Siamo stati in Lombardia, in Campania, poi in Sicilia e in Toscana. Ora è il momento del Piemonte: il tour della pizza continua. Vi segnaliamo i migliori indirizzi 2023 secondo la Guida Pizzerie d’Italia 2023 di Gambero Rosso.
Sotto il cappello “classica” la cosiddetta pizza all’italiana: in versione autentica l’eccellente vegetariana, come pure deliziosa la friabile con la trota affumicata, la soffice con acciughe cantabriche, la croccante con battuta di Black Angus. Ma non è tutto…
Ottime la margherita o la bufala (di Cuneo), da non perdere Cecio: una ripiena con verdure di casa, o la più cosmopolita acciuga, per unire Cantabriche, Taggiasche e origano di Sicilia. Eccellenti le specialità al padellino. Molto più spazio è riservato al vino, sempre più pensato come giusto pairing, oltre a birre artigianali.
La pizza di Perbacco unisce qualità di impasti e farciture: complici farine giuste, impeccabili lievitazioni, cotture calibrate al millimetro in forno a legna, con una scelta di ingredienti di gran rigore qualitativo, tra Campania ed eccellenze locali. Il cornicione maculato, corposo, ben alveolato e fragrante si fa mangiare volentieri. A partire dall’ottima Margherita. Il resto ve lo lasciamo scoprire!
Le pizze spaziano nelle ormai iconiche declinazioni (dalla pizza croccante al pizz’otto, dal fa’croc alla pala), tutto preparato con un miscuglio evolutivo, farina di grani antichi siciliani. Tutte finiscono nel menu degustazione Orgoglio italiano. Ma poi ci sono sempre i fuori programma.
Qui, inventiva e ricerca non mancano: a cominciare da farine (che acquista direttamente dai produttori) e impasti, agli incontri/incroci continui e innovativi con la ristorazione. Così ecco la pizza con capra e agnello, che rimanda a tradizioni nordafricane e mediorientali, e poi la pizza Arcaica, un suo must, con pane e salampatata, insaccato povero del Canavese, carne di maiale e patate.
Le proposte di Fabrizio Marzo pescano nel classico e anche nel vintage: il pizzaiolo ha riscoperto pizze che andavano per la maggiore negli anni ’70/80 e ha osato.
Anche qui il menu degustazione Orgoglio Italiano, ma tante sono le possibilità di assaggi, con topping curatissimi che ben si abbinano ai profumi del grano macinato a pietra. Tra le classiche si apprezza la Chorizo e Acciughe, su base di pomodorino di collina del Vesuvio e origano di Pantelleria.
Qui è protagonista la pizza al taglio, curatissima in ogni suo passaggio: dall’impasto ai topping selezionatissimi, fino alle cotture, differenziate: in pratica la pizza trattata come un vero piatto di alta cucina.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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