C’è un luogo, in via Lomellina 14 a Milano, che da ottant’anni resiste. Non per retorica, ma per scelta quotidiana. Si chiama Cooperativa La Liberazione, ed è una delle realtà più longeve e simboliche del capoluogo lombardo. Fondata nel giugno del 1945 da due genitori in memoria del figlio partigiano caduto durante la Resistenza, e subito sostenuta da un gruppo di ex partigiani e cittadini del quartiere Niguarda, la Cooperativa è molto più di un circolo o di un centro culturale: è un presidio di antifascismo, di socialità, di cultura popolare.
Il nome “La Liberazione” non è casuale: la cooperativa nasce nei giorni immediatamente successivi alla fine della guerra, come estensione naturale dei valori che avevano animato la lotta partigiana. Fu fondata nel giugno del 1945 da due genitori milanesi in memoria del figlio, giovane partigiano caduto durante le lotte di liberazione a Milano. La città fu attraversata dall’insurrezione che iniziò già il 24 aprile del 1945, con il quartiere di Niguarda in prima linea nella resistenza armata. Proprio in quel giorno, due staffette partigiane – Gina Galeotti Bianchi, detta “Lia”, e Stella Vecchio, “Lalla” – vengono colpite da una raffica di mitra mentre portano l’ordine d’insurrezione ai compagni. Lia, incinta, morirà a soli 32 anni. Il suo sacrificio è diventato simbolo di quel 25 aprile anticipato, e il clima di partecipazione civile e sacrificio che attraversava la città è lo stesso da cui nasce l’urgenza di costruire spazi condivisi: la Cooperativa La Liberazione è uno di questi.
Nel 2011, il Comune di Milano ha conferito alla Cooperativa La Liberazione l’Attestato di Civica Benemerenza con la seguente motivazione:
“Fondata da un gruppo di Partigiani nel giugno 1945, pochi giorni dopo la Liberazione, oggi la Cooperativa è un centro di aggregazione culturale che attira differenti generazioni. L’ingresso è libero per soci e cittadini che possono usufruire di strutture e servizi. Ogni giorno, oltre a proporre attività ludico-ricreative, promuove eventi e attività di alto valore sociale e intellettuale.” Chi entra nella Cooperativa oggi trova ancora scritto a chiare lettere, su una parete: Lunga vita ai ribelli. È più di un motto: è una dichiarazione d’intenti, una linea guida che da sempre orienta le attività del circolo.
Oggi la Cooperativa è gestita da Rodolfo Sforza, per tutti “Rudy”, e da sua moglie. Insieme, tengono viva quella memoria e la traducono in attività quotidiane che mescolano cultura e comunità. Il bar è uno spazio accogliente, dove bere un bicchiere di vino popolare o cenare con un menu semplice e casalingo, spesso a base di cucina milanese. Ma La Liberazione è anche cinema, musica dal vivo, assemblee pubbliche, corsi, incontri letterari, presentazioni di libri, laboratori. Fra i progetti nati qui c’è anche Emergency: l’associazione fondata da Gino Strada ha mosso i primi passi proprio tra queste mura, con le prime riunioni e raccolte fondi ospitate dalla Cooperativa.
Tra i frequentatori ci sono stati i Modena City Ramblers, gruppo musicale da sempre vicino ai temi della memoria, dell’impegno civile e del racconto partigiano. Il loro folk combat rock ha trovato nella Cooperativa un approdo naturale: non solo per esibirsi, ma anche per ritrovarsi tra amici. La Cooperativa ha accolto nel tempo anche altri artisti e band legati alla scena musicale di sinistra e all’impegno civile. Tra questi, il gruppo Statuto, noto per il suo attivismo e le liriche a sfondo sociale, ma anche Vibrazioni, Afterhours, i giovanissimi Patagarri. Ma non solo musica. Negli anni sono passati da qui autori come Erri De Luca, voce limpida della letteratura civile italiana, con la sua lingua netta e la profonda adesione ai valori della solidarietà, della giustizia e della memoria, poi il collettivo di autori bolognesi Wu Ming, noto per il loro approccio militante alla narrativa e alla storia, e Paolo Nori, scrittore e traduttore che ha spesso portato nei suoi incontri un’ironia colta e una riflessione critica sul presente. Incontri letterari e presentazioni di libri che non sono mai state semplici occasioni promozionali, ma momenti di dibattito e scambio, sempre legati alla memoria, alla politica e alla possibilità di immaginare un futuro diverso.
Oggi la Cooperativa La Liberazione continua a essere un baluardo contro l’oblio. Con la collaborazione dell’ANPI e di molte realtà scolastiche, organizza ogni anno eventi per il 25 aprile, mostre fotografiche, giornate per i bambini, percorsi di memoria urbana. Ma non si ferma alla celebrazione: continua a fare cultura e politica nel senso più ampio del termine. Accoglie dibattiti su ambiente, diritti, migrazioni, e offre ogni giorno uno spazio gratuito dove le persone possono incontrarsi, discutere, imparare, ricordare.
Un avamposto popolare, dove la parola “cooperativa” mantiene intatto il suo significato originario: fare insieme, condividere, resistere.
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