità la vitamina E, che è anche un antiossidante – spiega Lucilla Ricottini – La vitamina D aiuta le ossa e il sistema immunitario. La vitamina A è utile per la pelle e il sistema immunitario, ma attenzione a non abusarne perché si accumula nel fegato e potrebbe essere epatotossica quando è presente in eccesso». Questi nutrienti non si trovano nella stessa quantità in tutti i pesci. «Le vitamine A e D sono contenute soprattutto nel tonno e nel salmone, che sono anche fonte di Omega 3».
Attenzione alla confezione
L’uso o meno dell’olio di conservazione del pesce dipende invece dalla confezione. «Se è stato conservato nel vaso di vetro, l’olio rimasto si può utilizzare per cucinare, soffriggere, dare sapore a una salsa». Una scelta vincente che combatte lo spreco e utilizza un prodotto di scarto ma che contiene ancora qualcosa di buono.
Se invece è stato confezionato nella classica scatoletta di alluminio o banda stagnata, «l’olio va gettato in quanto potrebbe aver solubilizzato i metalli tossici per l’organismo, come per esempio il nichel».
Dove gettare l’olio avanzato? Non nell’organico o, peggio, nel lavandino e nel water, ma nei modi e luoghi previsti per lo smaltimento degli oli esausti: versarlo in una bottiglia di plastica vuota (possibilmente filtrato), portare la bottiglia nei punti di raccolta (supermercati, centri di raccolta e isole ecologiche) e gettarla negli appositi contenitori (intera, senza versare l’olio nell’apertura del bidone).
Online si possono trovare i punti di raccolta degli oli esausti per aeree e municipi. Alcuni esempi:
I principali comuni delle province di Torino, Cuneo, Asti e Alessandria
A Milano
A Bologna
A Firenze e provincia
A Roma
A Napoli
A Bari e provincia
Mai gettare gli oli esausti nel lavandino e nel wc!
L’olio, esausto e non, è un prodotto organico ma se va a finire nelle fognature qualche problema lo dà: non è facilmente degradabile, inquina l’acqua, intasa il sistema di depurazione, altera gli equilibri naturali e contribuisce a stressare l’ambiente. Basta un chilo di olio vegetale esausto per inquinare una superficie d’acqua di 1000 m². Quindi mai gettarlo nel lavandino o nel wc. Invece, raccolto e riciclato correttamente può diventare una risorsa, per esempio trasformato in biodiesel o in sapone.