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Pasticceria popolare

La storia del torcetto piemontese, il biscotto che conquistò i Savoia

Friabile, burroso, caramellato: il dolce simbolo di Agliè che ha fatto della semplicità un’arte

  • 23 Aprile, 2025

Poche cose sanno di casa come un biscotto caldo e burroso. Ma non tutti i biscotti possono vantare una storia che passa per i Savoia, un forno acceso per sbaglio, e una ricetta rimasta quasi intatta nei secoli. I torcetti di Agliè, specialità canavesana riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Piemonte, sono questo: un piccolo capolavoro della casualità.

Una ricetta nata per caso (e finita a corte)

I torcetti sono documentati sin dal XVIII secolo nelle Valli di Lanzo, dove venivano chiamati torchietti ed erano piccoli bastoncini di pasta di pane dolce, passati nello zucchero e cotti nei forni comuni quando il calore non era ancora sufficiente per il pane. La ricetta compare anche in alcuni testi ottocenteschi, come il Trattato di cucina e pasticceria moderna del 1854, segno che il dolce era già diffuso in diverse aree del Piemonte.

Ma è ad Agliè, nel cuore del Canavese, che i torcetti assumono la forma, la consistenza e l’identità che conosciamo oggi. Non un’invenzione ex novo, quindi, ma una codifica artigianale che ha trasformato un prodotto popolare in una vera specialità locale.
Il merito della loro notorietà moderna va anche al pasticcere Francesco Pana, che tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento portò i torcetti alla mensa dei Duchi di Genova, residenti proprio nel castello di Agliè. Il dolce piacque talmente tanto alla principessa Bona di Baviera, che nel 1939 lo premiò con un attestato di benevolenza oggi custodito dalla famiglia che ne ha raccolto l’eredità. Il gesto consacrò definitivamente il legame tra i torcetti e la cittadina di Agliè.

Un nodo marinaretto per non dimenticare

La forma del torcetto è inconfondibile: un piccolo nodo a “otto”, che richiama vagamente quello dei marinai.
I torcetti vengono preparati con pochi ingredienti: farina, lievito, burro, zucchero e acqua. La pasta, una volta tagliata a listarelle, viene attorcigliata e passata nello zucchero semolato prima della cottura. Il segreto? Una breve passata sotto una lampada che caramella leggermente lo zucchero in superficie. Il cuore resta tenero, la crosta croccante.

Da Agliè al Canavese, passando per i forni storici

Sebbene i torcetti siano diffusi in molte aree del Piemonte – dalle Valli di Lanzo al Biellese – è ad Agliè che trovano la loro forma più celebre e riconosciuta.
Oggi il testimone è nelle mani di alcune pasticcerie artigianali che continuano a produrli secondo la ricetta originale. La Pasticceria Alfonsi, situata in via Gozzano 16, è rinomata per la sua produzione fedele alla tradizione secolare piemontese. Allo stesso modo, la Panetteria Pasticceria Bassino in via Principe Tommaso 28 e la Panetteria Piccolo Forno in via per Santa Maria 40 mantengono viva la tradizione dei torcetti.
In queste botteghe il torcetto è una cosa seria: si lavora a mano, si sforna a piccoli lotti, si custodisce gelosamente la tecnica tramandata di generazione in generazione.

Come gustarli (e con cosa abbinarli)

I torcetti di Agliè sono perfetti da soli, come biscotto da meditazione, o con un calice di Erbaluce di Caluso Passito, vino locale che ne esalta le note tostate. Qualcuno li accompagna con lo zabaione, altri li intinge nel caffè amaro per contrastare la dolcezza dello zucchero caramellato.
Ma la verità è che i torcetti sono uno di quei dolci che sanno essere tutto: colazione, merenda, fine pasto, regalo da portare via in una scatola di latta.

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