Sembra di essere a Berlino, ma anche un po' in Giappone. Da una parte la parete composta di blocchi di cemento dai quali sbucano Champagne, orange wine e altre bottiglie di vini principalmente “naturali”. Dall'altra un bancone in legno chiaro. Nel mezzo un bel tavolo sociale su cui fa capolino una scacchiera, sempre in legno, che invita al gioco e alla condivisione. Sono alcuni dettagli della nuova enoteca Ruvido a Roma.
Enoteca Ruvido a Roma
Dietro al progetto Alessandro Bernabei (ideatore, insieme a Paolo Fiorenza, anche di Acquasanta a Roma e di Terramadre a Nettuno), Daniele Yari e Luca Laurenti. Tre amici ma soprattutto tre figure professionali complementari che hanno dato alla luce “un'enoteca di vini naturali” che non sembra un'enoteca di vini naturali. Ruvido - questo il nome della loro creatura: “Un nome materico, diretto, terreno” - vuole ricordare, come detto, un po' il Giappone e un po' Berlino: “Sono i nostri due match culturali”, spiega Daniele. “In un minimalismo tedesco giapponese, diciamo. Ad esempio i plexiglass gialli sparati richiamano i club berlinesi, mentre il soffitto rimanda al Giappone con un utilizzo del legno secondo la visione per l'appunto nipponica, e dunque composto semplicemente da assi orizzontali e verticali”.
La selezione musicale di Ruvido
In generale tutti gli oggetti sono di artigiani diversi, dalle ceramiche (alcune della bravissima Elisa Arlandi, aka Brelyart) agli sgabelli color ruggine che richiamano la cromia dei vigneti. Non scontata pure la selezione musicale, anche questa di ispirazione berlinese: “Ci sarà molta elettronica, da Ellen Allien ad Apparat, ma anche new wave anni ottanta”, racconta sempre Daniele. Piccolo inciso per rimanere in tema d'ispirazione tedesca: la loro mascotte è un dobermann, attorno al quale si è giocata tutta la comunicazione social di Ruvido. “È un dobermann molto docile all'inizio, che poi ha cominciato ad avvicinarsi ai vini naturali diventando più ruvido”, spiega Luca, l'art director e ideatore del logo che sarà protagonista del menu stampato e della carta alimentare che verrà usata per servire i panini.
Cosa si mangia da Ruvido
Aperto dalle 18.00 alle 23.00, Ruvido è dunque un luogo dove farsi due calici di vino accompagnati dalle ormai famose Patatas Nana mentre si ascolta della bella musica (cosa ahinoi poco diffusa) o dove fermarsi a cena. Il menu, studiato da Tommaso Tonioni (per ora coinvolto anche in un altro progetto), prevede piatti senza l'utilizzo del fuoco, come spesso avviene nelle enoteche di nuova generazione. Il punto di forza, qui, è l'utilizzo di ingredienti super selezionati, sempre da Tonioni. Per cominciare, gli spiedini con olive, alici di Menaica e peperoni lombardi (quasi un richiamo alla Gilda basca), il tramezzino con prosciutto di coniglio, rosolaccio e uova sott'aceto, la bruschetta con composta di cipolle in agrodolce, blu di vacca e timo serpillo. E si continua con la prosciuttella di pecora, il carpaccio di zucchine con confettura di nespole e peperoni lanterna o i datterini ripieni di sesamo e mandorle. Non mancano i dolci, tra cui le giuggiole giapponesi sotto grappa.
Progetti futuri
“In futuro probabilmente inseriremo anche una selezione di kombucha (in realtà è un desiderio soprattutto di Daniele) e vorremmo diventare - anticipa Alessandro – un contenitore trasversale nel quale ospitare altri chef in linea con la nostra filosofia, degustazioni di vino tenute dai migliori sommelier d'Italia o eventi legati al mondo della moda e della corsa”. Altra grande passione dei tre soci. Insomma, le possibilità di sviluppo di Ruvido sono molteplici.
Ruvido – Roma – via Apulia, 11 - www.instagram.com/ruvidoroma
foto di Alberto Blasetti