Dove mangiare a Teramo. I 9 migliori ristoranti scelti dal Gambero Rosso

10 Feb 2024, 10:22 | a cura di
Una città interessante sul piano storico e architettonico ma ancora relativamente poco conosciuta. Sul fronte enogastronomico sta vivendo una nouvelle vague che vale la pena di esplorare

Il capoluogo più settentrionale dell'Abruzzo, a un passo dalle Marche, è anche quello meno "considerato" nei percorsi enogastronomici. Più battuto è il suo litorale, da Roseto degli Abruzzi (cittadina che ospita una delle migliori trattorie d'Italia, la Vecchia Marina) ad Alba Adriatica, punteggiato da una serie di insegne degne di nota, e pure le colline dell'entroterra godono di fama migliore, soprattutto in termini di cucina tradizionale (che da queste parti vuol dire scrippelle 'mbusse, chitarrina con le pallottine, le virtù del Primo Maggio, la galantina, la pizza dolce).

Eppure anche a Teramo molto più di qualcosa si è mosso, negli ultimi tempi. E da cittadina dall'offerta abbastanza statica e accomodante verso la larga presenza di universitari, oggi è un centro emancipato dove anche i buongustai più esigenti e curiosi possono decidere di fare una deviazione senza timore di noia. Non è un caso che degli 8 locali selezionati dalla guida Ristoranti d'Italia 2024, alcuni siano bistrot freschi e di moderna concezione. Ecco tutti i posti migliori.

I migliori ristoranti di Teramo

Acino - Bar a vino

Wine Bar. Animato e centrato "speakeasy" del vino (e buon cibo a corredo) celato in un mini-vico del centro e in un palazzo a lungo in remake. Un bel banco, sempre affollato, e uno spazio con tavoli, semplici nello stile, ma assistititi con informale abilità. La stessa con cui - senza affettazione - vengono proposti a dovere calici e bottiglie pescati in una cantina originale, in dinamico movimento e lucidamente attenta a tutto ciò che è ecologicamente commendevole. Sfizi - gustosi - da aperitivo, e piatti e piattini (anche un mix vegano) divertenti e saporiti: crostone con vitello tonnato, babagannush, tartare di terra (Marchigiana) e mare (ottime mazzancolle su fusillone di Gragnano). Pubblico non di soli eno-fan, ma vario, giovane e meritatamente affezionato. Prezzi calibrati.

Acino - Bar a vino - via Chiasso dell'Anfiteatro, 7 - 338 1483602 -Facebook

Enoteca Centrale

Ristorante. La nuova sala con affaccio proprio dopo lungo lavoro è infine realtà e l'Enoteca, coi suoi spazi interni ben articolati (uno con tavolo sociale) è sempre più bella, arricchita in stagione dall'ambìto dehors sulla vetrina pedonale del Corso. La cantina è quella - solida e appagante - che ha fatto la storia del locale, rifinita con estratti del plotone "naturale" scelti con acume e competenza. Il fronte food poggia su una carta ben pesata, che mixa mare ed entroterra (olive ascolane squisite), prodotti esotici ma iconici (bellota, Cantabrico, burrate pugliesi) e carni di vaglia (filetto di maiale, cipolla e rossa e Porto, impeccabili t-bone). Formaggi pregiati e dolci a chiudere. Servizio cortese ed efficace.

Enoteca Centrale - c.so Cerulli Irelli, 26 - 0861 243633 - Facebook

Cipria di Mare

Ristorante.  In uno spazio caldo e fine senza ostentare (e accanto la pescheria-gastronomia di famiglia, miniera di bontà) Alessandro De Antoniis continua il suo iter. Graduale, mai gridato - proprio come i colori e arredi in sala e il servizio, giovane e al femminile, pilotato con sorridente abilità anche sul lato vino e ben centrato tra estro e radici. Ecco così scorrere, in parallelo o ben alternati, spunti creativi e, saggiamente attualizzati, totem d'Adriatico come le voluttuose chitarrine al sugo di canocchie, i regali scampi locali, la trippa di pescatrice, e via andare. Tutto a sprechi zero, miglio marino certo (e corto se si può) e condito di passione governata da saggezza e competenza. In sintesi, uno dei migliori indirizzi ittici della regione.

