Dopo la pandemia, la guerra. Che aggiunge incertezza a incertezza. Cosรฌ le prospettive di ripresa ancora tardano ad arrivare. Il quadro tracciato dal Rapporto Ristorazione 2021 di Fipe Confcommercio racconta di una stabilitร ancora da riconquistare. Se lo scorso anno gran parte del settore era convinto che si sarebbe tornati a livelli di attivitร pre Covid entro lโanno in corso, arriviamo a questa nuova edizione del rapporto con alle spalle un altro anno di grande fatica, con fatturati ancora in calo e al di sotto di livelli pre Covid per lโ86% aziende. La causa รจ stato il protrarsi della pandemia e delle misure di contenimento, con lโentrata in vigore del sistema a colori e del Green Pass in estate, quando cioรจ, oltre 17 milioni di italiani ancora non erano vaccinati: โun terzo della potenziale clientelaโ sottolinea Luciano Sbraga del centro studi Fipe. Oggi che lo scenario appare diverso, con lโandamento della pandemia almeno in parte sotto controllo (ma attenzione alla nuova risalita dei contagi) e la campagna vaccinale avanzata a passo di carica, si fa nuovamente il punto della situazione. Una situazione che, perรฒ, subisce lโurto della guerra che sta violentando lโUcraina, gettando ulteriori ombre di incertezza sul nostro futuro e su quello del settore. Con lo spettro dellโinflazione a completare il quadro.
Sono oltre 23mila le aziende che hanno cessato la loro attivitร nel solo 2021, una cifra che โ sommata a quella del 2020 โ arriva a un totale di 45mila locali che hanno chiuso i battenti nel periodo della pandemia, confermando lโandamento dellโanno precedente. Tante chiusure, che hanno come contraltare anche una compressione delle nuove imprese: solo 8.942 nel 2021. E quelle che ci sono state, hanno risentito enormemente della stagione pandemica: oltre il 30% delle attivitร aperte nel 2019 non ci sono piรน. Non รจ difficile da credere, dato che sono stati turismo e ristorazione i settori piรน colpiti dallโemergenza coronavirus, con perdite (rispetto al 2019) che sfiorano i 34 miliardi di euro nel 2021, che diventano 56 miliardi se si considera il biennio appena trascorso. E che, per quanto riguarda il turismo internazionale, si assestano a meno 23 miliardi di euro, perdite che colpiscono soprattutto le cittร dโarte. Cifre monster solo in minima parte bilanciate dalla crescita dei consumi domestici: appena 7 miliardi. ร evidente, dunque, che sia stata lโintera filiera a soffrire del brusco calo dei consumi: si stima che queste perdite interessino la produzione agroalimentare per un valore di circa 15 miliardi.
Diretta conseguenza di questa situazione รจ la perdita di posti di lavoro, e la riduzione del numero degli impiegati nel comparto: sono oggi quasi 200mila in meno rispetto al 2019, 193mila per la precisione, soprattutto donne e giovani. Un terzo delle imprese denuncia che ha perso personale, cifra che deve essere letta alla luce di una ristorazione โ quella italiana โ fatta principalmente di aziende a conduzione familiare, in cui solo il 40% ha dipendenti. Alla perdita di posti di lavoro, si accompagna la difficoltร di trovare personale, soprattutto professionalizzato e formato: รจ da sempre uno dei grandi problemi del settore che la pandemia ha enfatizzato portando con sรฉ un corollario di polemiche e provocazioni, dalle condizioni lavorative agli stipendi inadeguati, dal reddito di cittadinanza alla minore attrattivitร di un settore divenuto troppo precario e inaffidabile. Il rapporto parla di 4 aziende su 10 che lamenta la mancanza di candidati validi. โLa perdita di lavoro e lavoratori equivale anche a una perdita di competenze e di capitale umanoโ sottolinea Sbraga.
