Vino, il 2023 tra le annate più scarse di sempre. Quadro drammatico a livello mondiale

8 Nov 2023, 15:58 | a cura di
L'Organizzazione della vigna e del vino dipinge uno scenario quasi apocalittico, determinato dalla crisi climatica. Ma ci sono anche aspetti positivi, perché in un contesto di consumi in declino e stock in aumento il crollo dei volumi può restituire equilibrio al sistema

Non accadeva da 60 anni che la produzione mondiale di vino fosse così bassa. Colpa di un 2023 disastroso in molte zone vitivinicole, che hanno sofferto i capricci del clima, dalle alluvioni alle gelate, dall'estrema siccità alle fitopatie dilaganti. Vittime principali sono i grandi Paesi produttori, a partire da quelli europei, con Italia e Spagna su tutti fino ad Argentina, Brasile, Cile, Australia e Sud Africa. Secondo le stime preliminari dell'Oiv, l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, escludendo mosti e succhi d'uva, la produzione di vino è prevista a 244,1 milioni di ettolitri. La 2023 potrebbe essere ricordata come l'annata più scarsa mai vista dal 1961, quando furono prodotti appena 214 mln/hl. I volumi attesi sono peggiori anche del tremendo 2017. Il duro colpo al sistema arriva dopo quattro anni di sostanziale stabilità nei volumi, intorno a 260 mln/hl, ma se si guarda con attenzione al trend dal 2000 in avanti, si nota una lenta parabola discendente che indica che la crisi climatica è ormai il nemico numero uno delle imprese.

La Francia scavalca l'Italia

Dopo nove anni di primato indiscusso, l'Italia (con un -12%, a 43 mln/hl) lascia lo scettro di primo produttore mondiale alla Francia (45,8 mln/hl, stabile sul 2022) mentre al terzo posto si conferma la Spagna (-14% e 30,7 mln/hl) che, tuttavia, registra una vendemmia tra le peggiori dagli anni Duemila. Quarta piazza per gli Stati Uniti, in controtendenza rispetto alla maggior parte dei Paesi, grazie a un +12% che porta i volumi a 25,2 mln/hl. Anche i grandi produttori del Sud dell'equatore hanno sofferto, primo tra tutto il Cile (-20% e una stima di 10 mln/hl), seguito dall'Australia (-24% a 9,9 mln/hl), dal Sud Africa (-10% a 9,3 mln/hl) e dall'Argentina (-23% a 8,8 milioni di ettolitri di vino): tutti ampiamente al di sotto delle medie produttive degli ultimi cinque anni.

Crisi climatica: "Nuova normalità"

“Le anomalie climatiche stanno diventando la nuova normalità”, ha sottolineato l'Oiv, durante la conferenza stampa a Digione (nuova sede dopo Parigi). Tuttavia, in un contesto in cui gelate, piogge alluvionali e siccità hanno impattato in modo determinante sul vigneto mondiale, se si considera il generale calo dei consumi e il contemporaneo incremento delle giacenze, a partire dall'Italia, una produzione di livello inferiore al passato come quella di questo 2023 potrebbe restituire equilibrio a tutto il sistema vitivinicolo.

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