L’edizione numero 44 della Guida dell’Espresso potrebbe non essere rivoluzionaria, ma segna comunque una tappa importante: la prima uscita pubblica dopo l’acquisto da parte di BFC Media avvenuta un paio di mesi fa. Non un vero e proprio giro di boa, naturalmente, ma comunque la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era. “Non cambieremo molto” dice Alessandro Rossi direttore di Forbes e direttore editoriale di BFC Media “abbiamo tutta l’intenzione di confermare Enzo Vizzari per i prossimi ennemila anni”. E a condurre l’evento, come di consueto, è proprio Enzo Vizzari, che insieme a Luca Ferrua (direttore dell’hub Il Gusto) ha presentato la passerella di grandi nomi del mondo della ristorazione. Che tornano a sfilare a Firenze, sul palco del teatro del Maggio Musicale Fiorentino dopo le cerimonie online degli anni scorsi.
Mollata già da qualche edizione la tradizionale valutazione in punteggi espressi in ventesimi a favore di quella in Cappelli – da 1 a 5 – la guida conferma la sua struttura che include nello stesso volume vini, ristoranti e pizzerie. Confermata anche la hall of fame designata dai Cappelli d’Oro che incoronano quei locali che hanno fatto la storia della cucina italiana degli ultimi decenni, tanto da essere considerati nuovi classici.
Nonostante le difficili stagioni che abbiamo vissuto e in parte stiamo ancora vivendo, la guida testimonia una crescita complessiva del settore, “l’epoca d’oro della nostra gastronomia” la definisce direttor Vizzari nella sua presentazione del volume annunciando che “oggi i cuochi d’Italia sono molto più che bravi artigiani, e la crescita maggiore è avvenuta nelle teste prima ancora che nelle mani”. A conferma di questo, l’ampliamento del gradino più alto della classifica, che quest’anno conta 18 ristoranti premiati con 5 Cappelli, 5 più dello scorso anno: Carlo Cracco, innanzitutto, con il suo ristorante omonimo in Galleria, a Milano, Antonia Klugmann dell’Argine a Vencò e Ana Roš di Hisa Franko a Caporetto, giusto dopo al confine tra Italia e Slovenia, Alessandro Dal Degan della Tana Gourmet ad Asiago e di Giuseppe Iannotti del Kresios di Telese Terme, che conferma la bella stagione che lo ha visto anche conquistare le Due Stelle Michelin.
Spazio, infine, ai premi speciali. “Novità dell’Anno” è Dalla Gioconda il locale di Davide Di Fabio a Gabicce Monte; “Premio Innovazione” per la cucina creativa, invece, per 28 Posti di Marco Ambrosino a Milano, il miglior ristorante etnico è sempre a Milano: Gong Oriental Attitudine. Pranzo dell’Anno è a La Tana Gourmet di Asiago (VI), le Performance dell’Anno sono quelle di Hyle di San Giovanni in Fiore (CS) e Andreina di Loreto (AN).
Chef dell’anno è Fabrizia Meroi del Laite di Sappada, Giovane dell’Anno è Giuseppe Molaro di Contaminazioni di Somma Vesuviana (NA); il Premio alla Carriera va a Lionello Cera di Antica Osteria di Campagna Lupia (VE); il Giovane Pizzaiolo dell’Anno è invece Luca Doro di Doro Gourmet di Macerata Campania (CE).
La miglior Pasta dell’anno è quella di Cristiano Tomei, all’Imbuto di Lucca, mentre il miglior Riso è quello di Antonio Ziantoni di Zia, per la Pasticceria dell’Anno Kevin Fejzullai – Harry’s Piccolo di Trieste. Per il per il Caffè dell’Anno si va al Tivoli di Cortina (BL)
Non mancano i premi dedicati al mondo del vino e della sala: Sommellier dell’Anno di questa edizione è Fabrizio Sartorato del ristorante Da Vittorio a Brusaporto, della famiglia Cerea, la migliore cantina d’Italia è quella dell’Enoteca La Torre di Villa Laetitia a Roma; il miglior servizio di sala dell’anno è quello dell’Osteria Francescana di Modena, coordinato da Beppe Palmieri, mentre Maître dell’Anno è Mariella Organi della Madonnina del Pescatore di Senigallia.
Un centinaio le pizzerie recensite e valutate nella guida, un universo variegato di cui si riconoscono alcuni maestri che hanno saputo indicare la strada per l’evoluzione complessiva del comparto, a loro il premio Pizza d’oro: Simone Padoan (I Tigli, di San Bonifacio), Gabriele Bonci (Pizzarium, di Roma), Enzo Coccia (La Notizia, di Napoli) e Franco Pepe (Pepe in Grani, di Caiazzo).
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