Dobbiamo dirlo, i ristoranti non sono tutti uguali. Che sia per la cucina, gustosa, appagante o stimolante, che sia invece per il servizio, accogliente ed efficiente, o ancora per la splendida location, urbana o immersa nel paesaggio ameno del luogo. E questa cosa sembra che l’abbiano capita da tempo anche le celebrità, soprattutto quelle americane, che a differenza nostra e di tanti altri, selezionano il locale in cui mangiare o trascorrere un dopo cena sulla base di aspetti che possono però esulare dai soliti canoni, quelli di noi comuni “mortali”. Con riferimento alla città di New York, ne ha focalizzati alcuni il NYTimes.
Le ragioni per cui alcuni indirizzi diventano locali da Vip
Si sa, bastano poche foto e video sui social per far crescere l’appeal di un ristorante. Se poi compaiono sul profilo social di una star, l’hype intorno a quel locale arriva alle stelle rendendo la semplice prenotazione un’operazione alquanto proibitiva. Non parliamo dei prezzi sul menu, che diventano scoraggianti per molti curiosi, prima interessati a prenotare. Con la loro scelta i personaggi famosi fanno invece la felicità e le fortune di qualche ristoratore. Ma cosa spinge i vip a scegliere un ristorante o un bar o qualsiasi altra insegna al di là di una buona cucina e della qualità della proposta? Dopo aver pedinato alcune star della Grande Mela in giro per la città, le giornaliste della testata statunitense hanno individuato i seguenti fattori, scoprendo peraltro che rientrano tutti nella strategia di management studiata dai rispettivi patron.
Garantire riservatezza agli ospiti
Si tratta di una caratteristica fondamentale, probabilmente quella che incide maggiormente sui “gusti” dei vip. Significa che il locale deve garantire punti di accesso facili, laterali e secondari, ovvero «poco visibili», attraverso cui gli ospiti speciali possano entrare senza farsi notare né inseguire da fan e paparazzi. Per esempio, al Le Rock, ristorante nei pressi del Rockefeller Center, il cast del Saturday Night Live entra ed esce dalla porta posteriore, predisposta per il personale. La stessa discrezione deve essere assicurata anche al tavolo. Non importa se si devono sedere in aree meno affascinanti, come all’angolino più lontano dall’ingresso e il retro, oppure in sale private, come spesso accade. L’unica cosa che conta è che siano zone appartate.
Camerieri come guardie del corpo
Sebbene molti di questi special guest abbiano una guardia del corpo o uno staff appresso, non mancano occasioni in cui il personale del bar o ristorante che sia debba attivarsi per assicurare loro privacy e tranquillità. Magari, intercettare altri clienti intenti a infrangere la riservatezza di quello famoso catturandolo in uno scatto e diffondendo il contenuto pubblicamente. Cosa che è riuscita perfettamente ai camerieri del The Corner Store di Soho, intervenuti tempestivamente per impedire che qualcuno scattasse delle foto di nascosto alla cantante Taylor Swift.
Un servizio tailor-made
La sala deve essere pronta a soddisfare qualsiasi richiesta, fosse anche la più stramba. Il locale che incontra il gusto di ricchi e famosi sarà dunque quello che fornisce un servizio tailor-made, cioè su misura; vale a dire, in grado di personalizzare l’offerta culinaria, se necessario. Può darsi infatti che il cliente sia vegano, un rigido salutista o un affermato giocatore dell’Nba, con indicazioni alimentari cui doversi attenere per non compromettere la performance atletica. Certamente aiuta avere un maître o un cameriere super preparato, con una certa esperienza alle spalle. Per capirci, una figura eclettica in sala dotata di savoir faire, che da responsabile sappia fare le veci del titolare (in caso di sua assenza) e garantire alle star ciò che più adorano, l’equivalente del nostro “solito” (che tanto amiamo sfoderare nel caso di un rapporto di fiducia).
Il dopo cena esclusivo
Molte di queste insegne hanno successo perché affiancano alla proposta food un’ulteriore formula: lo speakeasy nella sala affianco, oppure il night club sotterraneo o al piano superiore, nella maggior parte dei casi con terrazza e roof top. Si tratta di una forma di intrattenimento assai gradita dalle celebrità perché, finito il pasto, consente loro di non affrontare nuovamente la “trafila”: sgattaiolare sottraendosi a occhi indiscreti per accedere a un locale diverso. Quindi, i locali newyorkesi frequentati dai vip organizzano sempre feste ed eventi di fine serata.
Assicurare lo stesso trattamento altrove
È un fattore che può valere nel caso di locali e format che hanno sedi in varie città. Dopo aver accolto le stesse celebrità in altri paesi, lo sostiene la responsabile delle prenotazioni presso la catena di ristoranti giapponesi Zuma, Kejli Radovani: «le catene di ristoranti puntano sulla coerenza, il che può essere particolarmente prezioso per una persona famosa, che potrebbe non voler rischiare con un ristorante ‘indipendente’, con meno esperienza nel far entrare discretamente le celebrità». Sembra infatti che, a fronte di un eccellente trattamento, queste star preferiscano dare priorità allo stesso ristorante (presente in una città differente), invece di sperimentare nuovi posti.
L’importanza della proposta gastronomica (o forse no)
In molte circostanze, la decisione del locale in cui andare non è orientata sulla bontà della cucina. Le star americane individuano i ristoranti soprattutto in base alla reputazione e all’atmosfera che un luogo e un servizio sono capaci di regalare. Lo stile culinario è dunque “generico” e abbraccia molteplici culture gastronomiche, con una proposta che si basa sulle preparazioni più rinomate e in voga del momento: dalla Caesar salad alla pizza, fino ai California Roll. Qualcuno esce poi solo per un dessert o per bersi un drink. Eppure, tra le celebrities c’è qualche buona forchetta, che bada meno al profilo estetico e ‘accessorio’ — interni accattivanti e dopo cena musicalmente sfavillanti — preferendo un ristorante con uno chef così bravo da mettere in secondo piano tutto il resto, persino in una metropoli tanto viva come New York.