I fantasmi col lenzuolo, i vampiri e gli zombie alti meno di un metro che girano per le strade americane ogni 31 ottobre sanno che Halloween è la festa del divertimento spooky, un gioco basato sulla paura che non fa male. Ma chi non è della Generazione X come me – o non ha vissuto negli States negli anni Settanta, o che ancora non conosceva Halloween al di qua dell'oceano – forse non sa che a quell'epoca, e per tutto il decennio successivo, "dolcetto o scherzetto" non era un gioco, era paura allo stato puro. Specialmente per i genitori dei bambini.
La paura dei genitori la notte di Halloween
Questa paura collettiva, quarant’anni prima dei social, prima che Halloween diventasse una festa internazionale, e prima che l’informazione – e le smentite – fossero pane quotidiano come lo sono ora, ha contagiato anche i miei genitori. Persone colte, cosmopolite, intellettuali, anche un filo ciniche. Americano lui, italiana lei, cresciuti in famiglie borghesi, nell’agio, tanti viaggi, tanta cultura, tanto cinema nelle vene. Per niente creduloni, o complottisti. Eppure anche loro quando io bambina tornavo a casa dal giro intorno all’isolato con il secchiello di dolcetti raccolti casa per casa nel tranquillo quartiere di Los Angeles, buttavano il bottino e lo sostituivano con dolcetti fatti da loro.
Perché anche i miei genitori, in qualche modo hanno ceduto alla paura di quello che si diceva in giro a quel tempo. Quelle terrificanti voci su quanto accadeva durante l’annuale trick-or-treat, il dolcetto scherzetto appena cala la sera a Halloween. Come un virus queste voci correvano e spargevano terrore fra i genitori. All’asilo, dal pediatra, al parco, tutti si domandavano: è possibile che i muffin del vicino e la sua famigliola da telefilm, con tanto di cane shaggy e steccato bianco, potessero contenere LSD, che in quegli anni era sulla bocca di tutti (perdonate il gioco di parole)? Pensavano, me lo hanno confessato solo da adulta, che le mele caramellate della vecchina potessero celare lamette da barba o frammenti di vetro. Horror mirato ai bambini: la forma più vile e terrificante di psicosi. E allora per non sapere né leggere né scrivere, per evitare il rischio, buttavano via tutto.
La psicosi delle caramelle killer
Uno studio del 1985 su 30 anni di presunti avvelenamenti a Halloween ha confermato che non ci sono state morti di bambini, o lesioni gravi, riconducibili alla raccolta dei dolci. Il sociologo Joel Best dell'Università del Delaware, che ha condotto lo studio, come riportato da CNN, ha definito la faccenda come una "leggenda metropolitana". La maggior parte delle notizie sui dolci di Halloween avvelenati erano state raccontante per due decenni da firme autorevoli del giornalismo e decantate da personalità afferenti alla politica. La polizia di tutto il Paese invitava i genitori ad accompagnare i bambini a fare "dolcetto o scherzetto" per non lasciarli soli. Eppure, i casi di cronaca non sono stati confermati, e quindi nessun evento reale poteva giustificare la paura collettiva percepita all'epoca.
Il terrore nato attorno ai dolcetti di Halloween è riconducibile a un giorno preciso: il 28 ottobre 1970, data in cui il New York Times ha pubblicato un articolo in cui si sosteneva che degli sconosciuti usassero la tradizione del trick-or-treat a Halloween per avvelenare i bambini.
I casi dei bambini morti a Halloween
L'editoriale a firma di Judy Klemesrud menzionava due incidenti avvenuti nelle periferie nord dello stato di New York (mai confermati). Tre giorni dopo un bambino di cinque anni è morto dopo aver fatto trick or treat a Detroit: aveva ingerito eroina. I primi resoconti sulla morte hanno riportato l'affermazione dello zio secondo cui il bambino era stato esposto alla sostanza perché contenuta in un dolcetto contaminato. I giornali però dimostrarono in seguito che il bambino aveva effettivamente trovato l'eroina ma a casa dello zio, e non nel sacchetto delle caramelle di Halloween, come era stato dichiarato in un primo momento agli investigatori.
