Un percorso a tappe, fatto di gran carriera. Il progetto alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo di Napoli si completa un tassello dopo l’altro, ma sempre sotto l’egida di Giuseppe Iannotti che fa la spola tra Telese Terme, dove è il suo Krèsios, e il capoluogo campano per mettere a regime un polo gastronomico inserito nel più ampio progetto delle Gallerie d’Italia. Quello che unisce grandi musei e grandi ristoranti, che conta sui fratelli Costardi a Torino che hanno da poco aperto il loro Scatto, e su Fabio Pisani e Alessandro Negrini con Vòce a Milano, nel giardino che fu di Alessandro Manzoni.
E che a Napoli ha puntato su Iannotti, coadiuvato dall‘executive chef Antonio Grazioli e da Marco Langella, che ha trasformato un palazzo della finanza (tutt’ora sono operativi gli uffici della banca), in una cittadella della gastronomia, che sfrutta al massimo gli spazi con un’offerta diversificata.
Foto: Alberto Blasetti
A Napoli, con la ristorazione si è partiti a settembre 2022, con l’inaugurazione della caffetteria (e che caffetteria!) e il bistrot Luminist, in cui alterna proposte di gusto internazionale di terra e di mare ad altre legate alla tradizione locale, con sapori pienamente napoletani ravvivati con originalità e spirito arguto da Iannotti, insieme a classici italiani.
È toccato aspettare qualche mese per il taglio del nastro del cocktail bar Anthill (il richiamo è alla formica, animale portafortuna di Iannotti simbolo di operosità), l’11 maggio scorso, all’ultimo piano dell’edificio degli anni ’30 di Marcello Piacentini, nuova insegna aperta solo su prenotazione, che alimenta la scena del bere miscelato partenopeo, sempre più in rampa di lancio dopo i riconoscimenti internazionali e le nuove aperture degli ultimi mesi.
A coordinare il bancone, la head bartender Anna Garruti, che propone una drink list di 10 signature che si affiancano ai grandi classici, presentati come una rimedio contro quello che Ernesto Calindri chiamava “il logorio della vita quotidiana”, con una confezione che ricorda quella di una famosa medicina.
Si accompagnano a tapas golose e divertenti (con le quali si può anche cenare) come tortillas di caviale e salmone, tacos di genovese, O’ muss e gambero rosso, in un girotondo di sapori che rimandano da una parte all’altra del mondo ma partendo sempre da Napoli. L’ultimo ristorante ad aprire i battenti è quello più atteso: l’insegna ammiraglia, sempre all’ultimo piano dell’edificio.
Foto: Andrea Di Lorenzo
Si chiama 177Toledo e inaugura il 6 giugno il main restaurant che completa il progetto delle Gallerie d’Italia di Napoli, iniziato un anno fa con l’apertura degli spazi espositivi. Tavoli interni (ma con un equivalente esterno), vista mozzafiato, grandi spazi per gli ospiti e una proposta fine dining che anima di nuova linfa la tradizione napoletana. Due menu degustazione, il 71 ovvero “l’uomo senza valore” secondo la smorfia (4 portate a 120 euro), e il 22, “il folle” (7 portate a 170 euro). Il richiamo alla simbologia della tombola (presente in tutti i piatti) è un omaggio alla cultura partenopea, uno dei tanti che punteggiano l’intero progetto e che si esprime anche nei continui rimandi ai piatti classici della cucina casalinga: raù, pizza, parmigiana di melanzane, capitone fanno la loro comparsa ma in veste irrituale, cambiati con tecnica e creatività nuove, e con spirito giocoso e in abbinata a piatti che non temono di varcare i confini della città e non solo.
Luminist – Napoli – via Toledo, 177/178
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