I pizzaioli illuminati che hanno portato alla ribalta province dimenticate della Campania

7 Ott 2024, 18:04 | a cura di
Zone spesso in ombra, considerate anonime o vittime della criminalità, sono rinate grazie al lavoro di coraggiosi pizzaioli che hanno saputo dare spazio anche agli artigiani locali

È crescente il fenomeno dei pizzaioli che portano visibilità nei luoghi più interni delle province campane, spesso del tutto sconosciuti o comunque poco frequentati. Tutto è partito con Franco Pepe (miglior pizzaiolo d'Italia secondo la Guida Pizzerie 2025 del Gambero Rosso), in controtendenza all’azione del tempo che voleva un mondo pizza molto centralizzato e, spesso, standardizzato. Diciamocelo pure: nessuno si sognava di andare in quel paesino spento, Caiazzo, oggi divenuto invece meta di curiosi e appassionati da tutto il mondo. Il movimento e l'interesse hanno creato sviluppo, lì dove c’era il nulla, il commercio di piccole botteghe ha preso sempre più vitalità, così come l’apertura di bed and breakfast per accogliere i tanti turisti.

Tutto ciò ha fatto molto rumore, e continua a farlo, diventando un modello da inseguire. Negli anni ci sono stati diversi copia e incolla, ma anche un felice fermento parte dei giovani di provincia che hanno detto la propria nella new age della pizza. Hanno investito attivamente sul proprio lavoro, sempre animato da una passione irrefrenabile e da una voglia matta di dire la propria. Il fortissimo legame con le proprie radici, li ha portati a fondersi con il territorio che abitano, animati dalla convinzione di poter cambiare le cose. La loro forte personalità ha indotto molti appassionati e avventori a muoversi verso paesini e città di cui non conoscevamo nemmeno il nome. Oggi luoghi con pochissimo appeal culturale e sociale, sono rinati grazie al lavoro di alcuni pizzaioli illuminati (e coraggiosi).

Nell'elenco non può certo mancare Salvatore Lioniello a Succivo, nella primissima provincia casertana vicina alla linea di confine con quella di Napoli. Diciamolo pure che Succivo era un nome sconosciuto, mentre Lioniello lo ha portato sulla bocca di tanti. Arrivano da tutt’Italia, non solo dalla Campania, anche perché è un bravo comunicatore sui social, l’eccellenza della sua pizza poi ha fatto il resto.

Ad Aversa troviamo una donna intelligente e illuminata, è Roberta Esposito che ha fatto della sua Contrada un locale di grande eleganza e accoglienza (in progetto ha anche un'insegna su Roma). Un luogo di racconto appassionato della sua amatissima Aversa. Certo, in questo caso non una cittadina sconosciuta, ma oltre ai locali, pochi la frequentavano, mentre il grande seguito raggiunto da Roberta attira persone da ogni dove, che spesso si spingono a conoscere meglio l’areale e a frequentarlo periodicamente.

Non era così facile portare gente a Castello di Cisterna, a sua volta nome sconosciuto e luogo senza punti di attrazione, fino a quando i giovani fratelli De Maria, Federico il pizzaiolo e Francesco in sala, hanno acceso l’insegna dei Vesuviani. Bravissimi con le loro idee fresche nell’interpretare diverse tipologie di impasti, tutti impeccabili, di grande gusto le loro pizze. Anche qui troveremo un delirio di persone in coda.

Poggiomarino è nell’area vesuviana, qui c’è un altro folle appassionato, giovane, Raffaele Boccia, sostenitore instancabile della perseveranza e della ricerca. La sua insegna è Nanninella, da poco ha inaugurato il nuovo locale per accogliere al meglio i tantissimi folgorati dalle sue pizze, bravissimo negli impasti così come nei topping.

È un fiume in piena Raffaele Bonetta che in soli sei mesi dall’apertura della pizzeria che porta il suo nome, ha avuto un successo strepitoso. Siamo a Pozzuoli, sul lungomare, nella provincia di Napoli, dove il fenomeno del bradisismo sta allontanando le persone. Ma l’insegna di Bonetta molto spesso fa vincere questo timore, inutile, e la bontà della sua pizza invoglia a tornare e ritornare.

La bottega di Alessandro Brunner ci riporta a Nord di Napoli, nella provincia molto interna, Cardito, altro luogo in ombra. Prima chef e poi pizzaiolo, più dimesso e riservato, con grande seguito porta luce tra quelle stradine del centro alquanto buie.

A Le Grotticelle, nella pizzeria di Angelo Rumolo ci devi proprio volere andare e ne vale il viaggio. Pizzeria di montagna, a mille metri di altitudine sul Vallo di Diano, al confine tra la Campania e la Basilicata. Gli impasti sono realizzati in gran parte con grani locali e i tanti prodotti dell’areale, tra cui le erbe spontanee. Rumolo è diventato luogo di attrazione in un territorio dove la natura è ancora predominante.

Last, but not least, Giuseppe Bove a Montesarchio con il suo Segreto di Pulcinella – zona interna del beneventano. Un po’ cuoco e tanto pizzaiolo, mette insieme i due saperi riuscendo a portare creatività sugli ottimi impasti. Inizi difficili proprio per la posizione geografica, superati in maniera eccellente, oggi porta un grande flusso di golosi seguaci sulle Forche Caudine.

Tutti questi pizzaioli hanno il merito di essere riusciti a far conoscere paesi di provincia a mezza Italia, comprese zone colpite da povertà e criminalità organizzata. E allo stesso tempo hanno attivato circoli virtuosi grazie una rete commerciale fatta di piccoli agricoltori e artigiani locali con cui riforniscono le loro insegne. I risultati sono spesso eccellenti, le piccole aziende agricole sono riuscite a crescere, a diventare più grandi, hanno acquisito fiducia ed entusiasmo investendo nella propria attività.

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