Non è un nome nuovo per i nostri lettori, quello di Olivieri 1882. L’azienda di Arzignano (in provincia di Vicenza), da qualche anno a questa parte si conferma sempre in vetta alle classifiche che dedichiamo ai grandi lievitati per le feste. Una pasticceria di livello che non ha mai fermato la produzione, neanche in tempo di Covid-19, e che per questo Natale ha in serbo un progetto speciale: il debutto dei suoi primissimi pop-up store da Milano agli Stati Uniti. Si comincia il 1 dicembre con il temporary shop di Milano, in via Tortona, 19, per proseguire poi con le sedi Eataly di New York City, Dallas, Los Angeles e Toronto. Negozi dove i clienti più affezionati potranno fermarsi per acquistare i prodotti simbolo dell’azienda, pandoro e panettone in primis, disponibili anche per la vendita online sul sito web della pasticceria, che garantisce consegna a domicilio entro 24 ore.
Un progetto innovativo che rallegrerà gli animi dei fan del panettone Olivieri 1882, a cominciare da quelli meneghini: “Milano è il luogo di nascita del panettone. Sentiamo il bisogno di essere presenti anche lì a livello identitario”, spiega Nicola Olivieri. E aggiunge: “Fa parte del nostro percorso”. Dopo la campagna natalizia statunitense dello scorso anno, che ha visto la pasticceria comparire sul The New York Times, The Washington Post e sul Boston Globe, Olivieri 1882 aprirà quindi dei pop-up negli States, portando oltreoceano i suoi cavalli di battaglia, panettone classico e panettone albicocca e caramello salato. “Teniamo molto al servizio online, ma vogliamo anche essere presenti sul territorio. È un primo passo verso una presenza fissa negli Stati Uniti”. A ospitare le specialità saranno proprio le sedi Eataly, che “presentano l’italianità all’estero; ci sembrava il partner ideale per poter iniziare questo cammino”.
Le novità per gli amanti del grande lievitato delle Feste non finiscono qui: Olivieri 1882 per questo Natale ha introdotto tre nuovi gusti di panettone: pesca, amaretto e cioccolato; mela, uvetta e cannella; amarena. Tornano poi gli ormai “classici” degli anni passati, per una gamma ampia che conta ben 10 opzioni diverse, tutte disponibili nei temporary shop. Il segreto, come sempre, risiede nella lavorazione attenta ma soprattutto nella scelta delle materie prime, dall’uvetta sultanina australiana 5 Corone alle arance candite artigianalmente e tritate finemente, dalle bacche di vaniglia Bourbon del Madagascar alle farine di grani italiani. Ci sono poi dei grani assenti (per fortuna): conservanti, semilavorati, aromi e grassi vegetali. Qualunque sia il gusto preferito, i prodotti sono una garanzia, e potranno finalmente essere apprezzati anche dai buongustai statunitensi.
a cura di Michela Becchi
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