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Nuove aperture

A Lipari c'è un nuovo bistrot vista mare dentro (anzi sopra) a una cantina sotterranea

Alle Isole Eolie l'imprenditore bergamasco Massimo Lentsch inaugura Castellaro Bistrot, affidandosi allo chef Giacomo Caravello. Ecco cosa si mangia

  • 29 Aprile, 2025

Massimo Lentsch fa sul serio e sceglie di ampliare l’offerta della Tenuta di Castellaro, sull’isola di Lipari, inaugurando il Castellaro Bistrot, nuova insegna della gastronomia siciliana che va a impreziosire il già ricco panorama delle Eolie. Quaranta coperti, un target che guarda in primis alla sempre numerosa clientela straniera, una cucina ancorata a territorio e tradizione, che lascia spazio alla creatività del talentuoso chef milazzese Giacomo Caravello (Balice a Milazzo dal 2019, Signum sull’isola di Salina e, prima, La Montecchia, coi fratelli Alajmo).

Una cucina ad hoc per celebrare i vini

Lentsch, imprenditore bergamasco attivo nel settore dell’internazionalizzazione delle Pmi, che in Sicilia ha messo radici nel lontano 2005, acquistando alcune vigne a Lipari (oggi gestisce circa 24 ettari coltivati in prevalenza ad alberello), sta guardando alla ristorazione per completare un’offerta tarata innanzitutto sui suoi vini, con l’obiettivo di valorizzarne le diverse sfumature, dopo aver promosso negli anni il recupero di vitigni a rischio estinzione come il corinto. La proposta del bistrot (aperto da aprile a ottobre) punta proprio sulle dieci etichette della Tenuta di Castellaro (che spaziano dai metodo ancestrale a base di moscato bianco o pinot nero, fino ai blend di malvasia delle Lipari e carricante), ma anche su quelle dell’Etna (dove Lentsch lavora fianco a fianco all’enologo Emiliano Falsini), con piatti studiati ad hoc. Stagionalità e materie prime locali guidano linea e ritmi della cucina, con ingredienti come il pesce bandiera, i gamberi rossi, le mandorle, i capperi, il sesamo, il finocchietto selvatico. «Mettiamo per ora da parte il concetto di fine dining – dice Caravello – e ci concentriamo su una cucina diretta e di territorio». La carta vini, con degustazioni da 25 a 35 euro, offre anche una selezione Champagne di piccoli vigneron. Ma a breve accoglierà anche il metodo classico etneo firmato Lentsch.

Tenuta di Castellaro – la raccolta della malvasia

Il primo menù del 2025 e l’omaggio alle Eolie

Il menu si differenzia a seconda delle fasce orarie della giornata: pranzo (con una proposta smart), aperitivo in cantina con panorama sui lunghi tramonti su Salina, Filicudi e Alicudi, e cena (con scelta alla carta e due menu degustazione da 50 a da 70 euro). Il servizio affidato alla supervisione di Barbara Manzotti è informale e concentrato sul racconto dei vini della tenuta (70mila le bottiglie prodotte mediamente). Da una carta essenziale che ruota mensilmente, lo chef Caravello (che sta cambiando sede al suo Balice di Milazzo, spostandosi più vicino al lungomare Garibaldi) propone, tra gli antipasti, il coppo di gamberi in panko, pesce azzurro locale e maionese agli agrumi oppure un ottimo “tonno tonnato” (alalunga marinata in sottovuoto e piastrata, condita con olio, pepe nero e salsa tonnata).

Territorio e stagionalità

Tra i primi piatti, nota di merito per i ditali alla pepata di cozze (in omaggio alla tradizione messinese) arricchiti dalle mandorle tostate. E la carta guarda anche alla Sicilia settentrionale, con le busiate al ragù di suino nero dei Monti Nebrodi. I secondi sono anch’essi un omaggio al territorio: involtini di pesce spatola (pesce bandiera), con insalata di patate e capperoni; fish-burger di pesce spada, maionese ai capperi e finocchietto con pomodori ciliegino arrostiti; capocollo di suino nero, cicorie e mollica “atturrata” (tostata). La formula dei dolci vede in carta i cannoli con latte di capra (da piccoli allevamenti eoliani), semifreddo eoliano ma anche una versione reinterpretata del tiramisù composto da crema al caffè, biscotti al sesamo e capperi delle Eolie canditi, da abbinare a un’intensa Malvasia delle Lipari firmata Tenute di Castellaro.

Architettura e cantina bioenergetica

Gli ambienti del bistrot sono ricavati sullo stesso piano dei vigneti della tenuta, con un patio in cemento e vetrate che aprono lo sguardo verso l’isola di Salina, anche per chi lavora nella cucina a vista.

Progetto affidato agli architetti Michele Giannetti e Alessandro Dalpiaz (attivi ad Amburgo con il loro studio), che riprende la stessa forma architettonica dei pilastri a fungo della cantina sottostante (e sotterranea), con le colonne realizzate in una cassaforma di polistirolo. Gli elementi della cassaforma, trasformati in installazioni dall’artista Luigi Radici (sua la firma anche delle etichette dei vini), arricchiscono sia lo spazio della barricaia (ispirata al Chiostro Normanno, simbolo della città di Lipari) sia le pareti del locale, con un ascensore interno che ha la funzione di torre del vento.

Tenuta di Castellaro – la barricaia

In arrivo novità sull’Etna

Ma Massimo Lentsch ha già lo sguardo proiettato in avanti: attualmente, il titolare di Tenuta di Castellaro sta lavorando a ultimare la sua nuova cantina sull’Etna, con fine lavori prevista per la primavera del 2026. Anche qui, come lo stesso imprenditore spiega al Gambero Rosso, si lavora a un’offerta a 360 gradi, che valorizzi i vini prevedendo, come a Castellaro, strutture per l’ospitalità e una proposta gastronomica di alto profilo.

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