Alla telefonata di Lorenzo Biagiarelli, che le chiedeva di mandargli lo screenshot della recensione originale, Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, avrebbe risposto di averlo cancellato per fare spazio sul telefono, perché lo utilizzava anche per i menu. Domenica 14 gennaio il suo corpo è stato ritrovato nelle acque del fiume Lambro. «Mi dispiace che pensiate che la ricerca della verità possa avere queste conseguenze – ha scritto Biagiarelli in una storia su Instagram – ci tengo a respingere con forza le accuse di ‘odio social’ e ‘shitstorm’».
I dubbi sul post di Pedretti
Tre giorni fa sulla pagina Facebook della pizzeria Le Vignole era comparso uno screenshot di una recensione di un presunto cliente anonimo che si lamentava per la presenza di gay e disabili nel locale, pur apprezzando la pizza e il dolce che gli erano stati serviti. La titolare, Pedretti, gli aveva risposto criticando la sua posizione omofoba e abilista, chiedendogli di non tornare più nel locale. Il post era diventato rapidamente virale ed era stato ripreso da numerose testate giornalistiche.
A sollevare alcuni dubbi sull’autenticità del post era stato il food blogger Lorenzo Biagiarelli: Il font della recensione, come quello della risposta, è diverso da quello usato da Google – aveva scritto –. Sono diversi pure l’interlinea e la spaziatura. Le scritte di Google sono sgranate, mentre il corpo del testo è perfettamente a fuoco». Biagiarelli aveva anche evidenziato la somiglianza tra la recensione della pizzeria Le Vignole e quella lasciata nel 2022 in un altro locale in Veneto, sulla cui autenticità erano stati sollevati diversi dubbi.
L’analisi di Biagiarelli è stata ripresa anche dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, sua compagna: «A meno che la signora non ci spieghi come può essere originale quel commento e non ci mostri lo screen originale dalla pagina di Google, siamo di fronte a un’operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili» aveva scritto.
La telefonata con Pedretti
Per approfondire la questione, Biagiarelli ha telefonato alla titolare della pizzeria: «La telefonata è durata sei minuti – ha raccontato –. Le ho chiesto se lo screenshot fosse vero. Mi ha detto che è vero, che ha “allargato e messo in evidenza” la sua risposta (quindi modificandolo). Le ho fatto presente che il font non è lo stesso di Google, da cui dovrebbe provenire la foto, e mi ha risposto che “era andata dai carabinieri per tutelarsi su questa cosa e dare la sua versione”. Le ho detto che mi bastava che mi mandasse lo screenshot originale, ma mi ha detto di averlo cancellato per fare spazio sul telefono “perché lo usa anche per fare i menù».
Pedretti avrebbe anche spiegato che la recensione era databile ad aprile/maggio e di averla pubblicata dopo che l’autore si era ripresentato pochi giorni fa nel locale.
«Le dico che mi sembra strano che cancelli proprio oggi dal telefono una recensione che ha tenuto in archivio addirittura da aprile, lei mi dice che non l’ha cancellata mica oggi, ma mesi prima (?). Le chiedo come abbia fatto a pubblicarla ieri se l’avesse cancellata mesi prima, lei mi dice che deve lavorare e mette giù», ha raccontato Biagiarelli.
Anche il Tg3, dopo un primo servizio sabato sera, è tornato a intervistare Pedretti in merito ai dubbi sulla recensione. «Non vorrei essere caduta in un tranello o una trappola», dice. E quando il giornalista le chiede di chi fosse la trappola, lei risponde: «Non lo so». E torna dentro la pizzeria.
La morte della ristoratrice
Domenica sera Pedretti viene ritrovata morta. Tra i primi a rilanciare la notizia Selvaggia Lucarelli, che su Instagram scrive: «Il problema è il cortocircuito dell’informazione, la mancanza di verifica di tutto al punto che dare una notizia non è più una responsabilità, ma correggerla a quanto pare, sì».
Intanto anche Biagiarelli pubblica, sempre su Instagram, una storia, in cui denuncia di aver ricevuto messaggi d’odio «di una tale violenza e quantità che, effettivamente, anche a una persona non troppo fragile, potrebbero far pensare a un gesto estremo». Nel suo messaggio si legge anche: «Se ogni persona che tenta di ristabilire la verità in una storia, grande e piccola che sia, dovesse temere questo epilogo a quel punto dovremmo chiudere tutto, giornali e social».
Le parole dell'ex vicesindaco di Sant’Angelo Lodigiano
Il corpo senza vita della ristoratrice è stato ritrovato nei pressi del ponte del comune in provincia di Lodi: sul posto sono accorsi carabinieri e vigili del fuoco, poi raggiunti dal pm in servizio e dagli uomini della Scientifica. L'auto è sotto sequestro per permettere agli investigatori di fare luce sulla morte che, stando alle prime risultanze, sarebbe frutto di un gesto volontario.
Sulla questione è intervenuto anche l'ex vicesindaco di Sant'Angelo Lodigiano, comune attualmente commissariato dalla Prefettura di Lodi: «Non doveva lavorare di più Giovanna Pedretti, il suo ristorante era, infatti, sempre pieno. Anzi, avrebbe voluto respirare un po' di più dato che non riusciva nemmeno a trovare dipendenti che la potessero aiutare. Trovo, dunque, incredibile ipotizzare che possa avere inventato quella recensione – ha detto –. Tutti amavano la sua pasta fatta in casa e i suoi sughi che definire eccellenti è poco. E Giovanna amava arrivare nella sala da pranzo a salutare e a coccolare i suoi clienti. Il suo mondo era proprio il ristorante, dove stava dalla mattina alla sera. Oltre dieci anni fa si era ucciso anche il fratello».