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Roma, Caput Mundi del lusso global
Se divento ricco vado a vivere a… Roma. Sì, la Capitale è in ascesa nella lisa dei desideri dei ricconi global. La graduatoria delle città più agognate – e più da desiderare – dai miliardari del mondo che il Barnes Global Property Handbook pubblica ogni anno, porta Roma dal ventiduesimo all’undicesimo posto.
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Parigi rimane la prima delle città più ambite ed è seguita da tre mete statunitensi (Miami, New York e Austin) e da Dubai, e il resto a seguire, con la capitale d'Italia che insidia da vicino Milano, al decimo posto. A parte il salto nella classifica generale, Roma è anche data al terzo posto tra i mercati immobiliari di lusso da tenere sott’occhio nel mondo, dopo Tokyo e Londra. Un segnale, questa crescita nelle aspettative del luxury, che si annusava da un po’ già dal primissimo dopo-Covid con investimenti milionari nell’hotellery di altissimo bordo.
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Investimenti sull’hotellerie nel cuore di Roma
Ultime novità, il ritorno dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace e l'apertura dell'Edition di via Veneto, la storica via della Dolce Vita, intorno alla quale cui stanno ri-affacciandosi sul mercato almeno 8 hotel top class.
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Sex Senses Roma. Foto John Athimaritis
Con l’inizio del nuovo anno, a Roma si sono festeggiate una serie di inaugurazioni di altissimo livello: dal Six Senses fra piazza Santi Apostoli e Fontana di Trevi fino a Palazzo Velabro dietro al Campidoglio, mentre risale allo scorso anno il W Marriot in via Liguria. Dopo l’estate è prevista l’apertura del Nobu Hotel ed è in frenetica attività il cantiere per la ristrutturazione del vicino Majestic. Tra la fine del 2024 e il 2025 aprirà sempre in via Veneto, proprio di fronte all’Ambascistori Palace, il nuovo Rosewood hotel.
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Palazzo Vilòn. Foto: Mattia Aquila
Roma super lusso: Palazzo Vilòn
È stato appena presentato alla stampa il “nuovo” Palazzo Vilòn, in via di Ripetta: residenza iper-esclusiva da 25.000 euro a notte che può ospitare un massimo di 12 ospiti in uno dei monumenti più rappresentativi del Barocco Romano, quel Palazzo Borghese voluto nel 1678 dal principe Giovanni Battista Borghese e commissionato all’architetto Carlo Rainaldi che lavorò in intesa con lo scenografo Giovanni Francesco Grimaldi. Il palazzo (che nella Capitale segna un vero e proprio record nell’esclusività dell’offerta) è stato acquisito dal gruppo Shedir, specializzato nell’hotellerie di lusso, che ha nel suo portafogli già il Capri Tiberio Palace e a Roma, oltre al Vilòn dentro Palazzo Borghese, il Maalot, Umiltà36 e a breve Palazzo Roma in via del Corso.
Gli investimenti nell’ospitalità di lusso – scrive l’osservatorio di Barnes – portano con sé anche una maggiore appetibilità della città sul fronte del mercato immobiliare tanto, appunto, da giustificare il salto nella classifica mondiale delle città da Paperoni.
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Bulgari Roma
La sfida con Milano sul turismo de luxe
È l’assessore capitolino al Turismo, Alessandro Onorato, che svela la strategia: battere Milano sul fronte del turismo di alta gamma. “Solo nel settore 5 stelle lusso” spiega l’assessore “il numero delle stanze aumenterà del 30% entro il 2025 e raddoppierà entro i prossimi 5 anni. Apriranno i principali marchi del lusso che fino a oggi non c’erano, generando nuove opportunità occupazionali e importanti ricadute economiche sull’economia cittadina. Andando a coprire una carenza di strutture di alta gamma che danno una spinta verso l’alto alla qualità del servizio, ma anche all’immagine della destinazione Roma a livello internazionale”. E, solo per citare le novità, è atteso per l’estate il nuovo Bulgari in piazza Augusto Imperatore (a ridosso di via del Corso), a poche centinaia di metri da Romeo Roma la cui apertura, nei prossimi mesi, vede la collaborazione niente meno che di Alain Ducasse; il Four Seasons lo si attende per il 2025 ed è previsto un nuovo investimento da parte di un fondo israeliano per un hotel de luxe in un intero isolato tra via del Tritone e San Silvestro. Ora il Campidoglio deve fare la sua parte: sono previsti investimenti per rifare tutto il look alla via della Dolce Vita e dovrà velocemente intervenire anche su via del Corso e su tutto il quadrante se Roma vuole davvero puntare a tornare una meta che fa gola alle élite del mondo come è stato fino a un paio di secoli fa.