Caffรจ, bistrot, salumeria, cocktail bar, ristorante gastronomico. E poi una grande biblioteca fruibile al pubblico dalle 9 del mattino alle 2 di notte, o tramite app. โร un poโ il cuore del progetto, attorno a cui ruota tuttoโ dice con una certa soddisfazione Marco Ambrosino. Cuoco procidano da pochi mesi tornato in Campaniaโper riavvicinarmi a casaโ, come diceva qualche mese fa nel raccontare la scelta di allontanarsi da Milano e dal pass del 28 Posti per iniziare un nuovo capitolo. Uno di quei cuochi pensanti, militanti, di quelli per cui la cucina non inizia o finisce davanti ai fornelli, ma vive e si alimenta di connessioni multiple, attraversamenti fruttiferi con aspetti del vivere quotidiano, del fare artistico, dellโapprofondimento culturale. Uno che alle trame interdisciplinari ha dedicato il progetto Collettivo Mediterraneo (che a breve ripartirร in modo piรน strutturato) dedicato al Mare Nostrum che ora guarda non piรน da una porta periferica, ma dal suo cuore vivo. Dunque eccolo in quella Napoli che pare vivere nuovi fasti, forte comโรจ di nuove aperture ed energie fresche che percorrono il panorama enogastronomico, non piรน circoscritto alle magnifiche prove dei maestri pizzaioli ma ricco di nuovi arrivi, come nel caso di Luminist di Giuseppe Iannotti, alle Gallerie dโItalia โ โche fortuna averlo vicino!โ commenta e aggiunge, ringraziandolo per il pubblico endorsement, โchiunque oggi fa cose belle a Napoli ha interesse a che se ne facciano piรน possibileโ. Ora รจ il momento di una nuova apertura, frutto di un investimento privato in uno spazio di concessione pubblica, a pochi passi da Iannotti, tra il Museo Archeologico, il Teatro Bellini e lโAccademia di Belle Arti.
Arriva con lo stile che gli รจ proprio, Ambrosino, cominciando il suo racconto dalla biblioteca storica: โiniziamo con 1800 volumi, che dovrebbero arrivare a 7000 tra regali e acquisizioniโ. Si tratta soprattutto di volumi del periodo dellโUnitร dโItalia, con qualche testo di epoca borbonica. A volerla, lo stesso Luca Iannuzzi cui si deve il progetto di riportare in vita la Galleria Principe di Napoli dopo anni di abbandono, e di chiamare per questi spazi Marco Ambrosino. โMi ha attirato qui con un tranelloโ scherza โai tempi cโera un progetto, mai accantonato, di un locale a Procida. Mi contattรฒ tramite amici per una consulenza lรฌ, in un momento in cui con mia moglie pensavamo di avvicinarci a casa, e invece di parlarmi di Procida mi portรฒ a vedere il cantiere della Galleriaโ. Era il 2020 circa โ anche se lโassegnazione di questi spazi รจ precedente โ e la Galleria era ancora tutta da fare. Ci sono voluti anni di lavori e ricerche, con i vincoli della Sovrintendenza a porre paletti e il desiderio di riportare alla luce lโanima Liberty di questo posto. Quella che per molto tempo รจ rimasta nascosta, sin dai tempi in cui qui cโera la Tesoreria di Stato del Banco di Napoli (ancora unโaltra riconversione da banca a luogo di ospitalitร , come giร per Palazzo BN nellโex Banco dโItalia a Lecce e come per il Six Senses di Roma di cui vi parleremo a breve). La vera anima di questi locali รจ quella della Belle Epoque e dei cafรจ chantant a fine โ800, come quello voluto dal procidano Scotto Jonno nel 1883. Oltre 2 anni di lavori hanno riportato in vita dettagli art noveau, stucchi originali, palchi e balaustre liberty riemersi dopo oltre 100 anni di abbandono e rinnovati con arredi dโepoca cercati e scelti e talvolta anche disegnati con amore per inserirsi nel progetto architettonico dellโartista e designer Eugenio Tibaldi.