Il 31 ottobre 1974 un altro bambino è morto a Houston. Il decesso è stato causato dal consumo di caramelle avvelenate. Ma anche in questo caso, Halloween e gli sconosciuti che regalano dolci c'entravano ben poco: il padre del bambino aveva assassinato il proprio figlio mettendo del cianuro in un pixie stick, una cannuccia colorata ripiena di zucchero frizzante. La storia del "killer delle caramelle" di Houston fece presa, e pure rapidamente. Pur non avendo prove, la rivista Newsweek sostenne in un articolo del 1975 che "negli ultimi anni, diversi bambini sono morti e centinaia sono sfuggiti per poco alle ferite causate da lamette, aghi da cucito e frammenti di vetro messi nelle caramelle dagli adulti".
Teorie, complotti e altri mostri
Nonostante i titoli dei giornali, le chiacchiere e le leggende, i casi di cronaca non supportavano la teoria delle caramelle killer. Perché allora una serie di dicerie si sono calcificate nell'immaginario dei genitori statunitensi? La risposta può essere trovata guardando al momento storico in cui quelle voci correvano per gli Stati Uniti. Le paure potrebbero essere state una reazione alla quantità di problemi che gli Stati Uniti stavano affrontando in quel momento: gli anni dal 1970 al 1975 sono stati segnati da diversi sconvolgimenti culturali, sia interni che geopolitici.
L'America usciva da vent'anni di Vietnam; c'era stato lo scandalo Watergate e crollava la fiducia nelle istituzioni; prima ancora, le sommosse razziali a Watts. È pensabile che gli sconvolgimenti sociali di quegli anni abbiano alimentato la nascita di leggende metropolitane? È plausibile che gli anni Settanta e Ottanta siano stati un terreno fertile per solidificare questa leggenda brutale, una fiction in cui digerire la realtà storica (altrettanto sconvolgente), in cui degli sconosciuti cercavano di avvelenare dei bambini innocenti con delle caramelle in mezzo a un contesto politico-sociale molto difficile.
Oggi questa forma di paura collettiva sarebbe molto più difficile da inculcare. I dolci che vengono distribuiti ad Halloween sono quasi sempre confezionati. Il successo delle multinazionali di dolcetti confezionati hanno segnato la fine della tradizione di quelli fatti in casa. L'industria dolciaria all'epoca delle "caramelle killer" non era certo quella di adesso. Non esistevano catene di candy shop, l'uso smodato del colorante E131, le caramelle sour, le gelatine a forma di squalo, i pop rocks, quelle caramelle frizzanti che sfrigolano sulla lingua, e via dicendo. Al massimo una manciata di jelly beans (ripresi da J. K. Rowling in Harry Potter "le tuttigusti") e il candy corn, i chicchi di finto mais inizialmente fatto con miele e marshmallow.
Un giro d'affari da 3,6 miliardi
Secondo la rivista Fortune, i prezzi delle caramelle e del chewing gum sono aumentati del 7,5% rispetto allo scorso anno, e si prevede che gli americani spenderanno 3,6 miliardi di dollari in caramelle per Halloween quest'anno. Nonostante i rincari, in questi gironi si acquisteranno più dolcetti, visto che la cifra è superiore del 16% rispetto al totale del 2022.
Ma niente paura a Halloween. Adesso le stragi di bambini le fanno le armi semiautomatiche. Secondo il database del Centers for Disease Control e Prevention Wonder, le armi da fuoco hanno rappresentato quasi il 19% dei decessi infantili (età 1-18 anni) nel 2021, contro il 7,2% dei decessi per avvelenamento. Ma questo all'epoca i miei genitori non potevano immaginarlo.