Cipria di Mare - via Badia, 30 - 0861 411988 - cipriadimare.com

Contempo Bar Experience

Bistrot. Un posto poliedrico e dal mood giovane. A “merenda” ecco i composé dolci (pancake, muffin, cookies, maritozzi farciti) e il salato tra nuggets e uova al bacon. Poi c’è la cucina, eclettica e ammiccante: ribs glassate e burrito, caserecce alla crema di peperone, guanciale e panko, “bomba” pomodoro e pecorino. Da bere vini, cocktail (classici, signature e analcolici), birre, succhi, caffè, tè, infusi. Staff simpatico e reattivo. Piacevole open space.

Contempo Bar Experience - via Mario Capuani, 81 - 0861 416093 - contempobar.it

Ebrius Restaurant

Ristorante. Centralissimo, decorato da pezzi d’arte, affidato alla guida abile e rodata di Francesca Di Domenico, punta sulle doti, palesi e con margini da esplorare, del giovane Manuel Di Stefano, chef “di montagna” e territorio (già in un piccolo locale dell’interno, amore per i tesori di gusto del Teramano). Due percorsi, Monte Camicia e Brancastello, dedicati a luoghi eponimi del Gran Sasso. Poi la carta. E piatti (trippa “in cuffia”, agnello “cacio e ove”, porchetta e patate) che agganciano la tradizione, ma la “rimontano” nel vissuto creativo dello chef, ancora in progresso ma già intrigante. Cantina valida e in crescita. Anche aperitivi e miscelati. B&b collegato.

Ebrius Restaurant - p.zza Martiri, 32 - 328 8635406 - ebriusrestaurant.it

Elements Restaurant

Bistrot. Un allegro melting pot gastronomico, nato dall’incontro tra due ancor giovani professionisti di radici “indigene”, uno di ritorno in patria dopo lunga esperienza londinese e l’altro di nascita e formazione teramana. Location a mezza strada tra città e mare, formula volutamente “no luogo”, ambiente caldo e “cozy”, anima da bistrot multietnico. E piatti come i tramezzini d’astice in tempura, salsa di bisque e aioli, la golosa insalata thai con calamari fritti, la coda di rospo salsata però con gusto libero e centrato. Si beve bene (anche miscelato) serviti con simpatia e attenzione.

Elements Restaurant - s.s. 80, 24 Sant'Atto - 371 5306598 - elementsrestaurant.it

Oishi Japanese Kitchen

Giapponese. L’insegna di Luca Di Marcantonio continua a brillare, lustrata ogni stagione con impegno e gusto. La carta (ecumenica ma centrata) dona ogni volta nuovi stimoli e il confine del Giappone da export è ormai solo un doveroso punto di partenza. Nigiri, hosomaki, sashimi classici e impeccabili, quindi, poi argute evasioni (tataki “spagnolo”, la golosa ceviche “sbagliata”), e “temporary food”, ossia piatti di ricerca (gunkan di seppia e gambero o la satrapica “tonkatsu”, agnello inglese in panure nippon). Si beve bene. Due menu omakase e ricercato delivery.

Oishi Japanese Kitchen - via Capuani, 47 - 391 3942429 - oishiteramo.it

Spoon

Bistrot. Omaggio a “La pecora alla callara”; la panzanella col salmorejo; la zucca Delica in due consistenze, semi tostati, caprino e cicoria. In menu lingua del luogo e della regione viene filtrata dalle esperienze e il gusto di Marco Cozzi, il giovane chef patron che con la sorridente conduttrice della piccola sala e della terrace antistante è l’anima di Spoon. Freschi, curati e stagionali i dolci. Di artigiani di vaglia le materie prime. Buoni vini, con spazio al miglior Abruzzo.

Spoon - via M. Capuani, 61a - 345 0370764 - Facebook

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