Place aux Restos. L’iniziativa
Spazio ai ristoranti. È questa la traduzione letterale dell’iniziativa Place aux Restos, germogliata in Francia all’inizio di dicembre, nel bel mezzo di un lockdown nazionale della ristorazione, che, proprio negli ultimi giorni, è stato prorogato almeno fino alle metà di febbraio. E si protrae ormai dalla fine di ottobre. Place aux Restos, però, non è un’incitazione beffarda, o un appello a non perdere la speranza. Piuttosto, un’idea concreta per dimostrare la vicinanza delle amministrazioni cittadine a un settore così gravemente colpito (in tutta Europa). La proposta rivolta da METRO France, UMIH, GNI e CGAD ai sindaci di tutta la Francia è stata accolta anche dalla città di Parigi, che dall’inizio dell’anno ha iniziato a testare sul campo la bontà del progetto. Semplice, quanto efficace: mettere a disposizione dei ristoratori costretti ad abbassare le saracinesche stand e banchi dei mercati rionali per proporre cibo da asporto, nel rispetto del protocollo sanitario.
Place aux Restos a Parigi
La Francia conta 10mila mercati agroalimentari, Parigi ha risposto offrendo oltre 160 stand (di cui oltre cento dotati di elettricità e acqua corrente) dislocati nei 50 mercati della Capitale, per favorire i ristoratori nelle operazioni di asporto e ritiro degli ordini che molti di loro hanno predisposto ormai da tempo per far fronte alle difficoltà. Le candidature per ottenere uno spazio sono aperte dallo scorso 26 dicembre: il progetto ammette attività di ristorazione indipendenti (non c’è spazio, dunque, per catene di ristorazione e simili) di base a Parigi, con preferenza accordata a chi saprà presentare una proposta quanto più possibile adatta a un pubblico eterogeneo, a variegata per pietanze offerte e fasce di prezzo. Dal canto suo, l’amministrazione si impegna a collocare, all’interno di uno stesso mercato, attività complementari, così da evitare una concorrenza controproducente per tutti. E i ristoratori selezionati possono disporre dei banchi a partire dalle 8 del mattino, dietro pagamento di una quota minima di partecipazione. Il sito del Comune di Parigi mette a disposizione tutte le informazioni, oltre alla mappa dei mercati coinvolti, specificando i giorni della settimana disponibili (molti mercati sono bi o trisettimanali) e le metrature sfruttabili. All’interno dei mercati biologici, specifica il bando, possono operare solo attività improntate all’utilizzo di ingredienti bio.
La fase di raccolta delle richieste è terminata lo scorso 3 gennaio; ora sarà cura delle amministrazioni dei singoli arrondissement confermare ai partecipanti se la candidatura sia stata accolta o meno. Per partire il prima possibile con l’iniziativa (che in realtà ha già esordito nei giorni scorsi, dando spazio alle insegne che per prime si sono candidate), attiva almeno fino alla metà di febbraio, quando tutti sperano sarà possibile ripartire con la ristorazione tradizionale. Nel frattempo, dall’inizio della campagna alla metà di dicembre, altri Comuni della Francia - oltre 40 - hanno recepito la proposta, organizzando giornate di mercati “aperti” ai ristoratori locali.
a cura di Livia Montagnoli