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L’amatriciana alla conquista del Nord. Felice a Testaccio sbarca a Torino

Dopo la doppietta milanese, la più iconica delle trattorie della Capitale sta per approdare anche nel capoluogo sabaudo. I lavori sono ancora in corso, ma sotto la Mole già si sogna in romanesco

  • 21 Giugno, 2023

Per turisti, per nostalgici, per quelli del quartiere e per chi ha voglia di una mangiata “de core”, verace e senza convenevoli, Felice a Testaccio è il primo nome che viene in mente quando si tratta di mostrare a un amico in arrivo da un’altra città che vuol dire mangiare autenticamente romano. Con oltre ottant’anni di onorata carriera alle spalle e una fama che va oltre i confini nazionali – gli stranieri la adorano – la trattoria della famiglia Trivelloni rimane nei secoli dei secoli fedele al suo stile casereccio e familiare in sintonia con la storia del quartiere che da sempre la ospita.

Felice a Testaccio: il successo milanese

Uno stile che evidentemente funziona, come dimostrato dall’apertura della seconda sede di cinque anni fa sotto la Madonnina, in pieno centro, al civico 4 di via del Torchio. Dove la squadra di Felice Trivelloni, il boss, accoglie gli ospiti in un ambiente più “pettinato” rispetto a quello della casa madre senza però tradire le ricette popolari che la famiglia tramanda da quattro generazioni: il trittico canonico di primi ma anche gli spaghetti “alla Felice”, i saltimbocca e l’abbacchio al forno, gli involtini al sugo e le fettine panate, senza sconti su porzioni e condimenti.

Il progetto a Torino

D’altronde la passione dei milanesi per la pizza napoletana e la cucina romanesca è ormai assodata (l’ultimo raddoppio direttamente da Porta Portese è quello di Dal Cordaro). Ma l’insegna testaccina è in procinto di esplorare altri orizzonti settentrionali: alla fine dell’estate, infatti, si apriranno le porte del terzo locale a Torino, in via Pietro Micca (sul civico non ci sono ancora certezze). I motivi della scelta? Marco Trivelloni, il nipote di Felice, ha rivelato tempo fa che l’intenzione, pre Covid, era in realtà di sondare la piazza estera. Poi ci sono state la pandemia e una vacanza piemontese particolarmente piacevole che ha convinto la famiglia a scommettere sul capoluogo, che in fatto di cibo romanesco non ha granché da offrire. Ancora per poco, ovviamente.

 

 

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