Sulla questione lavoro torna Romina Mura, presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che evidenzia un settore desideroso di investire sul lavoro e sul lavoro di qualitร , perfettamente consapevole del ruolo nel sistema Italia. Con la fuga lavoratori nel settore โsi sono dilapidate competenze e dignitร โ dice Mura e aggiunge โserviranno interventi decisi: un altro PNRR, un nuovo patto di stabilitร , proroghe delle misure di sostegno e un allargamento della platea dei beneficiari. Ma soprattutto servono politiche attiveโ. Occorre investire sulla formazione, sulla qualitร del lavoro, รจ indispensabile definire una certificazione delle competenze allโinterno dellโalternanza scuola lavoro. โLa competitivitร delle imprese si promuove in un paese in cui si scelgono i valori su cui investire, e tra questi ci devono essere cibo e agroalimentare, anche in unโottica di sostenibilitร โ conclude Mura, che non ignora la presenza di contratti pirata che trasformano, ancora di piรน, il lavoro nella ristorazione in โlavorettoโ. Ma forse la presenza di un esponente della Commissione Lavoro e non delle Attivitร Produttive รจ il segnale di un cambiamento.
Secondo lโindagine, il caro materie prime ed energia sta paralizzando il settore: lโ87% degli imprenditori registra aumenti della bolletta energetica fino al 50% e del 25% per i prodotti alimentari, di cui si lamenta in alcuni casi (per esempio riguardo lโolio di semi) anche la scarsa reperibilitร . Allo stesso tempo, gli aumenti dei prezzi ai consumatori restano contenuti: i rincari sono assorbiti, al momento, dagli esercenti: a febbraio 2022, lo scontrino medio รจ salito del 3,3% rispetto a un incremento generale dei prezzi del 5,7%. Oltre metร (56,3% di bar e ristoranti) non rivedrร a breve al rialzo i propri listini, ma โ come dice Sbraga โ sarร inevitabile in un futuro prossimo, oltre che necessario per poter remunerare correttamente i dipendenti: il commercio equo e sostenibile รจ anche questo. Le prospettive sono poi ancora piรน incerte dallo scenario di guerra che impatta sulle produzioni alimentari, materie prime energetiche. โUna tempesta perfettaโ dicono.
Oltre allโemergenza umanitaria ci saranno conseguenze economiche alla guerra in corso in Ucraina: inflazione, il caro energia e gas, con le conseguenze su materie prime e trasporti, irreperibilitร di prodotti, conseguenze sul turismo: non solo quello proveniente dalla Russia che pesa per circa 1 miliardo di euro su 44 di spesa turistica e si concentra su alcuni territori, soprattutto Versilia e Costa Smeralda, ma anche con rischio di deviazione di flussi turistici in altri territori piรน lontani dalle zone calde e dai paesi inseriti nella black list, come lโItalia. Ci sono poi la riduzione del potere di acquisto e di risparmio, e le conseguenze di โdolorose e doverose sanzioni per la Russiaโ dice il presidente di Fipe, Lino Stoppani, che segnala โil rischio di distruggere rapporti commerciali con il paeseโ.
La pandemia ha lasciato anche (pochi) strascichi positivi, con il cambio dello stile di vita e di modelli di consumo e di impresa: dallo sviluppo food delivery e asporto, alla cresciuta attenzione ai temi di salute e sicurezza, allโincremento di dehors โche hanno un grandissimo valore sociale, di aggregazioneโ arrivando alla maggiore consapevolezza del ruolo che questo settore gioca e svolge allโinterno del paese. La sfida รจ affronatre i cambiamenti lavorativi come lo smart working che hanno un impatto durissimo su trasporti e quartieri con una conseguente desertificazione commerciale di certe aree. Si sente lโurgenza di una politica per la ristorazione. Un settore dato per scontato, forse in passato, che esce dalla pandemia con un fardello di debiti che occorre rimodulare con interventi diversi, moratorie e piani di ammortamento dei crediti accesi per far fronte Covid, il settore ha bisogno di liquiditร e di piani adeguati, di decontribuzione โconsapevoli delle difficoltร del bilancio pubblico e delle possibili implicazioni di uno scostamento di bilancioโ. Di contro occorre investire per far crescere la cultura del lavoro: investire sulle competenze, nei percorsi didattici, in politiche per la ristorazione, anche grazie a una carta dei valori del settore. Che tenga in conto valori economici, identitari, culturali, di attrattivitร turistica.
a cura di Antonella De Santis
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