A Catania dal 3 al 5 febbraio si svolgono i festeggiamenti solenni per Sant’Agata, fin dal 1126, anno in cui le reliquie trafugate della santa furono riportate nel Duomo. Gli eventi in città iniziano già dalla fine di gennaio, e ogni anno fino al 12 febbraio regalano emozioni straordinarie ai cittadini devoti, ma il climax delle celebrazioni si ha nei primi giorni di febbraio con la processione che segna l'incontro della città con le reliquie della Santa. Quest’anno però non sarà così, il motivo lo conosciamo bene.
Anche la festa considerata la terza più importante al mondo per affluenza di persone, assieme alla Semana Santa di Siviglia e al Corpus Domini di Cuzco in Perù, è stata annullata. L’ultima volta era accaduto durante la guerra.
Sant'Agata, la patrona di Catania
La storia di Catania è strettamente legata a quella di Agata, una giovane nobile di cui si innamorò il console Quinziano che, desiderando sposarla, le impose di rinnegare la sua fede. La fanciulla rifiutò perché si era consacrata a Cristo, allora il console respinto le inflisse tremende torture. Morì subendo il martirio del rogo e dei carboni ardenti il 5 febbraio del 251.
La festa di Sant'Agata
La festa inizia il 3 febbraio con la processione delle candelore. Il 4, dopo la Messa dell’Aurora, il busto d’argento con le reliquie della Santuzza viene portato dai fedeli in processione per le vie della città fino a notte fonda, e poi ricondotto in Cattedrale. Saldamente connesso con questo rito è il cibo, consumato durante le diverse tappe nelle numerose bancarelle che si trovano lungo il tragitto: carne di cavallo, cipollate, arancini, crispelle di riso e di pane, dolci e frutta secca.
Cosa si mangia per la festa di Sant'Agata
Lo street food agatino è molto semplice: frutta secca, calia (ceci tostati), simenza (semi di zucca essiccati) e arachidi da sgranocchiare in attesa del passaggio della vara; poi ci sono i dolci: mandorle zuccherate, crispelle di riso fritte, addolcite con miele e zucchero a velo.
Il torrone ha un ruolo da protagonista: di mandorle, di pistacchio o di sesamo, preparato al momento su una lastra di marmo, diffonde nell’aria un profumo penetrante, tanto da diventare uno degli odori caratteristici della celebrazione.
Poi c’è il torrone di Sant’Agata realizzato con i prodotti più tipici della festa: pasta reale, canditi e frutta secca. Così importante che ne esiste anche una versione gelata, che ha al suo interno del gelato fresco e cremoso. I bomboloni, caramelle fatte all’antica e i datteri sgusciati, tagliati a metà, riempiti con pasta di mandorla e avvolti nello zucchero.
Tipiche di questa festa sono le Olivette, piccole olive verdi di pasta di mandorle che possono essere ricoperte anche di cioccolato. Questi dolcetti sono legati alla leggenda secondo cui, nel luogo dove sant’Agata - inseguita dagli uomini di Quinziano - si fermò per allacciarsi una scarpa, fiorì un albero di ulivo che le consentì di nascondersi e di sfamarsi.
E infine lo “scandaloso” dolce tradizionale per eccellenza della festa, menzionato anche dal principe di Salina, protagonista del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: le Minne di Sant’Agata, cassatelle di ricotta a forma di seni per ricordare il martirio del taglio delle mammelle che Agata subì. Un pan di Spagna tondeggiante, ripieno di ricotta di pecora lavorata con zucchero, gocce di cioccolato fondente e pasta reale, ricoperto di glassa bianca e rifinito da una ciliegia candita, a imitazione del capezzolo.
Nelle numerose botteghe e bancarelle che si trovano per le vie della città, è possibile acquistare panini imbottiti con la bistecca o le polpette di carne di cavallo o con le cipollate, cipollette fresche avvolte da pancetta, il tutto cotto sulla brace.
Ci sono anche le frittelle di pasta di pane, ripiene di ricotta fresca o di acciughe, e l’arancino, il re incontrastato della tavola calda, consumato tutto l’anno, seguito da cipolline, pizzette, bombe, cartocciate e schiacciate. Quasi a contrastare i sapori dei vari cibi, viene servito il cedro, o piretto, tagliato a fette – tre – su un piattino con del sale iodato.
Una festa sacra, coinvolgente, folcloristica e – in un certo senso – profana, quasi un piccolo tour tra cera votiva, bancarelle illuminate e cibo. Ma quest’anno tutto questo non ci sarà: i devoti dovranno accontentarsi di vedere la loro amata Santa in streaming. I luoghi tipici della processione saranno deserti. Il silenzio dell’alba non sarà rotto dalle preghiere dei fedeli. Le bancarelle non illumineranno gli angoli della strada e non riempiranno l’aria con i loro inconfondibili profumi. Rimane il cibo, da sempre utilizzato come vera e propria consolazione emotiva nei momenti in cui ci si sente giù di morale.
Dove mangiare le specialità di Sant'Agata
Piccola guida tra le attività che preparano per i giorni della festa i cibi che la caratterizzano.
Nella macelleria/salumeria Carni Salumi e Sapori da Nando, nel cuore di Catania, è possibile trovare, oltre alla carne di cavallo, anche le polpette, già pronte o da cucinare direttamente a casa.
Carni Salumi e Sapori da Nando – Catania - Via Musumeci, 99b - 388 159 3555 - https://www.facebook.com/carnisalumiesapori/
Vizi e Virtù, tra le più rinomate salumerie del centro città, durante la processione era solita preparare le mafaldine con la mortadella di asino, che proporrà anche quest’anno, su prenotazione.
Vizi e Virtù - Catania - via Umberto I, 163 - 095 538991 - https://www.facebook.com/salumeriatipicacatanese/
Da Fud bottega sicula, oltre a tutto ciò che è presente in menù, per la festa si può prenotare l’Ors Burger, il panino gourmet con carne di cavallo e altri ingredienti siciliani.
Fud bottega sicula - Catania - via Santa Filomena, 35 - 095 715 35 18 - https://www.fud.it
Chi invece vorrà mangiare l’arancino potrà andare alla Pasticceria Savia. Ce ne sono di diversi gusti, consigliata la versione al sugo con all’interno pezzettoni di carne.
Pasticceria Savia - Catania – via Etnea, 300/302/304 - via Umberto I, 2/4/6 - 095 322335 - https://lnx.savia.it
Nella Pasticceria Spinella si potranno invece trovare le Minne di Sant’Agata, le olivette e i datteri.
Pasticceria Spinella - Catania - via Etnea, 292/298 - 095 327247 - https://www.facebook.com/pasticceriaspinella/
A Sant’Agata quest’anno è stato dedicato anche un vino. Un Etna Rosso Doc firmato dalla cantina Judeka di Caltagirone. Si chiama Sant’Agathae, un dono che nasce dalla fede della sua produttrice, Valentina Nicodemo, che ha sentito il desiderio di offrire alla patrona di Catania il suo atto d’amore.
Cantina Judeka – Caltagirone (CT) - C.da San Mauro Sotto SP 39/II, Km 3.8 - 327 399 7298 - https://www.judeka.com
a cura di Cristina Barbera