Quasi 600 metri quadrati, due cucine e tre livelli. Il primo, quello al piano strada, apre il 22 marzo con bar, salumeria, bistrot, cocktail bar. โPartiamo dalle 9 con le colazioniโ, ma il lavoro comincia molto prima per sfornare dolci home made, nessun cornetto, ma strummolo, sommacco buns e altri lievitati, per il salato cโรจ il banco del casaduoglio (trad. del salumiere) con salumi, formaggi (come mozzarella e ricotta Barlotti o la selezione della Tradizione di Vico Equense) e conserve, tra cui presto anche alcune a marchio proprio. Il bistrot apre dalle 12 alle 24, con proposte semplici: niente pasta, ma tartare di carne o pesce, un piatto a base di uova, uno di carne e uno di pesce cotti, due veg. โLโesercizio รจ stato creare un raccordo con la cittร : per ogni piatto una storia o una piccola leggenda da raccontareโ. Con Ambrosino per ora ci sono 12 persone, tra cui il pastry chef Federico Andreini (esperienze con Paulo Airaudo, Ana Ros e un anno a Copenaghen per approfondire la panificazione), che segue tutta la pasticceria โuna delle persone piรน talentuose con cui ho mai lavoratoโ, mentre responsabile di cucina e braccio destro รจ Domenico Cerrona. A duettare con Andrea Lanzillo, responsabile di sala e Salvatore DโAnna, bar manager di ScottoJonno come di altri locali di Iannuzzi (Archivio Storico al Vomero i cui menu sono curati dallo stesso Ambrosino, e il beach club Nabila a Bacoli).
Il cocktail bar occupa una sala dedicata e una grossa parte della struttura, quella in cui รจ ScottoJonno ha creato uno dei primi cafรจ chantant di Napoli e dโEuropa, cui dettagli originali riemersi nella ristrutturazione fanno riferimento. Si comincia dalle 18, con un team di 5 bartender giovanissimi โ 4 campani e una norvegese โ sotto la consulenza di un asso come Dom Carella.
Cโรจ poi la cantina al livello meno uno che serve bistrot e ristorante gastronomico, ma ospita anche il laboratorio di produzione e lavorazione del cocktail bar e della cucina, uno spazio per eventi privati e non, masterclass e appuntamenti di vario genere cosรฌ da diventare un punto di riferimento e di incontro non solo per il mondo della gastronomia, ma per tutti quei personaggi che hanno qualcosa da condividere e raccontare. Nei vini Ambrosino riparte da dove aveva lasciato, con una passione dichiarata per una certa tipologia di vino artigianale, anche se cโรจ un poโ di tutto, con un necessario focus sulla produzione campana.
โUn luogo nel luogoโ, lo definisce Ambrosino, il ristorante gastronomico al primo piano di cui presto verrร svelato il nome, che si differenzia da resto della struttura per arredi e atmosfere (allo stesso modo in cui la comunicazione che si muoverร su piani differenti, nello stile dellโagenzia Cultivar che ha studiato il progetto), 12 tavoli, massimo 40 posti (la struttura nel suo complesso ha una capienza di oltre 200 persone) di cui uno con vista cucina, dove si vivrร unโesperienza diversa, a stretto contatto con la brigata, โnon il miglior tavolo ma il peggioreโ scherza, per spiegare come certe ritualitร potrebbero essere sostituite da unโimprovvisazione libera, passaggi diretti e immediati a tu per tu con la cucina. โSarร un poโ come mangiare in tinelloโ. Tre menu degustazione, 5/8/10 portate, con un prezzo massimo di 120 euro, e una piccola carta โ โper chi vuole fare conoscenza prima di affidarsiโ โ 6 o 7 portate al massimo ancora da definire, โmolte delle mie cose si prestano poco a essere servite e soprattutto consumate in porzioni abbondantiโ, lโidea di base perรฒ cโรจ: โquel che abbiamo รจ la cosa migliore che possiamo offrirti oggiโ. Nel menu, invece, i piatti sono pensati per funzionare in fila, collegati lโuno lโaltro, secondo percorsi anche di approfondimento su alcuni temi: โsono tornato in una cittร che ha almeno 7 strati sovrapposti, facciamo una grossa investigazione su questo argomentoโ. Ma Ambrosino riparte anche qui da dove si รจ fermato: โla mia cucina รจ quella del 28 Postiโ dice per introdurre alcune suggestioni: evoluzioni di cose giร fatte, una piccola sezione Amarcord โpiatti a cui tengo, che mi hanno portato fortuna, e che mi faceva piacere portare a casaโ e le nuove proposte che si muovono comunque sui suoi temi di indagine. I cereali per esempio: โsu quelli e sulla pasta ci lavoro da anniโ (come non pensare alla sua pasta con pasta?). E per uno come lui, che crede nelle connessioni, sarร stato bello trovare un legame con la storia di questo luogo, quella che tra โ500 e โ600 era la Fossa del Grano โ deposito di cereali per la cittร โ e che poi รจ diventata la Galleria Principe di Napoli, non prima di essere stata una prigione. Si parte a fine aprile, per ora solo a cena, mentre il resto della struttura รจ operativa dal 22 marzo. Poche ore ancora, e lโaspettativa percepibile di un ritorno a casa.
ScottoJonno โ Napoli โ Galleria Principe di Napoli
a cura di Antonella De Santis
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