Gira in auto da sola di palazzetto in palazzetto, fa incetta di buon pesce e ottime verdure in tutti i mercati d’Italia, è l’unica a conoscere cosa c’è nel suo frullato energizzante che trangugia prima dei concerti ed è, in parte, responsabile della carica che lui ci mette sul palco. Stiamo parlando di MariaVittoria Griffoni, meglio conosciuta come “cheffa” personale di Lorenzo Jovanotti. Viene dalle Marche e questa è la sua storia.
Com’è iniziato il percorso in cucina della cuoca personale di Jovanotti?
Tutto per caso. Frequentavo il liceo linguistico e il mio obiettivo era quello di girare il mondo, ma avevo intuito che con quel percorso di studi sarebbe stata lunga. Avevo, invece, degli amici iscritti all’alberghiero e vedevo che erano sempre in giro, a quel punto ho pensato di cambiare istituto. Ho pensato fosse la cosa giusta.
Quindi non era appassionata di cibo?
No, a casa non tagliavo nemmeno una fetta di pane.
Dopo l’alberghiero cosa è successo?
A 19 anni, dopo la maturità, mi sono trasferita in Australia per due anni, ma lì ho capito che, se per andare avanti nel settore della ristorazione, dovevo tornare in Italia perché la cucina italiana è la cucina italiana.
E poi?
Sono tornata in Italia a Jesi, mia città di origine, e ho aperto un bistrot nel negozio di abbigliamento di mia madre.
Bizzarro?
Sì, molto piccolo, fra capi di abbigliamento donna, oggettistica varia. Poi di “Pepe Nero”, così è il nome del bistrot, nel 2018 ne ho aperto uno a Senigallia, unico tavolo conviviale.
Com’è avvenuto l’incontro con Lorenzo “Jovanotti” Cherubini?
Tramite passaparola: amici di amici. Nel 2015 cercava uno chef privato che lo seguisse nella sua alimentazione. Lui ha i suoi ritmi, una dieta ferrea, fa tanto movimento e ha un regime alimentare particolare durante il tour.
Lei cosa fa nello specifico?
Preparo i pranzi per lui, la moglie Francesca e la figlia Teresa.
E il resto dello staff?
Ha un catering a parte.
Lei ha dei collaboratori?
No, faccio tutto sola. Faccio la spesa, allestisco il buffet, il suo cibo in camerino, al palazzetto o in camera dell’hotel.
Qual è la routine alimentare di Jovanotti?
Quando la sera ha il concerto fa una colazione molto abbondante tipo brunch intorno alle 11 con frittatona, un dolce con una banana schiacciata, collagene, frutta secca semi, avocado, salmone, frutti rossi. Poi non mangia più, ma alle 18 beve un frullato con latte di cocco, datteri e un mix di polveri come funghi, zenzero e altri circa sette ingredienti. Lo preparo frullando tutto con ghiaccio e viene fuori una specie di smoothie.
E quando è di riposo tra una data e l’altra?
A colazione solo frutta secca con estratto, e poi pranza direttamente alle 12.30 e tira fino alla sera con la cena alle 19.30 circa.
Cosa c’è nella sua dieta?
Non mangia pasta o pane e nemmeno carne, ma verdure solo biologiche, pesce, insalatone che compone da solo – io gli metto tutto in ciotole – tante proteine e tante uova.
A proposito di uova, come sono nate le famose “uova alla Jova” diventate virali sui social?
Per caso, io gliele preparo da molto tempo. Gliele ho fatte una volta ed è impazzito, gli piaceva la consistenza. Si tratta di uova nuvola dove gli albumi vengono montati. Ora ne faccio anche varianti, per dare un po’di sapore.
Per esempio?
Per lui non condisco quasi nulla, fa tutto lui a crudo, anche le uova alla Jova. L’altra sera, però, ho provato a mettere il tuorlo anziché intero al centro l’ho sbattuto e messo sugli albumi montati e condito con sale e pepe, il tuorlo è diventato quasi una crosta croccante fuori. Molto buone.
Uova alla Jova
C’è un rito culinario a cui Jovanotti non rinuncia mai?
Da sempre gli preparo un estratto la mattina che consuma appena finisce l’allenamento in palestra.
Com’è fatto?
Limone, curcuma e zenzero. Lui lo butta giù come se fosse un bicchiere d’acqua, a me lacrimano gli occhi solo a sentire l’odore (sorride, ndr.)
C’è qualcosa che proprio non sopporta?
Sì, le insalate con la frutta dentro.
Si occupa lei della spesa per il tour?
Sì, viaggio da sola in macchina perché ho orari diversi da tutto il resto dello staff. Solitamente vado nei mercati delle città in cui ci sono i concerti, e prendo il pesce fresco la mattina presto, per dire, e scelgo quello che mi chiede di preparare.
In tutto questo, lei che alimentazione ha durante il tour di Jovanotti?
Io mangio a fine agosto (sorride, ndr.). Allora, il pranzo lo salto quasi sempre, ma faccio una bella colazione con pane, ricotta, marmellata, frutta, yogurt e poi tiro fino a cena, quando lui sale sul palco mangio qualcosa.
Per esempio?
Quest’anno sono in fissa con il riso in bianco e Parmigiano.
Non la stressa questa vita da cuoca così frenetica? Non le manca un ristorante?
Credo che non rientrerò mai più nei ristoranti, faccio questo lavoro da 21 anni e sinceramente adesso che lo faccio in questo modo, preferisco. Ho chiuso il mio ristorante perché ho scelto la libertà, mi piace fare eventi all’aperto, cucinare in casa della gente, in mezzo ai campi, fare consulenza.
E se le chiedessero di lavorare in un ristorante di alto livello, la penserebbe uguale?
È un mondo che mi affascina molto – ho lavorato anche al ristorante Andreina dove mi occupavo di pasticceria – eppure è una routine che mi appiattisce molto: non posso arrivare tutte le mattine e fare sempre la stessa cosa, ma questo vale per qualsiasi tipo di ristorante, non solo di alto livello. Preferisco vivere alla giornata e godermi questo lavoro senza prendere impegni a lungo termine.
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