Dopo venti anni di sostanziale divieto, è stato piantato in Italia il riso geneticamente modificato. O meglio, migliorato. Abbiamo intervistato Vittoria Brambilla, ricercatrice del dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che ha seguito il progetto Ris8imo con il quale sono state ottenute piante di riso modificate in laboratorio attraverso Tecniche di evoluzione assistita (Tea). Brambilla interverrà all'ottava edizione di Food&Science Festival, a Mantova da venerdì 17 a domenica 19 maggio, dedicata agli Intrecci tra alimentazione, scienza, agricoltura, tecnologia, ambiente e salute.
Sgombriamo subito il campo: le piante di riso modificate sono state ottenute attraverso Tecniche di evoluzione assistita (Tea), dunque non sono Ogm. In cosa consistono queste tecniche?
Sono un insieme di tecniche moderne di precisione sviluppate per il miglioramento genetico: si modifica il genoma della pianta ma senza l’inserimento di Dna estraneo (differenti, così, dagli OGM, vietati in Italia) per ottenere piante più produttive e resistenti a batteri, funghi e alla siccità.
For dummies?!
Con le Tea si riproducono le mutazioni spontanee, ovvero quello che avviene in natura si ricrea in laboratorio, dunque senza inserire DNA di un altro organismo, semplicemente si riproduce una variante che è presente in natura. Solo che invece di farlo per incrocio, lo si fa rapidamente con queste tecniche. In parole ancora più semplici: acceleri ciò che avviene in natura e rendi possibili incroci che sarebbero complessi in natura.
Sono piante geneticamente modificate?
Modificate nella misura in cui è geneticamente modificato tutto, se vogliamo usare questo termine per indicare anche le piante normali, va bene. Forse è da preferire il termine “migliorate” tramite le Tea perché “geneticamente modificato” rimane un po' legato al concetto dell'Ogm che è un'altra cosa.
RIS8imo, questo il nome del progetto, è frutto di un lungo iter di approvazione da parte del ministero dell’Ambiente e di Ispra si tratta della prima sperimentazione in campo aperto in Italia da vent’anni a oggi, e la prima in assoluto autorizzata con piante ottenute con le Tea. Perché per 20 anni non si è potuto fare?
Quando è entrata in vigore la Direttiva 2001/18/CE inerente all'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, le Tea ancora non esistevano. Sono arrivate alla ribalta verso il 2013. Dunque, a esser precisi, non c'è ancora una legge specifica che definisca queste nuove tecniche di miglioramento genetico. Ci sarà una direttiva ma per il momento la Commissione europea ha proposto di normarle come fossero piante normali perché effettivamente sono indistinguibili dalle piante normali.
Perché questa esigenza – fin dal titolo di un comunicato della Regione Lombardia – di dissociarsi dagli OGM?
Perché l'opinione pubblica è contraria agli Ogm, quindi la prima cosa da spiegare è che queste piante messe in campo non sono Ogm.
Perché esiste questo timore di parlare di Ogm?
Proprio per quanto detto sopra. L'opinione pubblica è contraria agli Ogm, a differenza di noi scienziati che siamo tutti favorevoli. Gli scienziati sono contenti di utilizzare le Tea, che si aggiungono agli strumenti validi per poter fare miglioramento genetico, ma sarebbe un “sogno” poter aggiungere anche gli Ogm; oggi non ci azzardiamo di sognarlo nemmeno!
Un sogno svanito, quello degli Ogm?
Magari tra vent'anni ci sarà qualche politico che aprirà agli Ogm. Per il momento nessuna parte politica si è dimostrata a favore.
Il mondo della scienza è unanime nel dire che gli Ogm non facciano male. Sembrerebbe una questione puramente ideologica. Da dove è nato lo spauracchio?
Sono stati rappresentati per un sacco di anni come la “fragola-pesce” o altre cose orribili che in realtà non sono mai esistite e dunque le persone, che non sanno cosa siano effettivamente, hanno paura. Parlando con un premio Nobel - uno dei 110 premi Nobel che hanno mandato una lettera all’organizzazione ambientalista Greenpeace per chiedere di riconsiderare la sua posizione contraria sulla diffusione degli Ogm - mi ha spiegato che effettivamente alcune multinazionali, tra cui l'americana Monsanto Company, quando sono arrivati gli Ogm li hanno utilizzati invadendo il mercato sementiero con fare predatorio, quindi il settore europeo si è difeso avviando una campagna di demonizzazione.
Tornando a Ris8imo, qual è l'obiettivo di queste piante?
La varietà di riso seminata a Mezzana Bigli dovrebbe essere in grado di resistere, senza utilizzo di fungicidi, agli attacchi del fungo Pyricularia oryzae, che causa la malattia nota come Brusone: una patologia fungina che può portare a perdite produttive anche del 50% e contro cui ci sono pochi farmaci. Volevamo fare qualcosa di concreto per il bene degli agricoltori. In laboratorio queste tecniche hanno dato ottimi risultati, ora tocca vedere in campo.
Altre piante che possono essere d'interesse?
Ci sono colleghi che hanno chiesto l'autorizzazione per dei campi sperimentali di pomodori (per resistere a una pianta parassita), altri ancora si stanno focalizzando sulla vite (per resistere anche lei a un fungo). Ma ci sono tantissime ricerche in merito.