Per molti una formalità, per altri un evento imprescindibile per la vita di coppia, o più semplicemente una festa per suggellare l’amore: comunque lo si voglia vedere, il matrimonio è ancora l’evento protagonista della stagione estiva, che da maggio a metà ottobre vede susseguirsi cerimonie di ogni genere. Specialmente quest’anno, quando finalmente anche tutte le coppie che hanno dovuto rinunciare all’evento per via della pandemia possono pronunciare il loro “sì”. Classico e tradizionale, in stile country con un occhio di riguardo alla sostenibilità, con menu interamente vegano o con formula barbecue per una serata estiva all’aria aperta, con rito religioso, civile o anche simbolico, scelta sempre più apprezzata dai giovani sposi che possono in questo modo coinvolgere un amico o un familiare nella celebrazione delle nozze: tanti i modi per festeggiare la propria storia d’amore, ma ad accomunarli tutti è il ruolo centrale del cibo. I rituali legati al cibo nei matrimoni sono infatti diversi e variano da Paese a Paese, di regione in regione, ponendo sempre al centro il concetto di convivialità e condivisione. Ma una sola è la specialità immancabile in qualsiasi cultura: la torta nuziale, dessert simbolico che negli anni si è evoluto conservando il suo significato di buon augurio per l’inizio di una nuova vita insieme.
Tradizionalmente composta da più strati e rivestita di glassa bianca, oggi la wedding cake è preparata in molti modi, con decorazioni in pasta di zucchero o nella versione naked, priva di glassa e creme esterne, “nuda” per l’appunto, molto in voga negli ultimi anni. Decorata con fiori freschi ed erbe aromatiche, nastri colorati e topper divertenti che rappresentano gli sposi, tonda secondo tradizione proprio come gli anelli che rappresentano l’amore senza inizio né fine, ma spesso presente anche in forma quadrata o rettangolare, con forme creative e strutture particolari. E pensare che in origine, quando veniva preparata nell’Antica Grecia, non era altro che un impasto a base di farina, miele e semi di sesamo: questi ultimi, in particolare, erano un ingrediente prezioso per la cultura ellenica e rappresentavano un augurio di fecondità. Sempre il miele era invece protagonista dei matrimoni nell’Antica Roma, mescolato con frutta e farina, per dar vita a dolcetti rustici che venivano sbriciolati sulla testa della sposa in segno di abbondanza e prosperità. Sembrerebbe, infatti, che il rito del lancio del grano – sostituito in seguito dal riso – nacque per via di questa usanza delle briciole.
I dessert sono quindi presenti da sempre durante le nozze, ma la forma più slanciata simile a quella attuale inizia a comparire solo nel Medioevo: in particolare è nel Regno Unito che nasce la tradizione di impilare i dolcetti fino a formare una golosa montagnetta. Al tempo, il bacio degli sposi doveva avvenire proprio in cima alla colonna di dolci: se questa fosse rimasta intatta anche dopo il bacio, il matrimonio sarebbe stato longevo e felice. Altra usanza del passato era quella di elevare la composizione di dolci a seconda del numero degli invitati: più era alto il dessert, maggiori erano le persone vicine agli sposi. Nel Seicento, ancora una volta nei Paesi anglosassoni, arriva la bride’s pie, la crostata della sposa, una torta realizzata con ingredienti salati che nascondeva al suo interno un anello: la fortunata che avesse trovato il gioiello sarebbe stata la prossima a convolare a nozze. Niente zucchero o pan di Spagna, ma frattaglie: prima traccia scritta di questa preparazione si trova nel volume del Seicento “The Accomplisht Cook” di Robert May, che parla di una torta rotonda con testicoli di agnello, creste di gallo e animelle.
Non manca, naturalmente, una torta per lo sposo: la groom’s cake inizia a diffondersi nello stesso periodo nello Yorkshire, prendendo sempre più piede a partire dall’età vittoriana: è un dolce scuro fatto con frutta secca e canditi, più piccolino della crostata della sposa, tagliato a quadretti e donato agli ospiti a fine giornata come ricordo del matrimonio, una sorta di bomboniera commestibile. Bisogna attendere altri due secoli perché la torta nuziale inizi ad assumere un aspetto simile a quello contemporaneo, con la copertura bianca pensata per ricordare il candore e la purezza della sposa, ma anche il benessere delle famiglie: lo zucchero, infatti, era molto costoso al tempo, per cui una torta glassata significava che i genitori potevano permettersi grandi spese. Ancora oggi, la ghiaccia reale (royal icing in inglese) si chiama così proprio per via della torta di matrimonio, in particolare quella della Regina Vittoria, larga quasi tre metri e pesante ben 140 chili!
Qualunque sia la wedding cake scelta, il momento del taglio della torta è uno dei più romantici e suggestivi della cerimonia. Dopo la cena (o il pranzo) si sceglie uno spazio apposito per dedicarsi a questo rituale, generalmente all’aperto. Se di sera, il momento viene accompagnato da luci e candele, la musica di sottofondo non manca mai e nemmeno le fotografie. Il taglio, si sa, avviene insieme… ma come? La tradizione vuole che sia la sposa a tenere il coltello, mentre lo sposo appoggerà le mani su quelle di lei. Il primo boccone è solitamente destinato alla coppia, anche se un’antica tradizione, quella delle “cinque fette”, prevede un ordine diverso: la sposa servirà la prima fetta di torta al marito, poi alla suocera, alla mamma, al suocero e infine al papà. Un’usanza antica e spesso dimenticata, che farà felice gli amanti del galateo. Abitudine recente in arrivo dagli Stati Uniti e che sta spopolando anche in Italia è invece quella di conservare il ripiano più alto e piccolo della torta, da tenere in freezer e tirare fuori a ogni anniversario per rivivere un momento magico. La pasticceria americana, però, è ben diversa da quella italiana: le torte in pasta di zucchero sono più facilmente conservabili, mentre quelle tradizionali con creme fresche difficilmente resisteranno per un anno, anche se in freezer. Un consiglio? Tenete il cake topper, che sia di zucchero, plastica o legno, e usatelo di anno in anno per decorare una torta fresca e rivivere le emozioni del grande giorno.
a cura di Michela Becchi
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